Lazio, Sarri da Lotito al mercato:”Vorrei allenare Berardi. Milinkovic problema societario” Casa Sarri.

Figline Valdarno, provincia di Firenze, due anni dopo esatti il 5 luglio 2021. L’allenatore della Lazio, Maurizio Sarri, torna a parlare ai microfoni di SportItalia con Alfredo Pedullà a pochi giorni dalla ripresa della stagione. Tanti gli argomenti toccati dal giornalista di SportItalia con il comandante che si è trovato pronto nelle risposte. 5 luglio 2021 la prima volta qui, 5 luglio 2023 di nuovo qui.

“Sì, ero alla Lazio poi l’avventura è proseguita bene ed eccomi qui”. Sei riuscito a fare vacanza? “Si ho fatto un po’ di barca, ora sono tornato a casa perché mi piace stare qui. Prima sono andato in Corsica, poi alla Bocche di Bonifacio”. Sei riuscito a pensare al ciclismo e non al calcio, ti sei estraniato dal calciomercato? “Io in realtà mi limito a dire quali sono i giocatori che sono adatti o no al nostro modo di giocare. Poi se avessi le risorse economiche un miliardo di danni li farei a Lotito”. Sei stato mai un manager? “No, quando ero al Chelsea venivo troppo coinvolto in cose che non mi piacciono e toglievano tante energie. Ho preferito tornare in Italia”. Oggi i calendari, prima Napoli e poi Juventus, due trasferte difficili… “Menomale che siamo arrivati secondi, fossimo arrivati ottavi affrontavamo il Real magari (ride)”. Il prossimo anno come sarà? “Se parlo da egoista, il prossimo anno con la Lazio dopo il secondo posto devo dare le dimissioni. Perché la possibilità di fare meglio è difficile”. E ci hai mai pensato? Non ci ho mai pensato perché mi trovo in un ambiente dove sto bene e voglio andare avanti. Sarà difficile ripetersi, ma il nostro obiettivo è quello di superare il girone in Champions, tenendo la testa alle prime quattro posizioni che è difficilissimo”. Però ci sono dei cantieri aperti, molte squadre saranno rivisitate. Il Milan ha perso Tonali, 80 milioni irrinunciabili secondo te? “Tonali per caratteristiche potrà fare benissimo. È cresciuto in maniera esponenziale, va in un grande ambiente. Perché forse in Italia abbiamo le idee confuse. Il Newcastle ha uno stadio e una tifoseria bellissima con una società che sta tornando molto forte. L’allenatore è di altissimo livello, al momento secondo la mia idea, il tecnico più forte che c’è al momento in Inghilterra”. È un grande acquisto Loftus-Cheek? Lo avresti visto bene nella sua Lazio? “Quando l’ho allenato io era un crack mondiale. Cresciuto a livello esponenziale, se il ragazzo sta bene fisicamente è di livello mondiale. Per la Lazio ci avevo pensato ma per gli stipendi di Premier League qui alla Lazio era impossibile”. Frattesi colpo perfetto per l’Inter? “Non lo so, è un grandissimo giocatore e in questa stagione ha fatto un passo in avanti enorme. Simile a Barella per caratteristiche però sicuramente è un colpo importante”. Frattesi, Thuram e il guizzo su Onana e Lukaku, in un’ipotetica griglia l’Inter è davanti agli altri? “Vedevo l’Inter davanti agli altri anche l’anno scorso, poi il Napoli ha fatto un capolavoro con un campionato che ha tagliato le gambe a tutti. Ma io sinceramente il centrocampo dell’Inter lo vedo come uno dei più forti d’Europa non d’Italia. Con Frattesi e Barella un ulteriore salto di qualità? Perdi un giocatore importante come Brozovic, però rimane uno centrocampi più forte d’Europa”. Che idea ti sei fatto dell’Arabia? Hai mai ricevuto offerte dall’Arabia? “Sì, ho ricevuto offerte, anche dall’Arabia Saudita. Ma io alla Lazio sto bene, se poi tra un paio di anni non sto più bene alla Lazio o quando finisce il contratto avrò una chiamata o un’offerta vediamo”. Scudetto a Torino. Non pensi che gli allenatori debbano essere giudicati tutti allo stesso modo? “Penso sia cambiato anche il contesto. La juve veniva da tante vittorie e tutti pensavano che fosse naturale lo scudetto, ma a me è stato rimproverata la Champions dopo 6 vittorie e un pareggio”. Qual è il tuo rapporto con i tifosi della Lazio, la tua lazialità? “È difficile arrivare in un ambiente nuovo e dopo pochi giorni sentirsi accettato e a casa, questo ti fa affezionare a tutto l’ambiente e alla tifoseria. In giro per l’Italia c’è un’idea che non corrisponde alla realtà, la tifoseria della Lazio è grande ed educata almeno nei rapporti che hanno con noi. Questo mi ha fatto sentire a casa e questa completa autonomia mi ha ridato l’entusiasmo per poter lavorare sul campo”. Quanto è vera la rivalità mediatica con Mourinho? “Io non me la sento addosso. Mourinho mi è simpatico, abbiamo parlato più volte ed è molto intelligente. In un Chelsea – Manchester United avrebbe potuto approfittare di una situazione e non lo ha fatto. Si è dimostrato uomo e lo rispetto”. Tu parli del futuro, ma non avevi detto di voler smettere presto perché non ce la facevi più? “Ma è chiaro che il calcio attuale ti porta uno stress superiore a quello di prima, a lavorare in maniera diversa. In più io personalmente mi diverto un po’ meno di prima. Quando non lavori più sul campo ti finisce la motivazione per cui fai questo lavoro, se io devo fare il regista televisivo e lavorare allo stesso filmato per ore il lavoro diventa diverso”. L’anno prossimo si gioca praticamente sempre inoltre… “Si è vero, stanno facendo annoiare la gente e tra qualche anno guarderanno meno il calcio. In Inghilterra prendono 6 volte ciò che prendiamo in Italia per i diritti televisivi e le partite che ci sono il sabato pomeriggio Sky inglese non le può trasmettere, noi facciamo altre scelte e ci accontentiamo delle briciole. Perché fatturano 6/7 volte ciò che fatturiamo noi. Grandi strutture, mentalità straordinaria e le partite giocate li sembrano migliori a prescindere. 20 anni fa abbiamo preso la strada sbagliata”. Ancelotti al Brasile. Meritato? “Gli manca solo da vincere il mondiale poi ha vinto tutto. Sarebbe il coronamento di una carriera straordinaria”. Il tuo anno sabbatico prima della Lazio, in confronto a quelli di Allegri o Spalletti? “Un allenatore a questi livelli se sta fermo un anno o due non cambia. Massimiliano mi sembra che quest’anno abbia gestito una stagione con delle difficoltà enormi, un anno che va preso poco in considerazione”. Tu hai vinto lo scudetto e sei stato considerato quasi un ingombro, lui ha sbagliato per due anni non arrivando in Champions, le valutazioni mediatiche cambiano in base alla persona? “Io penso che sia cambiato il contesto, la Juve li veniva da 8 vittorie consecutive e qualche finale di Champions. Tutti pensavano che vincere lo scudetto fosse naturale. A me è stato rimproverato di aver fatto 6 vittorie e un pareggio a Madrid, che con le regole attuali avremmo fatto i supplementari. Squadra considerata scarsa che il turno dopo ha messo fuori il City, ma in quel momento la visione della Juve è che doveva essere il top d’Europa, con il 10º/11º monte ingaggi d’Europa”. C’è un nuovo Sarri negli allenatori italiani emergenti? “Non so se somigliano a me, ma mi sono piaciuti molto. De Zerbi è cresciuto tanto, mi piacciono Palladino e Thiago Motta. Il primo ha un modo di giocare diverso dal mio ma le sue squadre giocano bene. Thiago gioca un ottimo calcio e ha portato il suo Bologna ad essere difensivamente solido e a potersi difendere e ripartire.” Invece Guardiola è ancora l’allenatore migliore al mondo? Gvardiol vale la candela? “Sai, per le valutazioni dipende sempre da come va il mercato e le necessità delle squadre. In Inghilterra vanno sempre su cifre alte. Poi il mio obiettivo per il mio calcio ideale sui difensori sarebbe da costruirli in casa”. Pausa sigaretta tra le risate. Quante volte senti Lotito? “Dipende dai momenti: nei momenti meno politici lo sento spesso, nei momenti più indaffarati per lui in Molise lo sento meno. Ti fidi del tuo staff o faresti tu il manager? “Mi fido del gruppo perché siamo una società e il presidente è importante. Se lui fosse presente in maniera sistematica sarebbe importante”. Mister, Berardi è l’esterno d’Italia migliore e quanto ti piacerebbe allenarlo? “Berardi è un calciatore del Sassuolo. Mi piacerebbe tanto allenarlo, ma è uno dei tanti del Sassuolo che mi intriga. Come Frattesi o Maxime Lopez”. Milinkovic è un problema o una risorsa? “È un problema per la società, per me è una risorsa. Dipende da quanto il ragazzo è coinvolto nella situazione. Un Milinkovic con la testa libera è un giocatore di livello strepitoso. Con noi in due anni ha fatto 40 tra gol e assist. È un giocatore strepitoso”. Come deve essere il vice-immobile? “Dipende, se abbiamo la necessità di tenere Felipe Anderson sempre da esterno, serve una punta pronta. Se possiamo contare su esterni di buon numero, si può puntare su un giocatore più giovane come attaccante”. Torreira invece ti piace? “L’ho visto bene con la Sampdoria e con la Fiorentina. In Italia ha sempre fatto bene”. Ricci del Torino è il nuovo che avanza? “Ricci del Torino è un ragazzo che ha fatto un’esperienza diversa che l’ha fatto crescere caratterialmente e dal punto di vista dell’aggressività. Giocatore giovane e con 3 anni di serie A addosso”. Al posto di Osimhen cosa faresti? “Quello che ha trovato a Napoli non lo troverà più. Napoli è esaltante, ti fa sentire affetto e responsabilità. Oshimen farà le sue scelte ma quello che ha trovato a Napoli farà fatica a trovarlo”. 5 luglio 2021 – 5 luglio 2023. Il caso ha voluto ci ritrovassimo qui, ti lascio alla tappa di ciclismo del Tour de France. “Sì, anche perché se non mi lasci ci vado da solo (ride)”.