Lazialità, Mazza: “Stagione-gioiello, Sarri ha fatto due miracoli e può aprire un ciclo. Con Milinkovic e due grandi acquisti tutto è possibile”

Nel corso del penultimo appuntamento stagionale con “Lazialità” su Gold TV, è intervenuto come di consueto il direttore Mauro Mazza, storico giornalista RAI e noto scrittore, nonché cuore biancoceleste. Di seguito le sue parole nella prima serata del lunedì.

“Vedo i laziali contenti, rasserenati, e finalmente così può essere, anche se manca ancora una settimana e bisogna stare concentrati tutta la settimana (sorride). Lazio-Cremonese è stato il coronamento di una stagione-gioiello, che non deve essere un approdo ma un punto di partenza. Sembra una frase fatta, ma è così. Con Sarri al comando, e ascoltato dalla società, si può aprire un ciclo, si può entrare nell’élite del calcio. Ci siamo già illusi qualche volta nell’era Lotito, ma questa volta è diverso. Questa volta c’è un bravo condottiero, che sa stimolare, sa ricaricare le pile quando sembrano scariche. Ragionando con la Lazio attuale, con un grande centrale di centrocampo e un grande attaccante si può diventare davvero forti, ma dovrebbero restare tutti. In caso di partenze eccellenti, sarebbe diverso. Io però penso una cosa. C’è una Lazio con Milinkovic e una senza Milinkovic. Se c’è Sergej tutto è possibile, se va via bisognerà potenziare tantissime zone di campo. Alla fine, al netto della stagione in chiaroscuro, le partite importanti le risolve sempre lui, e se fosse per me io lo terrei sempre. Il mercato? Mi fido soltanto del taccuino di Sarri: la speranza è che i nomi che chiederà il mister vengano presi in sede di calciomercato. Se Sarri può far cambiare Lotito? Ci abbiamo provato per almeno vent’anni, Sarri è più potente e autorevole di noi, è nell’interesse della Lazio essere grande. Se non ora quando? Non dobbiamo buttare al vento questa Champions, speriamo di poter passare il girone. Sarri ha fatto due capolavori: rinforzato la difesa negli uomini e negli schemi, e poi ha cambiato la vita a Felipe Anderson. Vederlo così è un regalo: è un altro giocatore rispetto al calciatore discontinuo che tutti conoscevamo”.