Una Lazio perfetta tatticamente batte il Napoli, che cade per la prima volta in casa in stagione. Ecco le pagelle del nostro direttore, Guido De Angelis:
PROVEDEL 7 – Si accartoccia a terra su Zielinski, poi affronta la partita più difficile per un portiere: quella in cui è chiamato alla parata una sola volta, poi deve solo osservare. In quella circostanza, fa il prodigio sulla testa di Kim. Decisivo.
HYSAJ 7 – Straripante. Conferma una crescita che – in termini di prestazioni – dura da due mesi, disputando una partita sontuosa per continuità, attenzione, precisione, tecnica. Ci fa uscire con serenità e non soffre mai. Bravo Elseid!
PATRIC 7 – Eccelso. Prende un giallo a inizio gara che non lo condiziona per nulla. E’ diventato una certezza da difensore centrale e il merito è tutto di Maurizio Sarri.
ROMAGNOLI 6,5 – Quando rientri da un mese di infortunio e devi affrontare un attaccante che rischia di farti strappare ad ogni pallone giocata, non è proprio semplice. Invece Alessio concede poco e dà serenità all’intera retroguardia.
MARUSIC 6,5 – Con l’aiuto di Felipe Anderson argina bene l’ala sinistra più forte del campionato. Dopo la pessima prestazione con l’Atalanta, si è risollevato alla grande nelle ultime prestazioni. Lo conosciamo, ha grande energia e facilità di recupero, è tra i nostri stacanovisti.
MILINKOVIC 7 – Qualità, sostanza e tanta fisicità, non sbaglia mai le scelte e ci guida in mezzo al campo con la solita personalità. Non perde mai la testa, il Sergente.
VECINO 8 – Meriterebbe il gol già a inizio gara, quando si inventa con la testa una traiettoria perfetta, la sfera è salvata sulla linea di porta da Di Lorenzo. Nella ripresa si ricorda di essersi divorato tra le cinque e le sei palle-gol da un metro in questa stagione, quindi opta per la soluzione dalla distanza e ne esce fuori un siluro supersonico. Al di à degli episodi, gara pazzesca.
LUIS ALBERTO 6,5 – Più preciso delle ultime partite, sbaglia meno dal punto di vista tecnico e gestisce la sfera con serenità. Tra le migliori prestazioni con le grandi. Di Lorenzo gli nega l’assist a Vecino che avrebbe posto fine a questa maledizione delle palle inattive.
CATALDI NG
ZACCAGNI 6,5 – Non ancora nelle migliori condizioni, comunque si sacrifica sulla fascia sinistra ed è il solito stantuffo. Da un suo tentativo di cross nasce il pallone del gol di Vecino.
FELIPE ANDERSON 6,5 – Interpreta al meglio tutte le fasi di gioco, con arguzia, intelligenza, sagacia. Maturato enormemente, è meno esplosivo ma più al servizio della squadra. Il suo aiuto in ripiegamento è decisivo nel contenere gli attaccanti esterni del Napoli. Si è consacrato.
IMMOBILE 6,5 – Partita senza grossi spunti individuali – non ha grandissime occasioni – ma emblematica di tutta la sua generosità. Giocatore determinante per il senso di costante pericolosità e per i suoi movimenti unici.
PEDRO 6,5 – Entra bene e con coraggio, tra piroette, finte di corpo e giocate mai fine a se stesse. Cosa dire a un ragazzo che nelle ultime due settimane ha giocato con naso e polso rotto? Ottimo ingresso.
CANCELLIERI 6,5 – Sarebbe “non giudicabile” per il poco tempo a disposizione, ma lo premio con mezzo voto in più per il modo determinato in cui entra – finalmente – in campo. Sta forse cominciando a capire che quando si indossa la maglia della Lazio serve un pizzico di “cazzimma” (espressione che calza particolarmente nella serata di Napoli) in più. Bene l’atteggiamento.
MAURIZIO SARRI 10 – Dopo i due tris all’Inter, il capolavoro di Bergamo, il poker al Milan e il derby d’andata ci regala un’altra notte da sogno su un campo che negli ultimi anni ci aveva visto sempre sonoramente sconfitti – e con batoste da urlo. Allenatore sontuoso, prepara una partita perfetta sul terreno del Maradona su cui quest’anno avevano preso 4-5 gol anche le squadre più blasonate del globo – dalla Juventus al Liverpool – e dove il Napoli non aveva mai perso. Ha convinto la squadra di avere nelle corde un’impresa che sembrava quasi impossibile. La crescita dei singoli (da Patric a Hysaj, da Zaccagni a Vecino, da Marusic a Felipe Anderson) è farina del suo sacco. Serata da urlo.