Nel corso del trasmissione “Quelli che hanno portato il calcio a Roma” , in onda sulle frequenze 98.100 di Radiosei, l’ex Lazio Juan Sebastián Verón ha avuto modo di ricordare il compagno Sinisa Mihajlovic.
Di seguito le se sue parole:
“Ho seguito la malattia di Sinisa, parlavo con Stankovic e Mancini per capire come stesse, ho scritto anche alla moglie. Ero in Qatar insieme a Vieri e Nesta quando è arrivata la notizia, si è creato un silenzio mai visto, nessuno ci poteva credere. Io ho un’immagine di Sinisa dai tempi della Sampdoria, un ragazzo forte, mai avrei pensato gli potesse succedere una cosa così. All’inizio ero triste perché Sinisa per me era un fratello maggiore, rimanevo sempre con lui in allenamento a tirare le punizioni, ho iniziato a gareggiare con lui, non ho mai avuto problemi perché sapevo che con una punizione o un angolo Sinisa ti cambiava la partita. Anche io ero bravo ma Sinisa era fortissimo. Ho giocato con Maradona e Messi, in quel periodo c’erano anche altri giocatori che calciavano alla grande ma per me Sinisa era il migliore, difficilmente trovava un calciatore che da calcio d’angolo al 90% faceva gol, o segnava direttamente lui o uno di noi. Il ricordo di Sinisa è un ricordo allegro, il rammarico c’è perché mi manca un fratello maggiore, ma il suo sorriso, la sua grinta ed il suo essere sempre positivo anche nei momenti difficili mi rimarrà sempre. Da quando sono arrivato alla Sampdoria sono sempre stato con lui, mi ha aiutato perché sapeva cosa significasse arrivare da un altro paese in Italia e dunque mi ha teso un mano, è sempre stato disponibile. Il ricordo che avrò di lui è sempre con il sorriso, da fuori sembrava un ragazzo duro, in realtà era dolce, un uomo con ideali forti”.