di Niccolò Faccini
Si è conclusa un’annata positiva per la Lazio di Maurizio Sarri. Pur partendo da condizioni meno favorevoli e da una sessione di mercato povera di investimenti, la compagine capitolina è riuscita a lasciarsi alle spalle squadre più competitive, dalla Roma all’Atalanta, fino alla Fiorentina di Vincenzo Italiano. Impresa non da sottovalutare, dato il prezzo di acquisto della rosa biancoceleste paragonato a quello delle competitor.
Con 95 milioni di euro spesi dalla Lazio per l’acquisto dei cartellini dei calciatori in rosa vanno infatti confrontati i 169 dell’Atalanta, i 283 milioni della Roma, fino ad arrivare ai 540 della Juventus. Il valore complessivo attuale della rosa della prima squadra della Capitale – in base ai dati del noto portale di Transfermarkt – si aggira attorno ai 266 milioni di euro, nettamente inferiore ai 369 della rosa della Roma, ai 385 della rosa dell’Atalanta, per non parlare delle milanesi (529 milioni l’Inter, 480 il Milan) e della Vecchia Signora (555). Come evidenziato dall’allenatore della Lazio, la sfida di quest’anno è stata impari: il quinto posto in graduatoria rappresenta una nota di merito importante per una squadra che – per stessa ammissione del mister – è “arrivata davanti a club che avevano fatto investimenti rilevanti“. Tradotto in numeri, significa che la Lazio, che aveva speso in estate la “misera” cifra di 13,56 milioni di euro per regalare al tecnico nuove pedine, è stata più brava delle rivali. La cifra in questione è infatti letteralmente irrisoria se paragonata agli investimenti delle squadre che la Lazio è riuscita a lasciarsi alle spalle in classifica.
Nelle sessioni di mercato di questa stagione la Fiorentina aveva speso 62 milioni di euro, sette in meno dell’Atalanta, e meno della metà della Roma di Mourinho (128 milioni!). Non basta: tra la sessione estiva e quella invernale, la Lazio è la diciassettesima squadra di Serie A con riferimento alla voce “Spese sul mercato per l’acquisto di calciatori”. I meriti di Simone Inzaghi e Maurizio Sarri vengono acuiti in maniera lampante se si prendono in considerazione le ultime due annate. Espandendo infatti l’analisi al periodo che va dal giugno 2020 ad oggi, la Roma ha speso sul mercato esattamente 200 milioni, contro i 130 dell’Atalanta e i 117 della Fiorentina. Addirittura il Sassuolo ha speso 67 milioni, contro i 55 della Lazio.
Il dato dei biancocelesti, tra l’altro, comprende i soldi sborsati per l’acquisto di calciatori che non hanno reso come avrebbero potuto: da Basic (che comunque rimarrà in rosa) a Muriqi, che certamente non farà parte del progetto di Sarri per l’anno prossimo. Il calciatore kosovaro è diviso tra Maiorca (che si è salvato all’ultima giornata nella Liga, ma non riscatterà il “Pirata” per una cifra superiore ai 7/8 milioni) e Turchia, con la pista Fenerbahce che va seguita. In relazione alle ultime due annate, il saldo della Roma è in rosso: 200 milioni di spese non compensati da neppure 60 milioni in entrata: i giallorossi registrano un “-137” nella bilancia dei pagamenti. La Dea, dal canto suo, ha sì investito 130 milioni di euro tra 2020 e 2022, ma il saldo tra spese ed entrate è comunque prossimo allo 0, date le cessioni di alcuni pezzi da novanta (da Romero a Gosens). Per la Viola, che aveva speso 117 milioni, è stata una manna dal cielo (per il club, ma non ovviamente a livello sportivo) la cessione di Dusan Vlahovic alla Juventus. Gestione come sempre oculata quella del Sassuolo, mentre la Lazio non è riuscita a concludere alcuna operazione importante in uscita. Al di là , infatti, della cessione di Correa all’Inter, sono tanti i prestiti sparsi in giro per l’Europa (specie in Spagna: da Muriqi a Jony passando per Escalante; ma senza dimenticare i vari Vavro, Fares, Durmisi) di calciatori destinati a rientrare alla base. Se in diverse circostanze il principio per cui “chi più spende più vince” è stato smentito dai fatti e da gestioni sapienti, è innegabile che per la rosa a disposizione della Lazio nelle ultime due stagioni, sarebbe stato arduo poter pensare di attaccare la posizione di una pur non brillante Juventus. La Vecchia Signora ha speso cinque volte e mezzo quanto sborsato dalla Lazio per assicurarsi le prestazioni dei calciatori attualmente in rosa. Al netto di un prevedibile abbassamento del tetto ingaggi e dell’impossibilità di procedere a spese folli o acquisti molto onerosi, la Lazio sarà chiamata a rimanere competitiva e – se possibile – a migliorarsi per poter mettere pressione a club dalle disponibilità economiche decisamente superiori. Decisivo sarà non sbagliare la prossima campagna acquisti: le ultime hanno portato in dote troppi elementi poi rivelatisi non all’altezza. Adesso non si può più sbagliare.