ULTIMA GIORNATA – Sei anni di Inzaghi, sei figuracce negli ultimi 90′. Ma la Lazio ha invertito il trend

 

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Dopo tanti anni la Lazio chiude in crescendo il campionato. “Dall’interno con i ragazzi e lo staff concordiamo che sia un peccato che il campionato finisca proprio adesso“, è stata l’ammissione di Sarri post Juventus-Lazio. Una frase quasi rivoluzionaria alla luce del rendimento della Lazio nell’era Inzaghi: le ultime otto gare del quinquennio sotto la guida del tecnico piacentino erano state un bagno di sangue. Quest’anno, invece, la Lazio è arrivata alla grande al rush finale, fisicamente e mentalmente meglio anche di Roma, Atalanta e Fiorentina, ovvero tutte le competitor per l’Europa. La Serie A però non è ancora finita e sabato sera servirà l’ultimo sforzo con l’Hellas Verona. I precedenti degli ultimi anni non fanno ben sperare, tutt’altro. Durante l’era Inzaghi la Lazio si è ritrovata a chiudere il campionato sempre con una brutta figura. Nel 2016 Lazio-Fiorentina, nel giorno dell’addio di Klose, finì con un 4-2 dei viola, una memorabile batosta casalinga con doppietta di Vecino. L’anno dopo la Lazio subì un cocente tris a Crotone (3-1), facendo salvare i calabresi di Davide Nicola. Nel 2018 è ancora Vecino a imporre alle aquile la doccia fredda: tre gol dell’Inter all’Olimpico e Champions League persa all’ultimo giro di giostra per la prima squadra della Capitale. Nel 2019 è stato il Torino a fare tre gol alla Lazio in una partita senza storia in Piemonte (3-1), mentre nel 2020 la Lazio ha preso altri tre gol a Napoli (3-1) nel giorno del trentaseiesimo gol della Scarpa d’Oro Ciro Immobile. Lo scorso anno, infine, si è consumata la brutta figura di Sassuolo (2-0), con Cataldi che finì da attaccante e i neroverdi che vinsero sul velluto al Mapei Stadium. Dopo sei anni di cocenti delusioni, la Lazio vuole trasformare gli ultimi 90 minuti della stagione in occasione per festeggiare a dovere piazzamento e giocatori in partenza.

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Pensieri e parole di
Guido De Angelis

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