Le PAGELLE di Guido De Angelis – Pirotecnico 3-4 al Picco: la decide Acerbi, la domina il Sergente

 

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Al termine di Spezia-Lazio arrivano come di consueto le pagelle del nostro direttore Guido De Angelis. Ecco voti e giudizi ai protagonisti biancocelesti del match del Picco.

STRAKOSHA 4 – Dopo l’ennesima performance negativa col Milan, è riproposto tra i pali. Per contratto deve stare inchiodato sulla linea di porta, il gol di Amian è da terza categoria, uno svarione che forse è ai livelli di quello di Istanbul col Galatasaray. Non ne azzecca una sui rinvii, sul raddoppio dello Spezia ha già preso gol prima che parta il pallone. Altra quaglia sul gol di Verde, annullato per fuorigioco. Incollato in porta anche sul gol di Hristov. Credo che a portieri invertiti avremmo potuto vincere in scioltezza. E si parla di rinnovo…

LAZZARI 5,5 – Si applica nel ruolo di terzino destro, e fisicamente tiene contro Gyasi. Tra i meno colpevoli della difesa, accompagna tutte le azioni sulla fascia senza riuscire a dare un gran contributo in fase offensiva. Concentrato, si prende una striminzita sufficienza.

PATRIC 5 – Nuovamente preferito a Luiz Felipe Ramos, a stagione quasi terminata possiamo dire che lo spagnolo è stato praticamente il nostro centrale di difesa titolare. Comincia bene con due anticipi su Agudelo, poi è messo in difficoltà da Cataldi ma combina una frittata clamorosa che regala il bis ai liguri, un attimo dopo il gol di Ciro. Con l’Udinese aveva commesso la stessa sciocchezza, facendosi cacciare un minuto dopo il 3-3. In affanno anche nella seconda metà della prima frazione. Da un suo fallo su Manaj nasce la punizione del provvisorio 3-2. Ha sofferto tanto l’attaccante dello Spezia, ma non voglio gettare la croce addosso a questo ragazzo. Esce a cinque dalla fine, entra Luiz Felipe.

LUIZ FELIPE SV – Entra nel finale per svettare sui palloni alti, ha a disposizione cinque minuti più recupero, troppo poco per essere giudicato.

ACERBI 7 – Dà la sensazione, nel marasma generale, di essere l’unico calciatore lucido di una retroguardia da brividi. Suo il lancio per Milinkovic, che conquista il rigore del pareggio. Male in arretramento sul 3-1 (poi cancellato) di Verde, sul tris ligure di Hristov ha qualche colpa. La sua zampata nel finale è decisiva e ci tiene in corsa per l’Europa. Due giocate, due gol vitali per la nostra stagione. Il gol, poi, è davvero bellissimo.

MARUSIC 5 – Torna titolare sulla corsia sinistra in una gara in cui deve tenere a bada clienti scomodi dal baricentro basso e dall’ottima tecnica. Non ci riesce mai. Si milita a fare a sportellate, accomodarsi la palla sul destro (col sinistro non riesce neanche a camminare) e spedendo il pallone all’indietro. Non supera mai la metà campo e perde anche tanti contrasti. Qualcosina in più nella ripresa, ma nulla di trascendentale.

MILINKOVIC 7,5 – Doppia cifra di gol, doppia cifra di assist, ed è il meno. Ci trascina per tutta la gara, facendo le due fasi in modo grandioso, e inventandosi il gol del 3-3 letteralmente dal nulla. SI era anche guadagnato il rigore che aveva mandato Immobile sul dischetto nella prima frazione. Leader totale, da solo ci sta tenendo a galla da inizio anno. La nostra luce, non so onestamente come si possa pensare di poter giocare senza di lui.

CATALDI 5 – Sarri vede Leiva in flessione e premia il lavoro quotidiano di Danilo in cabina di regia. Primo tempo estremamente timido, va spesso fuori posizione, mette in porta Agudelo con uno svarione da ampia insufficienza. Si riprende bene nella ripresa, recuperando tanti palloni e verticalizzando con buona qualità. Tanta buona volontà, ma in quel ruolo il prossimo anno serve un top assoluto.

LEIVA NG

BASIC 4,5 – Schierato dal primo minuto dopo una vita, è stato l’oggetto misterioso della nostra stagione. Aveva iniziato bene con il gol alla Lokomotiv Mosca e l’assist di Bergamo, per poi sparire completamente dalla circolazione. Nell’ultimo mese e mezzo Luis Alberto non è stato presentabile, così questa sera parte dall’inizio l’ex Bordeaux. Sarebbe stato meglio non vederlo. Non ha idea di dove posizionarsi in campo, ha due chance in area piccola e va col piattone invece di provare a spaccare la porta. Sul gol di Amian la colpa è di Strakosha, ma il numero 88 partecipa alla sagra dell’errore. A inizio ripresa, tutto solo, può crossare liberamente dalla sinistra col mancino, la manda fuori dallo stadio. Calciatore ad oggi imbarazzante, che non ha dimostrato ancora nulla, se non di fallire spesso anche il passaggio a due metri di distanza.

LUIS ALBERTO 6 – Entra in campo per l’ultima mezzora con un atteggiamento molto discutibile. Calcia male e con superficialità le prime due palle inattive. Poi, però, pennella un assist che Milinkovic, con caparbietà, forza fisica e astuzia, trasforma in rete. Bravo e fortunato nel rimediare al suo ennesimo errore su un calcio di punizione: recupera il pallone, serve la sfera a sinistra a Immobile, che calcia in porta, sulla respinta lo spagnolo effettua un tiro sbilenco e Acerbi la butta dentro. Spero di vederlo in crescita nel rush finale.

FELIPE ANDERSON 4,5 – Tra i più presenti in stagione, il brasiliano è ancora titolare (e senza sostituti) sulla fascia destra. Un grande spunto a metà prima tempo, la sua solita serpentina che però non culmina col tiro in porta. Serve tra le linee l’assist a Zaccagni (atterrato da Provedel), ma l’arbitro non concede il penalty. Da lì in poi la sua fase offensiva è nulla: si intristisce e la sua gara termina lì. Irritante, gli do un’insufficienza grave non per gli errori che commette – perché anche i compagni ne hanno sulla coscienza diversi – ma per il suo estraniarsi dalla partita quando le cose non vanno come vorrebbe. Purtroppo, non si tratta di una novità, anzi.

LUKA ROMERO SV – Entra in campo a due minuti dal fischio finale, giusto il tempo di procurarsi un calcio di rigore non assegnato. Faccio presente che Raul Moro, primo cambio offensivo della Lazio, era con la Primavera.

IMMOBILE 6,5 – Gonfia la rete dagli undici metri in un momento delicatissimo della nostra stagione: è glaciale dal dischetto e ci tiene in vita. Cuce la manovra ancor meglio del solito. Nel finale cestina due chance per allungare ulteriormente su Vlahovic, ma per fortuna, dopo la parata di Provedel, Acerbi è il più lesto a mettere in rete. Fa 150 in A con la nostra maglia, il nostro straordinario bomber.

ZACCAGNI 6,5 – Tra tanti alti e bassi, comincia ad avere un rapporto difficile con gli arbitri, che lo ammoniscono alla prima protesta e non premiano mai le sue giocate, fischiandogli pochissimi falli. Quando cade in area piccola sembra essersi conquistato l’etichetta del tuffatore, e nel dubbio non è fallo. Punta spesso l’uomo e riesce a creare la superiorità numerica, oggi va anche al tiro e trova la rete del 2-2 (sarà autorete del portiere, ma ci importa poco). Colpisce un palo clamoroso nel finale. Speriamo che possa chiudere in crescendo.

MISTER MAURIZIO SARRI 7,5 – A tratti siamo in versione “Armata Brancaleone”, perché ci facciamo del male da soli. Gli errori individuali sono marchiani, eclatanti: Strakosha, Cataldi, Patric ne combinano di tutte i colori sui gol, così dobbiamo rincorrere dall’inizio alla fine. Per fortuna abbiamo uno spartito ormai consolidato, così siamo bravi a rimanere sempre in partita e a continuare a giocare a calcio senza farci abbattere dalle difficoltà. In questo momento, al netto delle difficoltà, siamo in piena lotta per l’Europa League, e abbiamo davanti a noi quattro squadre troppo più attrezzate. Oggi andiamo sotto tre volte per sciocchezze individuali, e rimaniamo con la testa sull’obiettivo: “E’ stata forse la nostra gara più lucida” – dice il mister – “perché abbiamo continuato a giocare senza farci innervosire dagli episodi“. Sono d’accordo. Ora dipende da noi, che abbiamo tre gare difficilissime contro Sampdoria, Juventus e Verona.

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