Al termine di Lazio-Venezia arrivano come di consueto le pagelle del nostro direttore Guido De Angelis. Ecco voti e giudizi dei protagonisti biancocelesti del match.
STRAKOSHA SV – Primo tempo da spettatore non pagante. Nella ripresa ci fa gelare il sangue quando sbaglia l’appoggio in uscita e pensa – per l’ennesima volta – di entrare in tackle scivolato sul centravanti, invece di tentare l’intervento con le mani: una follia. Per fortuna, c’è un precedente fuorigioco. Ancora una volta teniamo la porta inviolata, siamo cresciuti tanto.
PATRIC 7 – Abbiamo tre terzini di ruolo, con Radu che lo è diventato a stagione in corso per necessità . Complici la squalifica di Marusic e le precarie condizioni di Lazzari, il numero 4 questa sera cambia forse per la quinta o sesta volta il ruolo in campo da quando è a Roma, giocando da terzino della difesa a quattro in una sorta di ritorno alle origini (era il 2016). Ordinato in uscita, si sovrappone con continuità e nella ripresa fa tre o quattro diagonali molto ma molto importanti. Serve cross interessanti e metterebbe in porta Luis Alberto. Sempre concentrato, tocca bene il pallone e garantisce sempre l’appoggio ai compagni. Continua a mettere in campo grande applicazione, oggi è stato tra i migliori e merita i complimenti, ci ha dato sicurezza.
LAZZARI SV – Sarri gli concede una dozzina abbondante di minuti per ritrovare la confidenza col campo. Il suo fisico gli ha permesso il recupero in tempi brevi da un infortunio che lo aveva tenuto fuori nel suo miglior momento.
LUIZ FELIPE RAMOS 6,5 – Gioca in coppia con Acerbi col peso della diffida, deve tenere un interprete scomodo come Okereke. Nel primo tempo in due o tre circostanze, per cercare l’anticipo, buca l’intervento e spalanca il campo al rivale. Ma nella ripresa vince diversi contrasti sia di testa che in scivolata. Mezzo voto in più per l’intelligenza che ha dimostrato nell’episodio del calcio di rigore, che guadagna con astuzia.
ACERBI 6,5 – Torna all’Olimpico dal primo minuto al centro della difesa dopo una vita. Per anni ha trascinato da solo una retroguardia dagli interpreti rivedibili (per usare un eufemismo) senza saltare un minuto. Puntuale nei duelli aerei, guida la linea senza mai andare in affanno. Con lui dietro è tutta un’altra cosa. Giocatore fondamentale per noi.
HYSAJ 6 – Rientra dall’inizio più che per mancanza di alternative che per meriti sportivi. Nel primo tempo perde in uscita un pallone pericolosissimo, e non riesce mai ad andare al cross. Costringendoci a ribadire che nell’intera rosa non abbiamo un esterno mancino di ruolo. Si limita veramente al compitino, da calciatore che onestamente sembra ancora in difficoltà . Sufficienza stiracchiata.
LUIS ALBERTO 6 – Primo tempo anonimo, calcia male una decina di calci d’angolo senza riuscire mai ad impensierire i saltatori del Venezia. Nella ripresa si intende a meraviglia con i compagni col pallone a terra, ma si divora l’ennesimo gol “facile facile†senza centrare la porta, come era già accaduto con Porto e Napoli. Nella seconda parte del secondo tempo non capisce di dover attaccare la porta per provare a chiudere il match, e si limita all’accademia. Richiamato in panchina a dieci minuti dalla segnalazione del recupero, deve finirla di sbracciarsi e protestare al momento del cambio.
BASIC SV – Entra nel finale di gara, ma sbaglia clamorosamente l’ultimo passaggio che avrebbe messo in porta Felipe Anderson e Immobile. Mi sembra un giocatore spaesato, spero possa calarsi presto nella realtà della Lazio, perché continua ad apparire come un pesce fuor d’acqua.
LEIVA 7,5 – Da due mesi è tornato quello di una volta, crescendo a livello fisico. L’infortunio di Cataldi lo costringe agli straordinari, non ha alcun sostituto di spessore in un ruolo così decisivo. Prestazione egregia con una ripresa sontuosa: nel finale aggredisce in avanti e sradica per tre volte consecutive la sfera, evitando ripartenza pericolose e facendoci respirare. Quando può allenarsi e giocare una volta a settimana, ci fa vedere ancora sprazzi del vecchio Lucas. Bellissimo.
MILINKOVIC-SAVIC 6,5 – Gli ospiti intasano le vie centrali e perfino per un calciatore dominante come lui è difficile rendersi pericoloso per le vie aeree. Fa più fatica del solito ad accendersi, ma nel primo tempo sfiora la rete su punizione e nella ripresa si mette a correre come un dannato: non sbaglia un pallone, ricama le azioni più belle dei secondi 45′ e nel finale fa sparire la sfera agli avversari. Vero leader della squadra, anche in una serata “ordinaria” per uno come lui. P.S. L’assist per il gol (poi cancellato per millimetrico offside) di Immobile è roba da calciatore superiore.
FELIPE ANDERSON 7,5 – Sugli scudi da qualche settimana, si è ripreso il posto dal 1’ a suon di prestazioni convincenti. Imbeccato da Immobile, alla mezzora cestina col destro una grande occasione a tu per tu con l’estremo difensore dei lagunari. E’ frizzante per tutta la partita, sta benissimo e oltre ad essere una spina nel fianco per la difesa del Venezia, ha fatto un grandissimo lavoro per la squadra anche in fase difensiva. Nel finale perde palla alla nostra bandierina, e se la va a riprendere con caparbietà . Ricordo nitidamente almeno cinque o sei ripiegamenti in difesa in cui parte dalla trequarti offensiva e comincia a correre come un pazzo per sfrecciare a recuperare il pallone. Emblema di come stia crescendo a livello mentale. Bravo Felipe!
IMMOBILE 7 – Nel primo tempo ha pochissimi palloni giocabili, uno di questi è l’assist a Felipe Anderson. I centrali del Venezia sono tutti in area piccola e sono abili a togliergli la profondità . Nella ripresa segnerebbe un gol d’autore, cancellato dal VAR. La serata dedicata a Pino Wilson, però, non poteva che portare la firma di colui che indossava, simbolicamente, la sua fascia sul braccio. Rete gonfiata, bacio al cielo, e Ciro capocannoniere di Serie A e sopra Piola.’Un gol PE-SAN-TIS-SI-MO.
ZACCAGNI 5 – Quando sprinta salta sempre il primo marcatore, ma poi rimane sempre lì. Riusciva ad andar via sulla sinistra con buona continuità , aveva fatto ammonire Mateju. Poi commette due sciocchezze in area avversaria, beccandosi il giallo che gli farà saltare il derby. Per quanto la seconda – a mio avviso – non integrava gli estremi della simulazione, sembra quasi che questo ragazzo se la sia cercata, l’ammonizione. Ed è grave. La stessa cosa era successa nell’andata di Europa League col Porto: giocava con la diffida, ha saltato il ritorno. Nell’ultima sfida casalinga col Napoli, idem. E’ alla prima stagione in un club importante, ma deve fare tanti passi in avanti a livello di testa, perché è stato recidivo nell’essere ingenuo, ed era stato anche “avvisato†dal direttore di gara. Sparisce nella ripresa e viene sostituito da Pedro. Farebbe una gara da sufficienza, rovinata dai due episodi, la cui somma gli costa un cartellino che pesa come un macigno.
PEDRO SV – Entra in campo quasi per fare presenza: sa che abbiamo gli uomini contati per la stracittadina, così si limita a camminare e a prendere le misure per il derby. Zaccagni e Felipe sono più in forma di lui, che però domenica avrà il veleno necessario. Questa sera non è giudicabile.
MISTER MAURIZIO SARRI 7 – Siamo cresciuti davvero tanto. Oggi affrontavamo una squadra che non veniva a pressarci e faceva enorme densità in mezzo al campo: complimenti al Venezia, che ha preparato al meglio la gara e ha rallentato la nostra manovra giocando con l’acqua alla gola. Noi, però, abbiamo avuto un grande approccio, siamo stati sempre dentro la partita, e nella ripresa abbiamo fatto vedere delle giocate belle ed efficaci. Stiamo diventando una squadra sempre più consapevole, ogni domenica aggiungiamo un tassello in più, oggi abbiamo dominato ma senza mai perdere la testa, interpretando col cervello una gara durissima. Ora testa a domenica.