Lazio, Cardone: “La società non accetta di mettersi in discussione. Tavares il più sacrificabile”

“Marotta ha fatto una sintesi giusta, il nostro è un campionato di transizione, di passaggio e i risultati si vedono. Ci sono le categorie anche in ciascun campionato. Il fatturato fa la differenza, nel nostro campionato è inferiore rispetto a tutte quelle che dominano in Europa. C’è qualche dirigente di alto livello che sulla gestione tecnica sa fare il suo lavoro, infatti in finale ci arrivano Marotta e Ausilio, in finale ci arriva Percassi. La squadra che è cresciuta tanto investendo poco è il Bologna con Sartori. La Lazio è stata in Europa League 16 anni su 20. L’anno scorso in Europa League siamo stati super competitivi, storicamente abbiamo fatto un bel percorso anche l’anno che usciamo con il Salisburgo, nell’insieme due volte soltanto competitivi sono poche. L’esonero di Baroni è un passaggio strano, era una scelta giusta, l’hanno voluto fortemente. Per Baroni era l’occasione più grande della sua carriera, era pieno di stimoli. L’ambiente ha delle ambizioni superiori alle capacità stesse. La mentalità della società deve fare uno scatto in avanti”. Queste le parole del giornalista de “La Repubblica” Giulio Cardone in diretta nella trasmissione “Quelli che…” in onda sui 98.100 di RadioseiLazio.

L’opinionista ha poi proseguito: “Per il terzo anno di Sarri la società non ha accettato di mettersi in discussione dandogli carta bianca, si è tornato ai vecchi schemi facendo finta che quell’opportunità di fare il salto non ci fosse. C’è un feeling diverso tra Sarri e Fabiani rispetto a Sarri e Tare, ma le dinamiche restano quelle, sono identiche, è un film già visto, il direttore sportivo chiede di valorizzare i giocatori presi, l’allenatore è insoddisfatto e si ricomincia così. Basta pensare alla storia del miracolo, con Sarri che disse che stava facendo un miracolo e Tare che smentì la parola miracolo. Sono quindi le stesse dinamiche che si stanno riproponendo. Il grande rimpianto che ho è non esser riusciti far lavorare insieme Tare e Sarri, che erano top in italia, e Lotito non è riuscito a farli coesistere in maniera costruttiva per la Lazio, ed è stata buttata una grande occasione. C’era anche Rao ai tempi, erano congiunture che andavano sfruttate in maniera diversa, andavano sostenute. Era stato fatto bene con Tare, Peruzzi, Inzaghi, mentre ad oggi no. Fabiani vuole ringiovanire la squadra, a Sarri stanno bene i giovani, ma Insigne lo vuole comunque, vediamo che decideranno, magari Fabiani dice sì a Insigne ma chiederà di valorizzare anche altri giocatori. Vediamo se ci sarà un compromesso”.

In conclusione: “Non mi aspetto nulla dall’incontro di oggi, non credo che ci sia Lotito, parleranno Fabiani e Sarri, con Sarri che ha da dire delle cose, e Fabiani che aspetta i nomi con cui si può lavorare in uscita. Non vedo questo incontro come un grande vertice. Tavares è il nome tra i big più sacrificabile per Sarri, nella rosa sono Mandas e Isaksen. E’ Tavares perché non sta migliorando rispetto all’inizio. Se dovesse invece arrivare un’offerta di 30 milioni al Taty Castellanos, Sarri non chiuderebbe la porta. Non è un grande estimatore di Castellanos, ma allo stesso tempo non ci rinuncerebbe a cuor leggero, in caso vorrebbe un centravanti altrettanto di livello”.

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