Archiviata la sosta di ottobre finalmente è il momento per la Lazio di tornare in campo. I biancocelesti saranno impregnati domani contro l’Atalanta a Bergamo in una trasferta complicata e resa ancor più difficile dai tanti infortuni che hanno falcidiato la squadra. Alla vigilia del match il mister biancoceleste Maurizio Sarri è intervenuto in conferenza stampa per presentare la sfida:
Che peso ha la gara di domani per voi? Quanto è diversa l’Atalanta di Juric da quella di Gasperini?
«La Lazio attuale è una Lazio che è dipendente dai giocatori a disposizione. Siamo andati a Genova e con il Torino senza otto giocatori. Una situazione difficile specie dopo un’estate come quella che abbiamo passato noi. Sappiamo che valenza avrà domani. Dovremo essere umili come tutto l’ambiente, che è più difficile. L’Atalanta di Juric è simile a quella di Gasperini, con minime differenze»
Come stanno gli infortunati?
«Sono tutte situazioni al limite, sono ragazzi che con noi hanno fatto allenamento stamani. Non ci rendiamo conto nemmeno di che tipo di minutaggio possano avere, hanno fatto un allenamento poco pesante dal punto di vista fisico. Qualcuno lo dovremo mettere dentro, alcuni saranno a disposizione. Dia ha un problema alla caviglia che torna, Pellegrini ha un infortunio traumatico. Gli infortuni muscolari sono tutti in distretti muscolari diversi, quello di Marusic è un riacutizzarsi di un vecchio problema. Zac viene da un’estate difficile. È una situazione difficile.»
Ha parlato con la società riguardo il mercato di gennaio?
«Al momento non ho indicazioni di questo tipo. Il direttore mi dice che a gennaio potremo fare mercato e ci dovremo organizzare in questo senso, ma non ho un’ufficialità»
Due anni fa si è visto il manifesto della Lazio di Sarri a Bergamo.
«Posso chiedere una parte delle qualità, non posso entrare in uno spogliatoio e chiedere qualità. Quella squadra lì aveva qualcosa in più, ma come qualità tecniche meno. Abbiamo perso giocatori di altissimo livello. È chiaro che io parlo di umiltà perché la nostra situazione sta diventando sempre più difficile nel tempo. Quando si parla di umiltà non bisogna confonderla con l’accettazione della sconfitta. Giochiamo con una squadra molto più forte di noi dovremo essere bravi a non dar loro punti di riferimento. Cataldi? Giocatore estremamente affidabile, non è una sorpresa per me»
La vedo triste. Cancellieri è forse la nota positiva di questo momento
«Sono contento invece, una squadra con tutte le nostre problematiche che gioca così un derby, vince a Genova e riprende la sfida col Torino è un bel segnale. Cancellieri? Penso che abbia cominciato a giocare sfruttando le sue qualità, fa parte dell’evoluzione sua come giocatore e persona. Deve muovere palla velocemente e attaccare gli spazi, se si intestardisce in azioni individuali si perde. Abbiamo la sfortuna/fortuna di avere un Isaksen in crescita e spesso dovremo fare una scelta tra i due sperando che uno dei due possa essere incisivo anche dall’altra parte»
Come sta Dele-Bashiru? A che punto è Isaksen?
«È ancora sotto la supervisione dello staff medico, potrebbe passare ancora un po’ prima che torni con noi. Isaksen ha fatto due spezzoni in Nazionale. È tornato con dei valori che non ci piacevano, ha lavorato con dei carichi. Stamani ha fatto un allenamento di buon livello, lo vedo più reattivo rispetto a quindici giorni fa. Ha avuto una malattia subdola»
Lei ha parlato spesso delle motivazioni che lo portano avanti. Sente che il progetto la attrae anche dal punto di vista tecnico?
«A gennaio e a giugno prossimo te lo saprò dire. Quello che ho fatto per questa squadra non lo avrei fatto per nessun altra, questa forza non mi sta abbandonando. Ho la ferma convinzione di tirare fuori da questo gruppo dei giocatori che possano giocare in una squadra competitiva»
Può esserci una complicità della situazione campo e ritiro per gli infortuni? Come sta Castellanos?
«Che un giocatore possa avere un problema muscolare per il ritiro mi sembra strano, abbiamo avuto un problema campo per una decina di giorni. Ora sono pronti due campi di buon livello, probabilmente in quei dieci giorni qualcosa può aver inciso. Sono difficoltà momentanee che capitano a tutte le squadre. Se c’era un errore di programmazione i problemi sarebbero venuti a tutti nello stesso distretto. Castellanos è ancora sotto i medici, si parlava almeno 4-5 settimane, siamo ancora lontani»
Tavares può giocare anche come esterno nel 4-4-2?
«Le difficoltà sue mi sembra che hanno una storia un po’ più lunga, non penso siano tattiche. Non può giocare in mezzo al campo, non ha una gestione della palla da fermo di altissimo livello, se riceve palla più avanti perde la percussione palla al piede partendo da lontano. Deve solo ritrovarsi dal punto della fiducia in sè stesso. Ha qualità enormi è evidente, deve solo tirarle fuori»
C’è un giocatore che la sta stupendo per applicazione?
«Con questi ragazzi il percorso è lungo, abbiamo in squadra tanti ragazzi che giocano per istinto e la mia capacità di incidere diventa minore. Prediligo un calcio più ragionato e faccio fatica a farli crescere, per caratteristiche mentali sono così. Vedo l’evoluzione nel modo di porsi e la disponibilità è crescente, piano piano sono convinto che qualche giocatore crescerà in maniera forte. Adesso faccio fatica a farli giocare come vorrei io, ma se continuano con l’applicazione dell’ultimo mese si va dove voglio io»