40 anni di Lazialità, -33: il countdown con le copertine che hanno fatto la storia

Lazialità festeggia i suoi primi 40 anni di vita. Fondata nel settembre del 1985 da Guido De Angelis, “Lazialità” è stata negli anni un magazine, un tabloid, la rivista ufficiale della Lazio e anche un format televisivo e un sito. Tante anime, un’unica missione: raccontare, custodire e diffondere l’amore per i colori e per la storia della Prima Squadra della Capitale.

Un traguardo storico che “Lazialità” festeggerà insieme a tutti i suoi lettori e ai tifosi della Lazio sabato 27 settembre 2025. Il countdown verso il grande giorno è iniziato e abbiamo deciso di accompagnarvi in quest’attesa pubblicando ogni giorno una copertina storica di “Lazialità”.

-33: Nesta e Mihajlovic a difesa della Lazio

La copertina di oggi è un brivido biancoceleste che pervade corpo e anima di ogni tifoso che la osserva. Siamo a novembre 1999, a due mesi dal centenario, e sulla prima pagina di “Lazialità” troviamo Alessandro Nesta e Sinisa Mihajlovica difesa di un sogno“.

Sono loro i centrali di difesa di una Lazio “imbattibile”, due grandi laziali. Ma non è solo il ruolo dei due giocatori ad aver influenzato il titolo della rivista. A spiegarlo è Guido De Angelis, nel suo editoriale: “Nei nostri cuori si agitano tante sensazioni, sensazioni di una grande Lazio che a mani basse ha passato il turno in Champions League e che ora affronterà Chelsea, Feyenoord e Marsiglia. (…) Oggi Roma siamo solo noi nell’immaginario collettivo all’estero. Nei negozi, in Italia e nel mondo, spopola la maglia laziale. (…) Roma, l’Italia, siamo noi“.

E se tira Sinisa…

Numeri, dicevamo. Che dire, Nesta e Mihajlovic ne facevano passare davvero poche. Sfogliando la rivista di Lazialità, troviamo alcuni dati. Con loro in campo la media gol subiti si abbassava da 1.1 a 0.6. Impressionante anche la media punti della Lazio con i due titolari (2.3) e senza (1.4). Una super difesa, ma anche un super attacco. Con Nesta e Mihajlovic in campo la Lazio segnava in media 2.35 reti a partita, senza 1.6. Il motivo? Facilmente intuibile: le punizioni magistrali e gli assist forniti dal mancino celestiale del centrale serbo.

Una squadra stellare, con il piglio e la voglia di non arrendersi mai, di crederci fino all’ultimo minuto, fino all’ultimo secondo. Una squadra che faceva sognare, una squadra da sogno per l’appunto. Un sogno custodito gelosamente da due guardiani straordinari della Lazio e della lazialità.

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