Lazio-Juve 1-1, le pagelle: si salva Castellanos, flop trequarti. Manca qualità

Al termine di Lazio-Juventus 1-1 arrivano come di consueto le pagelle del nostro direttore Guido De Angelis.

MANDAS 6 – Poco impegnato, il colpo di testa di Kolo Muani è forte e ravvicinato e il greco non riesce nel prodigio: la sfera gli sbatte sull’altra mano e va dentro. Solo uno svarione con i piedi (nel primo tempo), poi la consueta serenità.

MARUSIC 5 – Una marea di errori nel primo tempo, quando cammina sulle poche folate della Juventus sulla corsia sinistra. Il gol della Juve nasce come sempre dalla sua parte: morbidissimo su Weah, che lo taglia fuori. In fase offensiva, neanche a dirlo, è nullo. Il solito, insomma.

LAZZARI 5 – Il secondo tempo è la fotografia del suo percorso alla Lazio: sa fare bene una cosa, correre, ma dilapida sempre il patrimonio che si costruisce sbagliando sistematicamente il cross. Quando deve scodellare la sfera in mezzo col destro entra in uno psicodramma e fallisce puntualmente la misura del traversone. Quando rientra sul mancino di fatto chiude gli occhi e incrocia le dita. In molti casi, invece di prendersi la responsabilità, si limita a scaricare all’indietro. Quando parliamo di mancanza di qualità, ci riferiamo anche a queste situazioni. Oggi – grazie alla superiorità numerica – doveva pensare solo alla fase offensiva, e con un terzino abile al cross avremmo creato una dozzina abbondante di occasioni da rete. Il suo ciclo in biancoceleste dovrebbe essere finito.

GILA 6 – Primo tempo con tante uscite a vuoto, Kolo Muani ha qualità e contenerlo non è semplice. Nella ripresa mette il turbo e prova ad avanzare in percussione. In difesa ha sofferto pochissimo. Gara attenta e ordinata. Le parole in conferenza stampa sono fin troppo chiare: la retroguardia in questa stagione è stata sistematicamente esposta e in questa seconda parte di stagione sta pagando tanto anche l’assenza del filtro del centrocampo.

ROMAGNOLI 6 – Qualche scalata non impeccabile, si perde Kolo Muani sul gol, ma le responsabilità sono di Guendouzi e Marusic, oltre che di piazzamento (e di concentrazione) di squadra. La sua partita dura 55 minuti, da lì in poi la Vecchia Signora smette di attaccare. Peccato per il colpo di testa finale su calcio d’angolo, che finisce alto.

PELLEGRINI 5,5 – Alterna cose discrete a errori marchiani: Alberto Costa gli va via che è una bellezza, poi rischia più volte il giallo e lo prende nel finale per proteste. Nervoso, commette svariati errori di posizionamento e anche in zona cross è meno preciso del solito. Zaccagni, oggi, non lo aiuta. Ammonito e diffidato, salterà Inter-Lazio e Baroni sarà costretto a reinventarsi la fascia mancina.

ROVELLA 5 – La ripartenza che gestisce malissimo nella ripresa è l’emblema della sua totale assenza in zona gol. Ma anche in fase di filtro prosegue il momento no. Qualche buon recupero, ma anche tanto disordine. E non si prende mai la responsabilità di verticalizzare. Quando esce dal campo è visibilmente incavolato. Brutta partita, è crollato in questo rush finale. Ma in fase realizzativa è un giocatore che non ci ha mai dato nulla.

VECINO 6,5 – Entra in campo e ha due occasioni di testa in area piccola, la sfera finisce a lato. Nel recupero segna il gol dell’1-1 che perlomeno ci dà qualche speranza per la qualificazione in Europa League o Conference League. Ma la prossima, purtroppo, è a Milano con l’Inter. La sua fisicità ed esperienza sarebbe da sfruttare meglio. Eppure, gli viene preferito anche Dele Bashiru.

GUENDOUZI 5 – Primo tempo bruttino, a inizio ripresa è colpevole sul gol del vantaggio della Juventus. Inesistente in fase offensiva, sta arrancando nel finale di una stagione in cui non ha mai rifiatato. Non demorde e continua a correre, ma non è più lucido.

DELE BASHIRU 5 – Giocatore acerbo, tatticamente immaturo, a cui servirebbe giocare per migliorare. Ma oggi si giocava uno scontro diretto a 270 minuti dal termine della stagione e non c’erano da fare esperimenti. Inspiegabile che non giochi uno tra Dia e Vecino una sfida del genere. In avanti spreca l’unica occasione del primo tempo e fa tanta confusione. In fase difensiva, vi invito a riguardare la partita: non ha idea di cosa fare e si dimentica di seguire l’uomo. Tiene su col corpo uno o due palloni, ma perde anche una miriade di duelli. Inadatto a scenari di classifica elevati, non era la sua gara. E per l’ennesima volta viene sostituito a inizio ripresa.

DIA 6 – Più adatto a queste gare, incredibile lasciarlo in panchina. Entra bene e chiama Di Gregorio ad una grande parata: l’ex portiere del Monza devia la sfera sul palo. Nell’ultima mezz’ora attacchiamo soltanto di pancia, scodellando una serie di cross sballati al centro dell’area di rigore. E così la partita è difficile anche per uno come lui.

ISAKSEN 5,5 – Viene rispolverato dopo che nelle ultime due trasferte gli era stato preferito Marusic da ala destra. Qualche strappo nel primo tempo, fa ammonire Savona e poi si limita al compitino. Dopo un mese e mezzo a razzo, è calato anche a livello mentale. Ci sono categorie, e Isaksen non è ancora un calciatore da prime 7 del campionato italiano.

PEDRO 7 – Cambia la partita nel secondo tempo, come quasi sempre. Abbiamo una squadra operaia, lo spagnolo a quasi 38 anni porta ancora grande qualità. Subentra, calcia in porta, crossa alla grande, ci dà brio e ci scuote. Superiore di 2 categorie ai compagni, il problema è che il ragazzo è a fine carriera e che a risollevarci debba sempre essere lui e non i “giovani” acquistati in estate e lasciati marcire (per evidenti ragioni) in panchina.

ZACCAGNI 5,5 – Nessuna invenzione, solo un enorme recupero difensivo su Alberto Costa nel primo tempo. Fuori dalla manovra, in zona gol prosegue ad essere un assente ingiustificato. Sciocca anche l’ammonizione nel finale che gli farà saltare la gara con l’Inter. Ma è troppo molle in avanti e si prende troppe pause. L’ultimo cross della partita è lo specchio di un momentaccio.

CASTELLANOS 6,5 – Come spesso accade ha chiuso la partita senza conclusioni. Ma ha lottato tanto, si è battuto con buona tecnica, ed ha determinato. Manda Isaksen in profondità nel primo tempo, lega il gioco come sa fare. Fa espellere Kalulu e ci regala 40 minuti in superiorità numerica. Poi colpisce di testa la sfera che Di Gregorio deposita sui piedi di Vecino per il gol dell’1-1. Una buona gara.

BARONI 5,5 – Bene i gol dei cambi, bene i gol nel finale, ma questa squadra ha sempre lo stesso copione: sterile in attacco, senza schemi offensivi, e sempre perforata a inizio ripresa. La qualità è scadente, forse nulla, ma questa non è una squadra solida e, soprattutto, è una formazione mentalmente instabile. A questo si aggiungono – stasera – scelte strambe come quella di Dele Bashiru dall’inizio. Si tratta di minuzie, perché il problema è alla radice: questa squadra ha difetti eclatanti e non è una formazione da Champions League. Ora le ultime due gare della stagione per centrare almeno una qualificazione europea. Sarà tutt’altro che semplice.

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Pensieri e parole di
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