Musica&Lazio: Cronache di una Lazio senza tempo, tra Chinaglia, Gabriella Ferri, Cuccureddu e gli Oliver Onions

Cari fratelli Laziali,

in questa rubrica di Lazialità, ogni settimana ci occupiamo di musica e di costume, e naturalmente, della nostra comune passione. Volenti o nolenti, la Lazio occupa un posto di primaria importanza nella nostra vita.

Se pensiamo che nelle ultime tre settimane i nostri giocatori si siano sentiti stressati per via delle tante partite giocate, forse dovremmo consigliargli di destinare parte del loro tempo libero alla musica e alle canzoni. E dovremmo raccontargli la storia che state per scoprire. Vi parleremo di un Giorgio Chinaglia come non l’avete mai immaginato.

Questa è la settimana del 51° anniversario dello Scudetto della Banda Maestrelli e in vista di Lazio Juventus di sabato pomeriggio, vogliamo riportarvi alla settimana che precedette la “partita delle partite” di quella magica cavalcata, quel Lazio Juventus, il big match della XVIII giornata del Campionato 1973/74.

Tutto ebbe inizio con un’idea degli Oliver Onions. Loro due, i fratelli Guido e Maurizio De Angelis, sono grandissimi tifosi della Lazio.

Sono molto famosi! Sono gli autori di Dune Buggy, la musica di Altrimenti ci arrabbiamo, l’ultimo clamoroso successo cinematografico di Bud Spencer e Terence Hill.

Hanno avuto un’idea fantastica: scrivere una canzone su misura per il loro idolo, Giorgio Chinaglia, e farla cantare proprio a lui.

Lo contattano, vanno ad incontrarlo a Tor di Quinto. Incontrano anche Maestrelli, il quale si mostra divertito all’idea, scherzandoci su. Giorgio è addirittura entusiasta. Come tutti i giovani campioni, è affetto da una sana dose di narcisismo. È consapevole di essere il calciatore del momento. Il fatto che parli l’inglese, in una realtà sociale come quella italiana dove quasi nessuno conosce lingue straniere, ne ha fatto il simbolo di un new deal calcistico, dopo anni di rigida autarchia targata Milan, Inter e Juventus.   

La canzone si chiamerà “I’m football crazy”. Un motivetto facile-facile, orecchiabile, che nella struttura sonora e nella metrica, ricorderà appunto Dune Buggy.

Il disco verrà inciso alla RCA, che ha sotto contratto gli Oliver Onions.

La RCA è una casa discografica potentissima, quasi tutti gli esponenti del cantautorato nazionale ne fanno parte. Gli studi di registrazione sono costantemente occupati, anche di sabato e di domenica. Inaspettatamente, si è liberata una finestra di qualche ora la mattina del 14 febbraio. Gli Oliver Onions telefonano a Chinaglia, avvisandolo dell’opportunità. Giorgio telefona a Maestrelli. A questa novità, Tommaso si mostra subito contrariato. Le sue preoccupazioni non sono immotivate: “Ma come, a tre giorni dalla partita con la Juventus? Giorgio, ma ti rendi conto? Domenica mancherà anche Re Cecconi”. Tommaso si rivolge a Giorgio a mani congiunte, quasi implorandolo a rinunciare. Ma Giorgio sa come tranquillizzare il suo mister. Un’occhiata, da figlio a padre, vale più di mille parole. Tommaso lo saluta – “però cerca di tornare presto, devi allenarti oggi pomeriggio”.

Giorgio sale sulla sua Jaguar e si avvia verso una nuova avventura.

Chinaglia e gli Oliver Onions varcano l’ingresso della RCA giovedì 14 febbraio. Sono quasi le 10. Mancano meno di 90 ore a Lazio Juventus, la partita che potrebbe decidere le sorti della stagione. Sono settimane che Long John ha studiato la canzone, la sa a memoria.

Si avvicina al microfono con sicurezza. I camici bianchi dei fonici non lo mettono in imbarazzo, inizia a cantare:

Sunday morn’, rain or shine

Gotta make the game on time

All week long, gotta train

‘Cos I’m better than the rest!

Alright, Alright…

Dall’altra parte del vetro, qualche tecnico sogghigna. Giorgio non è decisamente un cantante, non lo sarebbe mai. Ha provato a biascicare qualche strofa ma il risultato è così-così. Gli Oliver Onions suggeriscono qualche accorgimento tecnico: Giorgio ripeterà l’esecuzione e i fonici registreranno in modo da rendere il tono della voce di Giorgio ancora più basso, per attenuare le stonature e i frequenti vuoti nella dizione. Ricordate? Ogni tanto Long John si “mangiava” le parole.

Giorgio completò l’esecuzione ma il brano risultava ancora troppo piatto. Occorreva sovraincidere un coro, per dare verve e ritmo. Servivano voci femminili e dei veri coristi.

Verso mezzogiorno, gli Oliver Onions e Giorgio vanno a prendersi un caffè. C’è un bar-tavola calda all’interno della RCA, frequentato dai grandi della musica. Gente come De Gregori, Dalla, Cocciante, Baglioni, Ennio Morricone, Renato Zero, Rino Gaetano, tutti passano da lì.

Attraversando i corridoi, Giorgio ha notato Gabriella Ferri, seduta in un salottino. Sta parlando con Franco Finetti, il tecnico del suono di Remedios, il suo ultimo album, per il quale, proprio gli Oliver Onions, hanno curato gli arrangiamenti. La Ferri è un personaggio televisivo importantissimo, è considerata la regina della canzone romanesca. È una tifosa romanista.

Basta un attimo: Guido e Maurizio De Angelis le dicono che stanno cercando qualcuno che si unisca al coro per il disco di Chinaglia. Gabriella Ferri accetta, dopo un quarto d’ora, il disco del più rappresentativo calciatore della Lazio avrà un bellissimo sottofondo armonico.

Si sa come sono fatti gli artisti, sono dei “tiratardi”.

Giorgio, non solo si fermerà a pranzo con l’allegra comitiva. Brinderà con vino, per poi passare al caffè e all’ammazza-caffè; insomma farà tardi e salterà l’allenamento. La sera si presenta a cena, a casa di Tommaso, con la coda tra le gambe. Non ha nemmeno avvisato. La signora Lina regge il gioco al marito e fa accomodare Giorgio come se nulla fosse.

Tommaso gli parla serenamente. Da grande psicologo, ha compreso che l’uomo-Chinaglia si sente in debito e che domenica darà tutto.

Ed eccoci a domenica. Sono le 14.30 del 17 febbraio 1974, lo stadio Olimpico è stracolmo. Sono presenti 76.564 spettatori per un incasso di circa 287 milioni di lire, il nuovo record italiano!

Sotto una pioggerellina leggera scendono in campo Pulici, Petrelli, Martini, Wilson, Oddi, Nanni, Garlaschelli, Inselvini, Chinaglia, Frustalupi e D’Amico. A disposizione di Tommaso ci sono Moriggi, Manservisi e Polentes.

Sulla panchina della Juventus, l’allenatore Čestmír Vycpálek è consapevole che una vittoria a Roma significherebbe il 90% delle probabilità di vincere l’ennesimo Scudetto.

Manda in campo Zoff, Spinosi, Marchetti, Furino, Morini, Salvadore, Gentile, Cuccureddu, Anastasi, Capello e Altafini. Le riserve sono Piloni, Viola e Bettega.

Al 5′ minuto l’Olimpico salta in aria, Garlaschelli ci ha portato in vantaggio! Renzo ha indovinato il tempo giusto per ribattere a rete la sfera rimpallata dalla difesa della Juve. La Lazio gioca benissimo, Tom se ne resta seduto mentre i suoi ragazzi continuano a spingere, non lasciando nulla agli avversari, annichiliti dal gioco fluido della Banda Maestrelli.

Al 15′, il signor Panzino non se la sente di fischiare un rigore contro la Juventus. Chinaglia è stato lanciato da D’Amico, sta per calciare a botta sicura quando viene atterrato da Morini, dentro l’area. Giorgio è un toro infuriato, le sue proteste innescano la reazione del pubblico, che segue animatamente la partita, infischiandosene della pioggia che cade dal cielo. Al 20′, splendida triangolazione Petrelli-Nanni-Petrelli, con il numero 2 che sfiora il raddoppio, lambendo l’angolo destro di Zoff.

Stiamo prendendo a pallonate la Juve da quasi mezzora. Al 28′, Panzino comanda una punizione per la Lazio. Long John tira un rasoterra violento, che s’insacca alle spalle di Zoff. Lo stadio esplode in un boato assordante, migliaia di ombrelli iniziano a volare nell’aria, ondeggiando e ricadendo sulla pista d’atletica. Qualcuno dovrà continuare ad assistere alla partita sotto l’acqua!

Sotto di due reti, la Juventus prova ad imbastire qualche manovra.

Solo al 45’, Anastasi effettua l’unico tiro dei bianconeri, un tentativo che si spegne sull’esterno della rete.

La ripresa inizia così-così: Petrelli serve involontariamente Gentile. Al limite dell’area, ma nettamente fuori, il terzino viene fermato da Wilson, irregolarmente. Il signor Panzino assegna rigore alla Juve; in un tumulto di emozioni, qualcuno non riesce a controllarsi. Un tifoso laziale entra sulla pista di atletica, vorrebbe avvicinarsi all’arbitro ma viene fermato dalle Forze dell’Ordine. Nel frattempo, Cuccureddu si è portato sul dischetto.

Il tiro è centrale, facile da intuire per Felice, che è bravissimo a non muoversi. Pulici ha deviato in angolo, l’Olimpico esplode come se avessimo segnato ancora.

Chinaglia appare indiavolato. È imprendibile. Al 51′, sulla sinistra dell’area di rigore si trascina dietro Morini e tira sul secondo palo ma Zoff respinge.

Si arriva al minuto numero 53. Nuovo calcio di rigore alla Juventus: questa volta per fallo di Petrelli, che ha trattenuto per un braccio Altafini. Questa volta batte Anastasi, che trasforma mandando il pallone sulla sinistra di Felice.

La reazione della Lazio è furiosa. Sotto la pioggia, Chinaglia sembra un gladiatore, scapigliato e scatenato: imbeccato da Inselvini è entrato in area, ha tirato, ha superato Zoff ma Salvadore, appostato sulla linea, riesce a salvare la sua porta.

Con la Lazio costantemente all’attacco si arriva al 65′. Giorgio è francobollato da Morini, entra in area, sente una bottarella e si lascia cadere. Si “inventa” un rigore che a quel punto, il signor Panzino non poteva non assegnare. Giorgio va sul dischetto e tira, non benissimo. Anzi, tira male e centralmente; ma segna, perché Zoff ha scelto di buttarsi di lato.

Sul risultato di 3 a 1, la Banda Maestrelli inizia a gestire il risultato; solo a pochi istanti dal termine, Altafini obbligherà Oddi ad un salvataggio sulla linea.

A sera ci accorgemmo che lo Scudetto non era più solo un sogno: eravamo alle porte del sole, con ben 4 punti di vantaggio sulla Juventus e con Long John al comando della classifica cannonieri.

Che momenti indimenticabili cari fratelli laziali!

Attimi di felicità accompagnati dalle canzoni di quel tempo.

Vi proponiamo una nuova playlist, l’Hit Parade del 16 Febbraio ’74. Alla vigilia di quel Lazio Juve, i dieci 45 giri più venduti in Italia erano i seguenti:

Prima posizione per Alle porte del sole di Gigliola Cinquetti. In seconda, ..e poi di Mina.

In terza, una delle canzoni più belle del secolo, Angie, dei Rolling Stones. Quarto posto per Amicizia e amore, dei Camaleonti. In quinta, La collina dei ciliegi, di Lucio Battisti. Anna da dimenticare, dei Nuovi Angeli, occupava la posizione numero sei. Settimo posto per Infiniti noi, dei Pooh.

All’ottavo posto, uno dei brani più immaginari, visionari e futuribili dell’intera discografia nazionale. Stiamo parlando di Prisencolinensinanciousol, il pezzo di Adriano Celentano che non ne vuol proprio sapere di invecchiare. Le nuove generazioni lo ascoltano ancora oggi, essendo frequentemente inserito negli spot pubblicitari.

Nono posto per Voglio ridere, dei Nomadi, mentre la cover degli Stones, Satisfaction,  dei Tritons, chiudeva questa classifica di canzoni, piccole e grandi, ma comunque, veramente “senza tempo”.

“Senza tempo”: come la Lazio di Tommaso Maestrelli e Giorgio Chinaglia. Anche se tutti noi speriamo di vedere un’altra Lazio scudettata, il prima possibile, siamo consapevoli che la gioia, di quella e per quella Lazio, conteneva un mix di semplicità, incredulità e spontaneità, molto difficili da superare, specialmente nel calcio dei nostri tempi. 

Quanto al disco di Long John, I’m football crazy:

Giorgio non riuscì ad entrare nella Top 10 dell’Hit Parade ma raggiunse la venticinquesima posizione nella classifica delle vendite dei 45 giri del 1974. Oggi quel disco è abbastanza introvabile. Se lo doveste reperire, per favore, avvisatemi.

È arrivato il momento di salutarci.

Questa vigilia di Lazio Juve è diametralmente diversa di quella di 51 anni fa. Comunque la pensiate sulle possibili conseguenze di un nostro risultato positivo, vi auguriamo tanto divertimento.

Forza Lazio!
Ugo Pericoli

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