Al termine di Lazio-Parma 2-2 arrivano come di consueto le pagelle del nostro direttore, Guido De Angelis.
MANDAS 6,5 – Può poco o nulla sui gol del Parma, ma ci salva da una disfatta fragorosa evitando il 3-0 di Pellegrino, si ripete su Man e soffia sull’ultimo mancino del romeno che termina largo. Ci sono anche i suoi guantoni sul punto col Parma.
MARUSIC 5 – Nullo in fase offensiva, dove prova a scodellare al centro 5 cross scolastici ed elementari: 2 volte sbaglia la misura, altre 3 colpisce lo scarpino del diretto avversario. In difesa marca a distanza Valeri, facendogli fare una figura strepitosa: sembrava un mix tra Roberto Carlos e il miglior Tavares. Mezzo punto in più perché già nel primo tempo è provvidenziale da ultimo uomo in chiusura: ha evitato l’immediato raddoppio emiliano.
GILA 5 – In inferiorità numerica 7/8 volte in un’intera gara, lasciato a campo aperto contro l’attacco del Parma. Mette una toppa quando può, ma non riesce ad accorciare sul vantaggio ducale. Abbina discrete chiusure a circostanze in cui si fa trovare fuori posizione. Morbido anche a inizio ripresa sul raddoppio di Ondrejka, poi è leggero sul retropassaggio di Isaksen e manda in porta Pellegrino. In concorso di colpa con l’atteggiamento scriteriato e svagato della squadra, ma non è stata una gran serata.
ROMAGNOLI 6 – Leggero sui gol del Parma, ma è provvidenziale a leggere in anticipo la giocata rivale: ricordo almeno 3 tackle senza i quali la squadra di Chivu sarebbe andata in porta. Ha il merito di non perdere mai la testa. Non capisco perché non sia più andato a saltare nel finale, pur essendo il nostro bomber degli ultimi mesi.
LUCA PELLEGRINI 6,5 – Ancora una volta tra i migliori. Dal suo mancino nasce il primo gol di Pedro, il suo mancino fa partire anche l’assist del pareggio. Esulta da laziale, e mantiene la lucidità. Nel finale si fa 80 metri di corsa all’indietro per tentare la chiusura disperata sull’attaccante del Parma lanciato a rete. Finale di stagione da applausi.
GUENDOUZI 5,5 – Non ce la fa più. Impreciso e compassato a inizio azione, va a vuoto in continuazione nel primo tempo. Ad Ondrejka basta una semplice finta di corpo per seminarlo. Nel finale sfiora il gol del 3-2, ma in zona gol il nostro centrocampo non esiste.
ROVELLA 5 – Prima bocciatura stagionale per il tandem inesauribile di stacanovisti. Anche Nicolò oggi va perennemente a vuoto e sembra la brutta copia del calciatore che conosciamo. Rientra in ritardo sul gol che stappa la partita, ma arriva in ritardo per quasi tutto il match. Passo indietro evidente, e una conferma: non vede minimamente la porta. Anche questa sera avrebbe la chance di prendere lo specchio, ma non lo inquadra.
VECINO 6 – Impatto positivo, in queste gare dovrebbe sempre avere spazio: mettiamo una valanga di cross al centro per nessuno, e i suoi inserimenti ci farebbero comodo. Tiene occupato l’uomo e fa arrivare la sfera a Pellegrini per il 2-2, prima aveva imbeccato Noslin dopo aver scartato il portiere. In casa fare gol è un problema e l’uruguagio è certamente l’unico centrocampista della rosa in grado di incidere.
ISAKSEN 5 – Tanto rumore per nulla, Valeri non se lo fa mai scappare. Ha il merito (si fa per dire) di fare il primo tiro in porta della Lazio al minuto 68 ed è chiuso da Suzuki. Il primo spunto gli riesce quasi sempre, il secondo mai. Brutto il retropassaggio a Pellegrino che quasi costa il 3-0. Sostituito a metà ripresa da Tchaouna.
TCHAOUNA 5 – L’indisciplina tattica fatta calciatore, tecnicamente non ne indovina una. Ne vediamo di tutti i colori: stop sbagliati, cross sul secondo palo per nessuno, colpi di testa improbabili oltre la linea di fondo. Quasi per sbaglio calcia al volo in porta un cross di Pellegrini su cui Pedro si avventa per il 2-1. Ma è anni luce indietro ai livelli ammessi in Serie A.
DIA 5 – Inizia correndo tantissimo, ha voglia di fare ma non gli riesce quasi nulla e quando scatta sul filo del fuorigioco si porta la sfera sul fondo. Calcia una sola volta e manda il pallone in curva. Paga per primo la serataccia con la sostituzione, ma è l’intero reparto offensivo che questa sera ha fatto ridere.
PEDRO 8 – Il punto della serata è tutto suo: seconda doppietta con la Lazio dopo quella al Monza. In 5 minuti prima accorcia le distanze e poi di testa fa 2-2. Il quasi 38enne è il calciatore con più fame di tutti, credo sia un manifesto del periodo. Che a dir la verità, in casa, dura da fine novembre. Come con l’Empoli e a Milano col Milan, dobbiamo ringraziare questo eterno campione. Qualcuno parla di nuovo ciclo e di ringiovanimento, ma è il più anziano a tenerci in vita. Campione.
ZACCAGNI 5 – Non mi è piaciuto per niente. La Lazio è priva di qualità e in queste partite, da capitano, dovrebbe prendersi la squadra sulle spalle. Invece sparisce, non aiuta a difendere e in avanti è completamente innocuo, come quest’anno gli è capitato spesso. Per un’ora mettiamo al centro solo traversoni dalla destra, ma ci fosse una volta in cui il numero 10 chiuda l’azione! No, resta coi piedi sulla linea del fallo laterale della catena mancina per poi ricevere, rientrare e scaricare all’indietro. Pessimo.
NOSLIN 4 – Zaccagni è un oggetto misterioso, ma se il cambio deve essere questo ragazzo, mi chiedo – con tutto il rispetto – se abbia senso mettere mano alla panchina. Crea soltanto disordine in area di rigore, e si divora una chance da rete colossale posizionandosi male col corpo e spazzando la sfera all’indietro quasi come fosse un altro difensore del Parma. Per carità.
CASTELLANOS 5 – Il nulla cosmico in zona gol. Ai limiti della psicosi quando riceve spalle alla porta, si gira e calcia dai 40 metri, una telefonata a Suzuki. Ha una sola chance e la mette dentro in scivolata, ma è in fuorigioco. Ripresa da fantasma, preoccupante.
BARONI 5 – Perseverare è diabolico. Da inizio anno prendiamo sempre gol in avvio di frazione, e all’Olimpico – non c’è niente da fare – la nostra porta è aperta per tutti. Questa squadra ha dei blackout mentali paurosi e poi non riesce a creare quasi nulla fino all’80’. Chivu gli incarta la partita e gettiamo alle ortiche un’occasione colossale per superare 3 squadre in classifica. Ma un motivo ci sarà: per certi livelli non siamo ancora pronti, e la gestione dei momenti della sfida col Parma ne è soltanto l’ennesima testimonianza.