“Non è una prima punta, non è un cecchino d’area, non è neppure uno che vive per il gol come un’ossessione. Eppure le reti pesanti, quelle che decidono le partite, le segna tutte può”. Così si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”, nell’articolo dal titolo “La firma di Isaksen”. Parole che fotografano alla perfezione l’essenza di Gustav Isaksen, arrivato al suo nono gol stagionale, con un rendimento in costante crescita. L’esterno danese non è l’attaccante classico, non vive per fare gol. Ma quando c’è da decidere, quando la partita si complica, è spesso lui a metterci lo zampino. La sua stagione parla chiaro: una crescita esponenziale, fatta di personalità, maturità tattica e un istinto che si accende nei momenti cruciali. Il numero 18 delle aquile non cerca il gol ossessivamente, ma lo trova nei momenti in cui vale di più. Ed è questa forse la sua arma più affilata, la capacità di colpire quando conta davvero. Lo ha confermato anche ieri, appena entrato in campo contro l’Atalanta, ha dato subito dinamismo alla fascia destra della Lazio trovando addirittura il gol a sette minuti dal suo ingresso. Rete che si è poi rivelata decisiva per i biancocelesti, usciti dal Gewiss Stadium che tre punti pesantissimi.