Thomassen (CEO Bodø/Glimt): “Sfida con la Lazio? La paura non fa parte del nostro club”

«Paura della Lazio? No, non ne abbiamo perché la paura non fa parte del nostro club. Si tratta più di avere il rispetto necessario. Abbiamo giocato allo Stadio Olimpico due volte in passato (entrambe nella Conference League 2021/22 contro la Roma, prima ai gironi e poi ai quarti di finale, ndr). L’anno in cui siamo arrivati ai quarti di finale di Conference League nel 2021/22, lo stadio era pieno entrambe le volte: una quando abbiamo giocato contro la Roma e una quando ha giocato la Lazio. Ora, non vediamo l’ora di affrontare di nuovo questa sfida”. Così, l’amministratore delegato del Bodø/Glimt FrodeThomassen, ai microfoni di Calcio e Finanza, ha parlato a proposito della sfida del club norvegese contro i biancocelesti di Marco Baroni. Il primo scontro andrà in scena il prossimo 10 aprile, alle 18.45, all’Aspmyra Stadion e sarà valido per l’andata dei quarti di finale di Europa League. Il ritorno all’Olimpico, invece, si giocherà una settimana dopo alle 21.00. “Quello che ci distingue è che i giovani giocatori più talentuosi possono passare direttamente nella prima squadra. Se un giocatore è eccezionalmente dotato, possiamo integrarlo nella squadra fin da subito. Immaginate di avere 16 o 17 anni e già avere l’opportunità di scendere in campo allo Stadio Olimpico contro la Lazio. Un’esperienza del genere è inestimabile per la crescita di un giovane giocatore. Inoltre, offre una rara opportunità di mettersi alla prova contro i migliori club d’Europa, il che rende il nostro club ancora più attraente per i giovani talenti”. L’ad dei gialloneri ha poi parlato di cosa significhi giocare a nord del Circolo Polare Artico e dei relativi vantaggi e svantaggi: “Ovviamente il clima è un fattore importante: in estate abbiamo il sole per 24 ore e in inverno se non è completamente buio lo è quasi. Il tutto con abbondanti nevicate, anche se Bodø ha un clima costiero, quindi non nevica tanto quanto nelle aree più interne. In questo quadro noi ci alleniamo e giochiamo sullo stesso campo, un campo in erba artificiale nel nostro stadio, che è infrastruttura abbastanza vecchia—una delle tribune è stata costruita nel 1966—ed è una struttura aperta nel senso che non è un ovale continuo e il vento può entrare lateralmente. Questo significa che alla fine dell’autunno e in inverno, le condizioni meteorologiche possono essere difficili. Quando la Roma per esempio è venuta a giocare qui per la prima volta (nell’ottobre 2021 in Conference League la partita terminò 6-1 per i norvegesi, ndr) era tardo autunno, e per loro il clima probabilmente era diverso da tutto quanto avevano mai sperimentato prima”.

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Guido De Angelis

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