Al termine di Lazio-Torino 1-1 arrivano, come di consueto, le pagelle del nostro direttore, Guido De Angelis.
PROVEDEL 6 – Nel primo tempo passiamo dai suoi piedi 30 volte, segno che le idee non ci sono e la fase di impostazione latita. Sfodera una parata importante sul colpo di testa di Maripan su uno splendido piazzato calciato dal mancino di Biraghi. Sfortunato sul gol di Gineitis, il pallone gli finisce sotto le gambe.
HYSAJ 6 – Un ottimo rientro, è sempre applicato in difesa e non si fa mai saltare. Continuo a pensare che in fase difensiva sia tra i più affidabili dei nostri terzini. Quest’anno ha giocato con il contagocce, ma quando è stato schierato non ha mai sbagliato partita. Non appena esce, prendiamo gol proprio da quel lato.
PELLEGRINI 5,5 – Rientra dopo 2 mesi trascorsi fuori dai convocati, per fortuna l’arbitro fischia un calcio di punizione su Zaccagni perché Luca aveva già spedito il mancino dalla trequarti oltre la linea di fondo. Nervoso nel finale, non un grande impatto.
GIGOT 5,5 – Una buona partita fatta di una serie infinita di anticipi per le vie aeree su Adams e Casadei. Ruvido, non soffre quasi mai l’attacco del Torino, che ha soltanto l’occasione del gol. Circostanza sulla quale è decisiva la deviazione di Marusic. Subirebbe un fallo quasi da rosso da Vlasic, ma il VAR è silente.
ROMAGNOLI 6 – Ordinaria amministrazione e qualche buona chiusura, non ha mai sofferto e ha vissuto una serata tranquilla. Purtroppo, però, la nostra Lazio prende sempre gol.
MARUSIC 6 – Si salva con la sufficienza soltanto perché disfa quanto aveva fatto proprio lui. Trova il quarto gol in stagione come mai gli era successo con la nostra maglia, battendo Milinkovic-Savic. Disastroso nel perdersi Biraghi nell’occasione del gol del pareggio. Si era da poco spostato a destra.
GUENDOUZI 6,5 – Incarna lo spirito che vorremmo vedere in tutti i nostri calciatori. Dappertutto, fa bene la fase di filtro e nella ripresa sprinta due volte, nella seconda manda in porta Zaccagni che si fa murare dal piede sinistro di Milinkovic. Qualche istante dopo sfiora il terzo gol al Torino, la sua vittima preferita, ma il suo destro chirurgico esce di un soffio a lato. Al fischio finale si fa 100 metri per scaraventare fuori dal campo un pallone e sfogare la frustrazione. Che è tanta, tantissima. Sente aria di derby e si becca un giallo per proteste: salterà la gara di Bergamo per tornare in Norvegia.
ROVELLA 6,5 – Il solito lavoro nel mezzo e un gol salvato, quando sulla sponda di Adams alla mezz’ora Vlasic sarebbe tutto solo davanti a Provedel. Nicolò ci mette la zampino e si prende il calcio di punizione. Nella prima frazione striglia Isaksen, reo di averlo servito tardi: aveva provato ad inserirsi per trovare il primo gol con la Lazio. Nel finale non ne ha più, ha fatto la solita maratona. Ora giocherà a Bergamo per poi saltare l’andata col Bodo in Europa League.
ISAKSEN 6,5 – L’unico a sprintare, l’unico ad accelerare, neanche 5 minuti e ha già fatto ammonire Lazaro. Sfiora il palo col destro, va via a Biraghi in velocità e serve a Zaccagni l’assist della prima occasione del match. Veniva da un problemino alla caviglia, ha dato tutto. Gli manca tanto la vena realizzativa, ma è il calciatore più cresciuto della nostra squadra. Dall’89’ TCHAOUNA SV
PEDRO 6,5 – Fa tutto quello che può. Ruba la sfera a Milinkovic-Savic ma è poco lesto a calciare e il portiere dl Torino gli mura il destro del potenziale 1-0. Ottima la giravolta elegante che vale l’assist del vantaggio. Dopo 70 minuti non ne ha più e chiede il cambio.
DELE-BASHIRU 4.5 – Entra in campo per gli ultimi 20 minuti e invece di calarsi nella realtà della partita decide di fare l’attaccante, dimenticandosi di dover anche (e forse soprattutto) difendere. La mancata copertura su Gineitis che batte a rete è sua. Calciatore ancora troppo acerbo per il nostro livello di calcio.
ZACCAGNI 6 – Come in tutte la gare in cui manca Tavares, si vede meno. E si divora anche due gol, il primo al volo su assist di Isaksen, l’altro col mancino dopo uno strappo di Guendouzi. Poco determinante in zona gol, ma comunque sempre bravo a fare da regista offensivo e dare un pizzico di imprevedibilità in più ad una manovra altrimenti lenta e compassata. Si prende un giallo che peserà, stendendo Vlasic da dietro.
DIA 4 – Non l’ha mai presa, ma del resto non è mai stato assistito. La Lazio non ha uno schema offensivo e negli ultimi 30 metri non esiste qualità. Viene a prendersi la sfera senza mai attaccare la profondità. Un fantasma, avulso dal gioco.
NOSLIN 5 – Per carità. Entra e incespica sul secondo pallone toccato. Ha una sola chance: su un cross preciso dalla destra dovrebbe impattare la sfera al volo per spaccare la porta, invece la colpisce col ginocchio e la passa al portiere avversario. Il contributo alla causa Lazio di questo ragazzo fin qui è stato meno che nullo.
BARONI 5 – Da mesi le gare interne hanno tutte lo stesso copione, facciamo sempre la stessa gara: lenti, compassati, con enormi difficoltà in uscita, impossibilitati a creare, e soprattutto con una retroguardia che è un colabrodo. In 4 mesi abbondanti abbiamo battuto soltanto il Monza, non può essere un caso. Stiamo vicini a questa Lazio…