Parità e rimpianti per la Lazio. Allo Stadio Olimpico i biancocelesti non vanno oltre l’1-1 contro i granata e crollano al settimo posto in classifica. Al gol iniziale di Marusic, risponde la rete del pareggio finale firmato Gineitis. Al termine della gara, l’allenatore del Torino Paolo Vanoli, ha avuto modo di raccontare la partita in conferenza stampa, direttamente dalla pancia dello Stadio Olimpico:
Risultato giusto?
«Assolutamente sì. Abbiamo fatto una grande prestazione contro un’ottima squadra. Nel primo tempo siamo stati bravi e compatti. Forse potevamo palleggiare un po’ meglio, perché la Lazio ce lo permetteva. Sapevamo di incontrare una squadra ferita, serviva una gara di personalità. Siamo stati bravissimi a rimanere nella gara dopo lo svantaggio. I ragazzi hanno una grandissima disponibilità, questo ci permette di giocare più offensivi».
Potevate fare di più in stagione?
«No, gli errori fatti nel passato ci hanno permesso di crescere. Siamo stati bravi a mantenere la barca dritta. Ho capito che andava cambiato qualcosa per rimanere più efficaci. Tutto questo però dipende sempre dalla grande disponibilità che offrono i giocatori».
Serve più coraggio?
«Avendo cambiato da questa estate, cambiando anche modulo, i meccanismi sono diversi. A gennaio abbiamo inserito giocatori importanti, ora stiamo diventando più fluidi. Casadei deve imparare a diventare più centrocampista e capire meglio il ruolo. Sono tutti processi da portare avanti».
Progressivamente tanti giocatori si sono responsabilizzati in zona offensiva?
«Sono processi, come tutte le cose. La nostra strada è stata tortuosa. Siamo partiti con delle idee per i primi due mesi. Dopo l’infortunio di Zapata abbiamo accusato tanto, sul campo e nello spogliatoio. Siamo stati bravi nelle sconfitte a ritrovarci. La nostra è una squadra ancora tanto di palleggio, a me piace di più attaccare la linea ma queste sono le nostre caratteristiche».
Quanto sta crescendo Gineitis?
«Per me la cura dei giocatori che giocano poco è fondamentale. Purtroppo si va in campo in undici ma la differenza nella nostra squadra la sta facendo chi entra. Bastato cinque minuti per cambiarti una stagione. Un allenatore deve anche far crescere individualmente un giocatore, per poi avere un beneficio nel collettivo. Stesso Casadei, non giocava da sei mesi. Piano piano si deve ritrovare. È un piacere però avere una squadra con giocatori che si giocano il posto settimana in settimana».