Lo sport ha da sempre il potere di unire, superare barriere e promuovere valori di solidarietà e rispetto. Lo sa bene la Lazio ente morale dal 2 giugno 1921 quando “il sodalizio dello storico Presidente Fortunato Ballerini viene insignito, con Regio Decreto 907/1921, dell’onorificenza che lo erige “Ente Morale” per aver trasformato il proprio campo, quello dello stadio della Rondinella, in orto di guerra con lo scopo di sfamare la popolazione romana, provata dalla terribile carestia bellica.” In questo contesto, si inserisce l’accordo siglato dalla società biancoceleste e alcuni club calcistici israeliani – tra cui Maccabi Tel Aviv e Maccabi Haifa – che ha suscitato parecchie polemiche. Questo accordo prevede il realizzarsi di progetti di sensibilizzazione e contrastare ogni forma di discriminazione. Esso ha provocato diverse polemiche, come quella sollevata dall’associazione “Lazio e Libertà APS” che ha espresso il proprio dissenso attraverso un comunicato:
“Essere Laziali significa abbracciare valori umani e una coscienza attenta alla dignità di ogni persona.In questo spirito, riteniamo alquanto inopportuno, sia per tempi che per modi, l’accordo instaurato tra la @OfficialSSLazio e alcune società calcistiche israeliane. In un contesto segnato da odio e violenza, è davvero opportuno per la Lazio stringere un accordo con @mhfootballclub e @MaccabiTLVFC? Crediamo che una scelta del genere tradisca l’identità di una società nata per portare concordia. Ricordando il motto della Lazio, Concordia parvae res crescunt, ci chiediamo se questo patto possa davvero essere compatibile con i principi di giustizia, solidarietà e rispetto per la dignità umana. Il nome della Lazio e la passione dei suoi tifosi non possono essere strumenti per legittimare situazioni in cui la storia e la realtà di un conflitto continuano a pesare sulle scelte di chi abbraccia lo sport. Collaborare in questo contesto significa ignorare sofferenze e ingiustizie, dimenticando la responsabilità morale dello sport nella difesa dei diritti umani. In un’epoca in cui ogni gesto parla di valori, noi riteniamo fondamentale interrogarsi sul senso di una simile alleanza. Lo sport deve restare lontano da strumentalizzazioni che alimentano divisioni e ingiustizie.”