“Il destino di Igor Tudor è uno strano ripetersi. Il 23 marzo 2024 veniva presentato dalla Lazio a Formello. Il 23 marzo 2025 è stato annunciato dalla Juve, Un domani pieno di ieri”. Così si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” nell’articolo dal titolo “Alla Lazio una rivoluzione a caro prezzo”. Igor Tudor aveva intrapreso una strada coraggiosa alla Lazio, proponendo un cambio radicale di modulo e strategie. Con il suo arrivo, la squadra ha dovuto adattarsi a un nuovo sistema di gioco, decisamente più offensivo e aggressivo, passando ad un gioco basato “uomo contro uomo”. Ma la rivoluzione non si è fermata solo al campo. Il tecnico aveva deciso di operare una vera e propria “pulizia” nella rosa, con ben otto cessioni importanti, tra cui giocatori come Matteo Guendouzi e Gustav Isaksen. Entrambi, però, diventati oggi pilastri fondamentali nel gioco di Marco Baroni, il successore del croato, che ha saputo valorizzarli meglio nel suo progetto. Oltre alle modifiche tattiche e alle cessioni, il tecnico ex Verona ha dovuto affrontare una gestione dello spogliatoio tutt’altro che facile. Con personalità forti come Luis Alberto e Ciro Immobile, il tecnico ha faticato a mantenere l’armonia tra i giocatori, un aspetto che ha inevitabilmente influito sull’ambiente e sul rendimento della squadra. La gestione dei veterani, in particolare, si è rivelata uno degli aspetti più difficili del suo mandato.
La sua avventura in biancoceleste, seppur caratterizzata da innovazioni tattiche e scelte coraggiose, ha portato a un’esperienza piuttosto turbolenta, dove la promessa di una nuova era si è scontrata con difficoltà interne e risultati non sempre soddisfacenti, seppur con il raggiungimento dell’Europa League ma che non bastò ad evitare l’esonero. Oggi, con il suo passaggio alla Juventus, Tudor sembra tornare su un sentiero già tracciato, come se il suo destino si stesse ripetendo, pur con nuove sfide da affrontare.