di Sandro Di Loreto
C’è un tratto dell’anima del mondo Lazio che la imprigiona e la ferisce (non da oggi).
Questo tratto si chiama Tafazialismo. Il Tafazialismo è la capacità di vivere la Lazio facendosi del male quando le cose vanno bene. È quella masochistica propensione a vedere sempre nubi nel cielo anche quando è una splendida giornata di sole, a vedere il bicchiere sempre mezzo vuoto anche quando è totalmente pieno. Portato all’estremo il tafazialismo è capace di muoversi come un elefante in un negozio di cristalli, creando problemi, creando divisioni, rompendo equilibri.
Tratto peculiare del tafazialismo è il suo manifestarsi nei momenti positivi, perché nei momenti difficili lascia il posto all’immenso cuore biancoazzurro, all’immenso amore della gente laziale che si compatta e lotta.
Quello che è accaduto dopo la sconfitta (inaccettabile per carità) di Bologna è l’apoteosi del Tafazialismo. Il momento è meritevole di attenzione, ma non è tragico. Quando a due mesi dalla fine della stagione si è in lotta per il quarto posto e per la semifinale di Europa League ci si deve compattare, non si deve pensare a quello che poteva essere e non è stato, ma si devono trovare le forze, gli equilibri e le motivazioni per guardare quello che di bello potrebbe essere e che nessuno aveva immaginato possibile.
Invece accade che, il tafazialismo entri in azione. La gente (la meno colpevole) si sente ferita (giustamente) e mette in discussione la squadra, comincia a manifestare dubbi sull’allenatore, attacca la società per i motivi di sempre e perde di vista l’opportunità che ha tra le mani, quella di lottare per raggiungere l’impensabile a inizio stagione.
Accade poi che il Direttore Sportivo parli e alimenti i dubbi, descrivendo un futuro incerto sull’allenatore, manifestando il suo disagio, mostrando (inconsapevolmente colpito dal tafazialismo) crepe, invisibili fino a quel momento. Tutto questo salvo poi il giorno dopo ammorbidire tutto, mettendo una toppa se possibile peggiore del buco (“…un bel tacer non fu mai scritto”).
Adesso il mondo Lazio si trova di fronte ad un bivio. Riconoscere i sintomi del tafazialismo ed isolarli, per compattarsi e trovare nuova forza, nuovo entusiasmo, nuova energia per lottare e provare a vincere (in fondo sono le stesse componenti messe in discussione che ci hanno portato fino a qui). Oppure bagnarsi di pioggia e perdersi tra le nebbie e le nubi di quella che ancora è una bella giornata di sole.