“Preferisco Claudio Lotito a “Presidente” o “Senatore”. La sconfitta contro il Bologna? Io penso che l’importante è rialzarsi, può capitare di cadere, ma la volontà di rialzarsi è fondamentale. Sono convinto che ci siano le condizioni per poter fare bene”. Così si è espresso il presidente della Lazio Claudio Lotito, ospite del programma Fin che la barca va condotto da Piero Chiambretti, in merito alla pesante sconfitta dei biancocelesti al Dall’Ara. “Fanno più male 5 gol o i 5 Stelle? Quello che conta è arrivare al traguardo, deve essere di monito per far capire agli addetti ai lavori gli obiettivi”. Per il patron dei capitolini c’è una continua divisione fra calcio e politica: “Sono 2 mondi diversi, nel calcio ci sono fattori diversi. Dipende dalla capacità di dimostrare attraverso il voto che sei la persona giusta”. Da oltre vent’anni Lotito è sotto scorta: “Ci sono stati fatti gravi che hanno minato l’incolumità mia e della mia famiglia. Nemici? Sono pseudo tifosi, tifoso significa appassionato, che non scade in comportamenti che non centrano nulla con il calcio e il rispetto delle regole. Di questi qualcuno è morto, altri arrestati, avevano un comportamento non all’insegna dei valori del calcio”. Poi, sui sostenitori dall’altra parte del Tevere: “I tifosi della Roma vorrebbero un presidente presente con cui sfogare le frustrazioni. Io ho il coraggio di assumermi le mie responsabilità, anche con la piazza contraria. Quest’estate contestavano la squadra, Baroni, ho avuto 10mila persone contro, ma si sono dovuti ricredere davanti ai fatti
Io faccio i fatti e non le parole, non vendo sogni ma solide realtà”. Una volta il presidente biancoceleste aveva addirittura cinque telefoni: “Quello è passato remoto, ne ho 3, 2 ne uso con assiduità. La mia forza è stata sempre quella di essere a disposizione delle persone che mi vogliono cercare, non mi nascondo”. E sul suo essere etichettato romanista, Lotito ha detto: “No, tifo Lazio da quando avevo 5 anni. Io mi sono trovato a frequentare lo stadio anche in occasione delle gare della Roma perché mio suocero aveva acquisito la Roma con Sensi. Andavo come patrimonio società e di famiglia. Mio suocero è diventato laziale”. Poi, sul non dover dimostrare nulla a nessuno: “Io non amo apparire. Ho avuto un momento, quando sono entrato in questo mondo, per far capire chi fossi. Oggi non devo dimostrare nulla. Chi ha la sostanza non ha bisogno di apparire. Se ci fossero persone che hanno lo stesso approccio mio, la politica del fare… Io spero che ci saranno tante persone migliori di me”. Sull’attuale presidente degli Stati Uniti Donald Trump: “Una persona del fare, che si prefissa un obiettivo e che usa la sua posizione per raggiungerlo.
Io penso che ci sono persone con visione. Questa è la cosa più importante. Bisogna utilizzare una mentalità imprenditoriale e fare squadra per raggiungere fatti concreti. Da soli non si va da nessuna parte.
Io produco risorse, qualcuno mi ha riconosciuto un risanamento con risultati sportivi”. Il club biancoceleste, nei suoi oltre vent’anni di gestione ha alzato sei coppe: “La Lazio ha vinto, dopo la Juventus, il maggior numero di trofei. Una contro l’Inter di Mourinho, una contro la Juventus… Il calcio può dare risultati, risorse per il paese, ma bisogna trasformare le risorse in situazioni che danno risultati economici. Nella Lazio sono uscito con 25 milioni di utile, sto realizzando l’Academy e spero lo stadio. Noi dobbiamo essere coscienti e credere nelle nostre capacità. La necessità fa virtù.
Esercito europeo o finale europea della Lazio? L’esercito europeo lo interpreto in un modo. Ogni stato dovrebbe avere un suo esercito, che poi sia messo a disposizione dell’Europa penso sia una soluzione credibile.
Se credo nel diavolo? Se la chiesa nomina gli esorcisti si vede che esiste. Io sono cattolico, non ho mai saltato una messa comandata, anche in Arabia dove è vietata.
Se scoprissi che Dio è romanista? Dio è Dio di tutti”. Sulla crisi della Juventus diretta concorrente della Lazio in campionato: “Motta responsabile? Io valuto oggettivamente, non di pancia, ma di testa. I greci dicevano di riconoscere la causa. Io parlo della Lazio. Non interferisco nelle situazioni degli altri.
Il dormire in Parlamento? Quando uno parla o guarda consuma energia. Io cerco di concentrarmi quando ascolto, apparentemente sembra che dormo ma io penso. Io ascolto tutto. Tutti rimangono allibiti. Alle 2 di notte, alle 3, pensavano che dormissi e invece risolvevo un sacco di trattative”. Poi, Lotito precisa di non averr segreti: “Voglio essere ricordato come una persona che ha lavorato per la collettività e vorrei essere ricordato per quello che ho fatto. Non ho segreti. Non ho scheletri negli armadi. Non devo nascondere nulla, è la mia forza.
Io mi conosco. L’oracolo di Delfi diceva “consoci te stesso”, è la base di tutto. Se tu conosci te stesso conosci pregi e limiti. Se sei cosciente dei tuoi mezzi sai a che punto puoi spingerti”.
E su Juan Bernabè, ormai ex falconiere della Lazio, licenziato due mesi fa per aver violato il codice etico: “Sta ancora a Formello. L’aquila non c’è, non so dove l’hanno portata. Juan sta occupando abusivamente, senza titolo, non aveva contratto o comodato. Ha preso una stanza che non è un’abitazione, ora abbiamo fatto le procedure. Faremo una serie di iniziative giudiziarie. Quello che ha fatto non trova giustificazioni. Credo nel calcio didascalico e moralizzatore, lo mandavo nelle scuole con l’aquila. Il pene? Un problema suo. Quello che ha proclamato dopo è l’errore, ha pubblicato foto. Quelli sono atti osceni in luogo pubblico. Non sarebbe stato più credibile nelle scuole”. Su un’ipotetica altra vita, Lotito dice: “Vorrei reincarnami in qualcuno che è passato alla storia’.