Musica & Lazio, quel 1988 tra Rizzolo, Tullio De Piscopo, Monelli e Patsy Kensit

Cari fratelli laziali,

oggi vi porteremo all’ultima partita nella vecchia Curva Nord. Torneremo dunque al 22 maggio ’88.

La 34° giornata del Campionato vedeva di fronte Lazio e Udinese. 

Eugenio Fascetti sta per chiudere il cerchio perfetto con la sua Lazio tutto cuore: Martina, Marino, Beruatto, Pin, Piscedda, Esposito, Caso, Acerbis, Rizzolo, Muro e Monelli. 

Lazio Udinese è anche un derby toscano perché è Fascetti vs. Sonetti. Viareggino Eugenio, Sonetti arriva invece da Piombino. L’ambiente del Calcio li reputa persone per bene, uomini tutto d’un pezzo, intransigenti, a volte anche burberi.

Nedo Sonetti ha scelto questi giocatori: Abate, Galparoli, Rossi, Righetti, Bruno, Tagliaferri, Caffarelli, Firicano, Vagheggi, Manzo e Fontolan. 

Fa caldo, allo stadio siamo 45.000. Tra pochi giorni prenderà il via la demolizione delle curve dell’Olimpico per il quale si è proposto un generale restyling in previsione dei mondiali di Calcio di Italia ’90. 

Dopo infinite tarantelle, discussioni, ipotesi, simulazioni e vari teatrini politici, anziché costruire ex novo uno stadio adatto al Calcio, si è preferito puntare su una onerosissima ristrutturazione dell’impianto delle Olimpiadi di Roma 1960

A fine lavori, terminati con deplorevole ritardo, solo a pochi giorni dalla partenza del Mondiale, si scoprirà di aver speso quasi 450 miliardi di lire per un impianto non dedicato al calcio. Atmosfere e ambiguità alla Romanzo Criminale, come effettivamente mostrato in una delle ultime puntate (la scena in cui Dandi effettua un sopralluogo in un cantiere in viale Angelico) della serie televisiva ispirata al romanzo di Giancarlo De Cataldo

La Curva Nord verrà abbattuta nelle prossime 48 ore. Noi la coloriamo di biancazzurro per l’ultima volta, in attesa di una nuova vittoria che ci spalancherebbe le porte della Serie A. Dopo il rocambolesco pareggio di Catanzaro, per la promozione sembra fatta e contro i modesti friulani non possiamo sbagliare. In curva prevalgono le facce sorridenti. Ricordo bene quel pomeriggio, anche com’ero vestito, jeans e maglietta bianca, una di quelle semplici della Fruit of the Loom. Eravamo vestiti quasi tutti allo stesso modo. Dopo nove minuti, siamo ancora più felici, perché Rizzolo ha segnato il gol dell’1 a 0. Ha solo 18 anni Antonio. Siamo certi di aver trovato un nuovo Bruno Giordano. Mentre ci lasciamo andare a cori inneggianti la Serie A, l’arbitro ci assegna un calcio di rigore. Siamo al 20’: Monelli lo trasforma in gol con sicurezza. Ricordo che guardai poco la partita. Mai come quella volta, ero sicuro di avercela fatta. Ero sicuro, e credo ne fossimo tutti consapevoli, che da quel momento in poi la nostra partecipazione alla Serie A, non sarebbe stata più solo episodica ma sarebbe diventata una costante. Avevamo sofferto troppo, e nel frattempo, era anche cambiato il Calcio. 

L’avvento delle visioni berlusconiane aveva avviato un processo di ammodernamento dal quale noi eravamo rimasti esclusi, come tutte le altre squadre dalla serie B in giù. Cambiava il Calcio, si stava chiudendo un decennio che aveva portato tantissime trasformazioni, in tutti campi, anche in quello musicale. Nella Musica erano cambiate le sonorità, non sempre in meglio. 

La classifica dei 45 giri più venduti in Italia, il sabato antecedente quel Lazio Udinese, non credo si possa definire memorabile.

Personalmente, la ritengo assai mediocre e alcuni brani sono infatti caduti presto nell’oblio.

Guardiamola insieme: 

in prima posizione, I’m not scared, cantata dalla radiosa Patsy Kensit. Era la cantante del momento, la frontwoman degli Eighth Wonder, un anonimo gruppo new wave britannico, che aveva riscosso più successo da noi che in madre patria. Oltre che da Patsy Kensit, in formazione c’era suo fratello Jamie, e altri illustri sconosciuti come Steve Grantley e Geoff Beauchamp.

Al secondo posto, il pezzo che ricordo più volentieri. Andamento lento di Tullio De Piscopo. Lo aveva scritto lo stesso De Piscopo insieme a Giosy e Mario Capuano. Era stato presentato al Festival di Sanremo, si era classificato al 18º posto sulle 26 canzoni in gara. Questo brano funzionò benissimo e continua ad essere ascoltato ancora oggi. 

Terzo posto per L’amore rubato di un lagnosissimo Luca Barbarossa. Diciamocelo francamente, il buon Luca ha cantato canzoni migliori. In quarta posizione, Stay on these roads degli A-Ha. La ricordate? Era un pezzo marcatamente ’80, specie per via di quell’intro prolungato.

Quinta posizione per Love is stronger than pride di una Sade che si confermava tra le reginette dell’afro-pop

La canzone al sesto posto, ne sono sicuro, non la ricorderà nessuno. Sto parlando di Etienne, che Guesch Patti portò ad un inspiegabile successo.  

Al settimo posto, Alphabet street di Prince. Questo è invece un pezzo molto interessante che, assai colpevolmente, viene passato dalle radio. In linea generale, io raccomando di dedicare a Prince una maggiore attenzione. È stato uno dei più straordinari chitarristi di tutti i tempi, molto sottostimato dal pubblico italiano. 

In ottava posizione, ed in discesa dopo i trionfi sanremesi, Perdere l’amore di Massimo Ranieri. Una classica canzone all’italiana, alla Massimo Ranieri appunto. Bella ed antica. Voglio dirvi che “suonava antica” anche il giorno in cui l’ascoltai al Festival. 

Al 9° posto, Reckless, degli Afrika Bambaataa e gli UB 40. Non ho mai apprezzato queste fusioni musicali. Poco melodiche e troppo sincopate. 

A chiudere la Top10, uno sul quale non avrei scommesso un soldo bucato. Sto parlando di Jovanotti. Chi avrebbe mai potuto immaginare la metamorfosi espressiva che avrebbe avuto Lorenzo Jovanotti nel decennio successivo?

Che sarebbe stato capace di passare dalla leggerezza idiota di Gimme five, a pezzi di grande sostanza come Penso positivo?

Per quanto riguarda la situazione attuale della nostra Lazio, credo sia il caso di lasciarci ispirare proprio da uno dei brani più iconici di Jovanotti.

Pensiamo positivo per questa Lazio che guida la classifica quanto a gol segnati nell’ultimo quarto d’ora ed è reduce da due pesantissime vittorie consecutive, conquistate al minuto numero novantasette.  

Lunedì sera, facciamogli sentire il nostro calore e soprattutto, riempiamo lo stadio.

Forza Lazio!

Ugo Pericoli  

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