Plzeň-Lazio, le pagelle: “Male Lazzari, ingenuo Rovella, prodigio Isaksen”

Al termine di Viktoria-Lazio 1-2, valevole per l’andata degli ottavi di finale di UEFA Europa League, arrivano come di consueto le pagelle del nostro direttore, Guido De Angelis.

PROVEDEL 7 – L’ultima gara europea risaliva addirittura a settembre, era stata anche la prima e unica, ad Amburgo con la Dinamo Kiev. Nel primo tempo sbaglia vistosamente in tre casi il rinvio e veniamo graziati, ma ha l’enorme attenuante del campo di patate su cui abbiamo giocato. Incolpevole sul gol del pareggio ceco, ci salva con un intervento provvidenziale, arrivando prima del loro attaccante, smanacciando la sfera e conquistandosi un calcio di punizione. Reattivo su Sulc, subirebbe altri due gol ma per fortuna VAR e assistente annullano le reti di Sulc e Kopic. Ha dovuto gestire una marea di spioventi in area e l’ha fatto garantendo sicurezza e affidabilità. Promosso.

MARUSIC 6,5 – Un’altra partita tosta, la conferma di Milano. Due indizi fanno una prova. Anche perché ha stretto i denti e ha recuperato velocissimamente, benché Theo Hernandez avesse rischiato di fargli tanto male con un intervento neppure sanzionato a San Siro. Nel primo tempo capisce di dover giocare una partita sporca e applicata e non sbaglia un’uscita, duettando alla grande con Isaksen. Con l’uscita di Tavares si sposta a sinistra e continua a lottare.

GIGOT 5 – Disputa una gara anche tutto sommato attenta, con anticipi puntuali e letture intelligenti, con i tempi giusti. Il suo modo scomposto di intervenire è particolarmente pericoloso in Europa, e il rosso che rimedia nel finale è sacrosanto. Per fortuna la doppia inferiorità non ci costa cara, ma non si può pensare di intervenire in quel modo in campo internazionale. Lo perderemo per il ritorno.

ROMAGNOLI 7 – Un’ottima partita, piena di duelli scorbutici con Durosinmi, in versione ira di Dio. Il Viktoria lancia sulle punte e va sulle seconde palle e ci complica la gara, ma Alessio non perde mai la bussola e vince una serie incredibile di duelli aerei. Importante anche il secondo gol stagionale in Europa dopo quello siglato al Porto. Passo avanti deciso.

NUNO TAVARES 5 – Fuori partita, non riesce mai ad accendersi. Che su quella catena mancina gli manchi come l’aria Zaccagni è abbastanza evidente. Il portoghese, però, continua a palesare una certa indolenza al sacrificarsi in fase difensiva. Perde la marcatura sul pareggio dei cechi, poi Baroni lo richiama in panchina anche per gestirne il minutaggio. In ombra, non ci ha mai fatto respirare. Insufficiente.

Dal 55’ LAZZARI 4 – Entra in campo e dà il solito contributo nullo in fase offensiva, ma dà il peggio di sé in difesa. Nel recupero fa una cosa indecente in uscita, qualcosa che a questi livelli non si dovrebbe neppure pensare, e per fortuna il gol del Plzen viene annullato per un controllo di braccio del loro attaccante, Kopic. Alcune cose, a questi livelli, sono imbarazzanti. E purtroppo questo ragazzo non è mai cresciuto.

ROVELLA 5 – Una gara a mille all’ora e piena zeppa di duelli ne esalta le caratteristiche. Corre per due come sempre, ma purtroppo è poco lucido al minuto 76, quando un calcione (anche sfortunato) a Sulc costringe l’arbitro a mandarlo anzitempo sotto la doccia. Prima espulsione europea per lui, all’Olimpico ci mancherà da morire.

GUENDOUZI 7,5 – Solo contro tutti, a tratti sembra l’eroe di Braveheart, il condottiero William Wallace. Conduce tutte le azioni, va a tallonare tutti i rivali, come una piovra mette paura ad ogni portatore di palla avversario, sradica una valanga di sfere. Corre come un dannato, lotta come se non ci fosse un domani, richiama i compagni, subisce un fallo da cartellino rosso (chiaramente non sanzionato con l’espulsione), ma non demorde e continua a difendere la nave come se fosse questione di vita o di morte. Si incazza sul primo gol annullato al Plzen (nel primo tempo) perché nessuno è uscito con i tempi giusti, chiama i movimenti degli attaccanti, è un giocatore partecipe in ogni zona del campo. Meraviglioso, attaccato alla maglia, un leader vero. Il vero capitano della Lazio è Guendouzi. Il vero capitano della Lazio è Guendouzi, che esce vittorioso da ogni battaglia. E nel finale, decide pure di condurre l’ultima azione e di pescare Isaksen per la rete dell’insperato raddoppio. Applausi a scena aperta. Gla-dia-to-rio.

NOSLIN 6 – Più vivo del solito, deve fare il vice-Zaccagni e ovviamente la differenza si sente in maniera nettissima. Per fortuna, gli riescono una o due giocate su Dweh, ed è bravo (e fortunato) a servire a Romagnoli – di sponda – l’assist per il vantaggio da calcio d’angolo. Leggermente meglio del solito, che però era stato sempre davvero poco.

Dal 62’ TCHAOUNA 5,5 – Nell’ultima difficile mezz’ora, perlomeno ha lottato e ha cercato di sporcare qualche traiettoria e tenere su qualche pallone. Gli è riuscito molto poco, ma quantomeno ho visto l’impegno. Non dovrebbe mancare mai, ma questa è un’altra storia…

DIA 5,5 – Ormai s’è abituato a fare il trequartista e continua a lavorare troppo distante dalla porta. Tant’è vero che nell’unica volta in cui Tavares scende a sinistra e mette in mezzo un pallone interessante, Boulaye manca l’appuntamento col piattone arrivando un secondo in ritardo. Nella prima mezz’ora difende tanti palloni, mettendo il fisico e conquistandosi qualche punizione. Ciabatta col destro sul fondo una buona chance, ma chiedergli il solito lavoro da collante tra centrocampo e attacco è oggi più complesso del solito: il campo non lo permette. Esce all’81’ per Patric.

Dall’82’ PATRIC 6 – Entra e si becca il giallo dopo aver steso l’imprendibile Sulc. Bravo a sbrogliare di testa due situazioni pericolose per la nostra retroguardia. Il finale è una corrida, lo spagnolo è disordinato ma tutto sommato efficace.

ISAKSEN 7,5 – Aveva iniziato bene, andando via in uscita con due giocate pregevoli con i piedi sulla linea del fallo laterale. Poi si era completamente nascosto, uscendo dalla partita. Al punto che quando a 10’ dalla fine entra Patric per infoltire la difesa, ci saremmo aspettati una sua uscita dal campo. Invece, Baroni lo tiene sul rettangolo verde. E viene premiato: al 98’ fa il movimento a Guendouzi, riceve e scaglia un sinistro imprendibile in porta, regalandoci 3 punti incredibili e completamente inattesi. Sta vivendo un momento magico.

PEDRO 6 – Gioca da punta, poi da trequartista, non riesce a trovare spazi tra le maglie della retroguardia ceca e il terreno sabbioso non gli consente le solite giocate dal tasso tecnico elevato nello stretto. Ha comunque il merito di calciare bene il corner che ci porta in vantaggio. All’ora di gioco non ne ha più ed entra Vecino.

Dal 62’ VECINO 6 – Rientra in Europa dopo 3 mesi e mezzo, l’intenzione di Baroni è passare al centrocampo a 3. Il problema è che Rovella si fa cacciare e la gara dell’uruguagio si complica. Spazza via due volte di testa sui piazzati dei padroni di casa, e nel finale – con il rosso a Gigot – si sacrifica addirittura da centrale di difesa. Al ritorno non voglio sapere altro: dev’essere lui a prendere il posto di Rovella.

BARONI 6 – Siamo anche fortunati ad uscire dalla Repubblica Ceca con più punti di quanti – per come si era messa – ne avremmo forse voluti. Sterili in avanti, ma ci siamo calati con dedizione e ferocia in una partita molto complicata. Non ricordo una Lazio vincere in trasferta in Europa in 9 contro 11, parliamo di una prima volta assoluta. Al ritorno sarà durissima e la qualificazione è tutta da giocare, ma il gol di vantaggio di Isaksen è ossigeno puro!

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