Nel corso della celebrazione per i 125 anni del Lazio Club Montecitorio, tenutasi presso la sala Tatarella della Camera dei deputati, è intervenuto il presidente della Lazio Claudio Lotito. Di seguito le sue parole:
«Mi fa piacere vedere che i colori laziali uniscono, sono inclusivi. Vedo parecchi rappresentanti di varie fazioni politiche, dico questo perchè vedo che ci accomunano dei sentimenti identici, un modo di essere e di vivere. I calciatori mettono in campo i valori, sanno perfettamente che noi puntiamo sui risultati, che devono essere però il frutto del merito. Loro lo meritano, anzi, ogni tanto gli tolgono cose che gli spetterebbero. La partita contro il Napoli è stata particolare, sul piano del merito avremmo meritato un risultato diverso. I ragazzi hanno stradominato.
Noi siamo qui per diffondere questo credo, questo modo di essere, l’orgoglio di essere laziali. La nostra storia, che è nata nel 1900, è nata su un aspetto valoriale che ha determinato delle scelte importanti, che l’hanno portata ed essere eletta ente morale. Un mio predecessore durante la guerra donò il campo per gli orti di guerra, per permettere alla gente di sfamarsi.
L’arbitro sabato mi ha detto che la nostra squadra non si fa mai rimproverare per i comportamenti, noi vogliamo distinguerci dagli altri, vincere per merito. Oggi avete visto lo striscione apparso a Parma, se lo avessero fatto i laziali sarebbe successo un cataclisma. Quando ho ripreso questa società era vista come antisemita. Oggi invece ha tre cose che la contraddistinguono: un presidente a capo della Commissione Segre, un consigliere che è il presidente della Fondazione Shoah e un consigliere che è alla commissione contro odio e razzismo in Europa. Noi parliamo con i fatti e vorremmo che anche il campo facesse lo stesso.
Cerchiamo di sviluppare una formazione che sia da laziale. Io dico sempre che noi dobbiamo allenare corpo, mente, ma anche lo spirito. Adesso stiamo costruendo l’Academy a Formello, che prevederà altri sette campi, spero che entro fine febbraio potremo edificare. Ci sarà uno studentato, una scuola, un albergo, ma soprattutto una chiesa, affinché ai nostri ragazzi vengano trasmessi i valori.
Noi abbiamo una società forte che oggi combatte su tutti i fronti. Sorrido quando a luglio mi attaccavano per la scelta dell’allenatore. Ricordo quando ho fatto ironia su Ricci, dicendo che li mangiavo con gli spaghetti, ho preso Rovella che è cento volte meglio, sia come giocatore che come persona. Isaksen vi darà grandi soddisfazioni, sta cominciando a capire che noi siamo dei combattenti e mai dei reduci. Sta a voi sul campo combattere.
Sabato Conte non vedeva l’ora finisse la partita. Noi siamo qui per rimarcare l’orgoglio di essere laziali, di portare avanti i colori e di avere un approccio nel fare calcio in modo diverso.
Stiamo lavorando per lo Stadio, ho trovato l’amministrazione comunale molto disponibile. Il Sindaco si è compiaciuto del progetto. Noi facciamo le cose serie per i cittadini.
Il falconiere non rappresentava più i nostri valori. Il calcio deve essere didascalico e moralizzatore. Lui andava nelle scuole, che esempio poteva dare? Essendo un padre di una grande famiglia, ho ritenuto giusto rescindere il contratto. Troveremo chi potrà far volare il nostro simbolo. Quindici anni fa nessuno sapeva cosa potesse essere dal punto di vista emotivo avere questo simbolo».
Di Matteo Selli