Quelle trasferte con la Lazio insieme al mio amico Gabriele De Bari

Il ricordo da parte di Pietro Pinelli per Gabriele De Bari, storica firma del giornalismo sportivo de “Il Messaggero” per la Lazio, venuto a mancare nella giornata di ieri a 71 anni.

«Gabriele De Bari era un amico prima di tutto. Poi un grande collega. Un’amicizia, lunga trent’anni, nata sul campo, al seguito per tanti anni della Lazio. Trasferte, ritiri, serate tra amici. Tanti i ricordi che mi legano a “gabriellon” come simpaticamente ribattezzato da molti colleghi per la sua passione per il ciclismo, oltre che per il calcio, ed il suo modo di indossare look in controtendenza con la sua età. Per me è stata una spalla importante anche nel mio percorso da giornalista. Soprattutto agli inizi, quando la vita da collaboratore ti costringeva a seguire la lazio in ogni parte del mondo ma le difficoltà economiche erano tante. E lui c’era sempre. Ti ospitava nella sua stanza d’hotel, sgravandoti del peso di una spesa, oppure si accollava pranzi e cene. Gabriele era una persona sempre pronta a tendere una mano al collega in difficoltà. Ricordo che mi fece collaborare per un certo periodo con il messaggero, scrivendo le interviste post gara di campionato o delle partite europee.

Tante risate, tanti aneddotti. La passione di giocare a calcio: quante partite con lo staff della lazio durante i ritiri in cui lui indossava i panni del leader ed odiava perdere ( ma era impossibile contro mancini, ballotta, spinosi etc). La passione per i casinò. La sua paura per l’aereo. tre sono le immagini che non dimenticherò mai e che ancora oggi, raccontandole, mi fanno ridere. Finale di Birmingham di coppa delle coppe. L’aereo che accoglieva i giornalisti era un bimotore. Piccolo. E lui appena lo vide, oramai eravamo sotto la scaletta, non volle salire su quel mezzo. Un’altra volta, dopo averlo punzecchiato per tutta la settimana, trasferta in francia ad Auxerre: la pista dell’aeroporto francese era più corta rispetto alle solite ed il charter dell’ Alitalia con la squadra a bordo era grande e noi, per sfotterlo, gli ripetevamo: guarda speriamo che l’aereo una volta toccata terra faccia in tempo a fermarsi. E così al momento dell’atterraggio un urlo si leva dai sedili: frenaaa, frenaaa. Era lui impaurito tra le risate generali. Oppure un’altra volta partenza da Dublino. C’era una hostess molto avvenente e Gabriele cominciò a fargli gli occhi dolci tra l’indifferenza della donna e ripeteva: ci facciamo uno champagnino?. L’aereo decolla ed una forte turbolenza ci prende in volo. Gabriele era sbiancato. l’hostess, a cui aveva fatto la “corte” gli si avvicina e carinamente gli fa: ha bisogno di qualcosa. E la sua risposta terrorizzata: si che mi lasci in pace (grosse risate).

Ma dietro al personaggio un po’ colorito c’era un grande professionista. capace di dare notizie in anticipo e realizzare scoop eccezionali che riguardavano la Lazio, squadra di cui era simpatizzante malgrado la sua fede milanista.

Ho un solo grande rimpianto: aver disertato, per motivi di lavoro, la festa del suo compleanno a Pescara nel maggio scorso. l’ultima per lui, forse già consapevole di quello che il destino gli avrebbe riservato. addio amico mio. non ti dimenticherò mai. Ed ogni viaggio che farò mi parlerà di te. Di questo ne sono certo».

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