Lazio&Musica: quella Lazio del novembre ’71, tra Facco, i New Trolls, John Lennon e Long John

Cari fratelli Laziali,

allietati dall’aver evitato due sfiancanti Derby primaverili, ce ne andiamo subito ad un Lazio Monza d’annata, che si disputò allo stadio Olimpico nel lontano 1971.

Era esattamente domenica 21 novembre, quando per la IX giornata del Campionato di Serie B veniva a farci visita il Monza di Franco Viviani.

Tutte le partite iniziavano nello stesso orario, le 14.30.

Puntualissimo, Tommaso Maestrelli si accomoda in panchina, accanto al secondo portiere Rosario Di Vincenzo e a Franco Nanni.  

La sua nuova Lazio si presenta con Bandoni, Facco, Legnaro, Wilson, Papadopulo, Martini, Massa, Fortunato, Chinaglia, Abbondanza e Facchin.

Risponde Viviani con Cazzaniga, Lievore, Viganò, Fontana, Trebbi, Caremi, Sanseverino, Bertogna, Perego, Dehò e Pepe.

Allo stadio sono presenti non più di 27.000 tifosi laziali, tutti belli incappottati, perché oggi tira una Gianna di quelle potenti, prodotta dal vento di tramontana che discende dalle montagne del vicino Abruzzo. Oltre ai motori, è dunque urgente scaldare anche i cuori. La Lazio inizia in modo promettente, con un assalto tambureggiante. Dopo due occasioni tentate da Facchin, arriva il vantaggio: cross da sinistra di Abbondanza, torre di Facco per l’accorrente Peppino Massa, che con un tiro secco e a fil di palo, lascia di sale Cazzaniga. Dopo solo cinque minuti arriva il raddoppio. Legnaro va in percussione, si fa largo sulla destra e crossa al centro, un pallone teso, sul quale si avventa Chinaglia, che di testa insacca alle spalle di Cazzaniga.

Ancora Long John è protagonista al 28′ come uomo-assist per Massa, e poi quando una sua potente conclusione è bloccata a terra dal portiere monzese.

Nel secondo tempo il Monza ci prova. Comincia a mostrare qualcosa in più, dopo un primo tempo davvero anonimo. È solo un piccolo Monza dalle polveri bagnate, che non riesce a rendersi mai seriamente pericoloso. Per Long John e soci, la partita è diventata quasi un allenamento. Sopraggiunge perfino un po’ di noia, ma c’è anche tutto il tempo per assistere alle varie sgroppate di Chinaglia, che costringe in rapida successione Cazzaniga a un duplice mirabile intervento.

Solo al 90’ il Monza si rende molto pericoloso con Sanseverino, il quale si smarrisce sul più bello, a tu per tu con l’infreddolito Bandoni.

Conquistammo la vittoria al termine di una partita giocata in totale sicurezza. A sera, la Domenica Sportiva mostrò il tabellone della classifica: eravamo primi con 12 punti, ma in coabitazione con Palermo, Perugia, Taranto e Ternana. Insomma, il campionato era ancora lunghissimo. Quella Lazio però stava studiando per diventare grande.

Quanto alla musica che ci girava intorno in quel periodo, non possiamo che usare questo aggettivo: inarrivabile.

Per qualità, quantità, varietà e originalità, il decennio degli anni Settanta proseguiva ed ampliava il lascito della mitica produzione degli anni Sessanta. Due decenni indissolubilmente legati a livello musicale, caratterizzati da una cifra artistica molto difficile da equiparare. Il Pop si compenetra nel Rock, assecondando uno scambio mutualistico e virtuoso.

Vi proponiamo due classifiche per altrettante playlist. La prima è l’hit parade dei 45 giri più venduti il sabato prima di quel Lazio Monza.

Scorriamo insieme alcuni pezzi che fanno parte del nostro immaginario.

Apre l’hit parade Amore caro amore bello di Bruno Lauzi. Segue l’indimenticabile Mamy blue dei Pop Tops. Anche i Pooh stanno studiando per diventare grandi, proprio come la Lazio, e ci regalano Tanta voglia di lei, il pezzo in terza posizione. Segue Io e te di Massimo Ranieri e una stratosferica Ornella Vanoni con Domani è un altro giorno, un pezzo straordinario, la cover di The Wonders You Perform, portata al successo da Tammy Wynette un anno e mezzo prima. Questo lo sanno in pochi. Se volete sorprendere gli amici e tirarvela un po’, ricordate che ve l’abbiamo detto noi!

La classifica si fa rovente, perché rombano i motori della Formula Tre: E pur mi son scordato di te, rimarrà scolpita nella nostra memoria, perché è una pietra miliare della canzone italiana. A seguire, Put your hand in the hand degli Ocean, che precede di una posizione Chissà se va, la sigla di Canzonissima eseguita dall’indimenticabile Raffaella Carrà. In nona posizione, un cogitabondo Lucio Battisti arrovella la sua anima con Dio mio no, mentre i Profeti rivolgono pensieri gentili al loro pubblico, con Era bella, che chiude la classifica dei singoli più venduti di quella settimana.

E veniamo adesso alla classifica dei 33 giri:

C’era da sognare con Tarkus degli Emerson Lake and Palmer, issati alla prima posizione. A seguire, Del mio meglio, il poderoso album di Mina. Terza piazza per lo chansonnier per antonomasia, Charles Aznavour, con il suo … e fu subito Aznavour, un album ricco di gemme preziose. Al quarto posto, uno degli album più famosi del secolo scorso, Imagine di John Lennon, che di certo non ha bisogno di presentazioni. Pensiamo anzi che ogni parola sul disco dell’ex-Beatle sia superflua. Cos’altro si potrebbe aggiungere su una canzone che nel 2000 è stata votata come “canzone del secolo”?

Quinta posizione per Santana III, il terzo disco del chitarrista messicano Carlos Santana. A seguire, Amore e non amore, di un Lucio Battisti in stato di grazia.

In sesta, l’energia hard-rock dei Deep Purple, pronta ad esplodere dai solchi di Fireball.

Chiudono questa classifica tre band italiane. Stiamo scivolando nel Prog, ma non solo.

Perché Concerto grosso per i New Trolls, scritto dai New Trolls in uno stato di totale incoscienza, è un lavoro straordinario, un caleidoscopio articolato e psichedelico su quanto la Musica sia effettivamente in grado di generare nelle nostre anime. Il frontman Vittorio De Scalzi, dichiarerà che l’album era nato come colonna sonora, che avevano assoldato un’orchestra, con strumentali di grande prestigio. Poi la svolta pop. I giovani componenti del gruppo avevano iniziato a viaggiare in Maserati, Ferrari e Lamborghini, ma dovevano tenerlo nascosto, in modo da poter assumere un profilo più basso e minimalista da mostrare al mondo esterno, uno stile più in linea con quello del loro pubblico.

In nona posizione Collage de Le Orme. Ispirati dal concerto del 1970 all’Isola di Wight di Emerson, Lake e Palmer, Le Orme abbandoneranno il pop per ricercare nuove strade. Ne verrà fuori Collage, il loro secondo album, che è ritenuto oggi uno dei capolavori del genere Progressive.

Chiude questa fantastica hit parade Formula 3 dei Formula 3, al loro secondo album.

Prodotto da Lucio Battisti, autore di tutti i brani insieme a Mogol, è un disco di assoluta bellezza. Che band, la Formula Tre! Alberto Radius, Gabriele Lorenzi e Tony Cicco, tre autentici fuoriclasse.

Stavolta vi abbiamo ubriacato, non è così? Ha ragione da vendere Ron, quando sostiene – riguardo alla Musica – che ti colpisce, ti guarisce, ti riporterà lontano, per ricominciare il volo.

Questa domenica, alle ore 15, come ai cari vecchi tempi, gioca la Lazio. Contro l’ultima in classifica. Nient’altro da aggiungere, se non, tutti allo stadio!

Ugo Pericoli

Condividi su

Pensieri e parole di
Guido De Angelis

“La società deve sostenere Baroni. Non è il momento di dubitare del mister”

«Abbiamo ancora il nervo scoperto per tutti quanti gli infortunati. Ho letto in mattinata l’intervista del…

«Lazio incerottata, bisogna scegliere tra campionato e Coppa»

«Ogni volta nel finale di stagione succedono cose strane. Abbiamo due casi da gestire: il primo…

«Lazio umiliata a Bologna. Non credo più al quarto posto»

«Oggi è un buongiorno amaro. La Lazio esce umiliata da Bologna, si ripete quello che è…

Leggi anche

Italia-Germania, le probabili scelte di Spalletti: Rovella verso una maglia da titolare

Lazio, Pellegrini torna in lista Serie A: fuori Basic

Lazio, Fabiani: “Fiducia totale in Baroni. A gennaio non volevamo alterare equilibri”