Lazio&Musica, quella lazio del 1983, tra Enrico Vella e Captain Sensible

Cari fratelli laziali,

cerchiamo di riprendere l’andatura che avevamo mantenuto fino all’ultimo, sciaguratissimo Derby. Testa al Como dunque. Non abbiamo incontrato molte volte i Lariani, ed infatti questasfida non rientra tra le grandi classiche del calcio italiano. Per immergerci nel clima più calzante, vi riproponiamo una vecchia sfida risalente al 1983, che venne giocata la domenica del 13 febbraio. Era la XXI giornata del Campionato di Serie B 1982/83.

Non eravamo in molti ad aver sottoscritto l’abbonamentoquell’anno. Nonostante l’amnistia che ci aveva restituito Bruno e Lio, erano tempi davvero grigi. Tanti ragazzi miei coetanei si erano disamorati. Metteteci che la Roma stava andando fortissimo, che stava dominando il campionato e chealla fine lo avrebbe vinto, il quadro vi risulterà completo.

Ricordo bene come trascorsi quel fine settimana. La sera prima ero stato trascinato al cinema dalla ragazzetta, a vedere Il tempo delle mele 2. Ebbene, se il film originale poteva essere considerato un ritratto della società francese (e di gran parte dell’Europa dell’Ovest) di inizio anni Ottanta – il sequel – privato di ogni valenza sociologica, risultava solo un polpettone insipido e ripetitivo, molto difficile da digerire. E se Reality, la colonna sonora del Tempo delle mele, possedeva tutte le caratteristiche per diventare una grande hit trans-generazionale, la Your Eyes dei Cook Da Books, il brano portante de il Tempo delle mele 2, era solo un tentativo, stucchevole e mal riuscito, di replicare il grande successo firmato Richard Sanderson – Vladimir Cosma l’anno precedente. Sebbene provenissero da Liverpool, i Cook Da Books non possedevano un milionesimo del talento dei Beatles. Di loro, si sono velocemente perse le tracce, e se sono stati furbi, avranno anche cambiato mestiere.

Il sabato sera, dunque, avevo assistito ad un film di basso livello. Cosa mi sarei dovuto attendere dalla Lazietta di Roberto Clagluna? Potevo dare per scontata la nostra vittoria?

Una vittoria della Lazio in serie B era sempre data per scontata. Era questo l’atteggiamento di noi ventenni di allora, che spesso rimanevamo delusi e sconcertati. Entrai in Curva Nord tardissimo, verso le 14:20. Tanto, che fretta c’era?

Quando il signor Mattei della sezione di Macerata fischia il calcio d’avvio, saremo occhio e croce venticinquemila.

Claguna deve fare a meno di alcuni uomini e manda in campo Orsi, Podavini, Saltarelli, Vella, Miele, Perrone, Ambu, Manfredonia, Giordano, D’Amico e Badiani. In panchinasiedono Moscatelli, Pochesci, Tavola, Chiodi e De Nadai. 

Il Como di Tarcisio Burgnich è infarcito di nomi che si apprestano a fare il grande salto. Avremmo incontrato futuri campioni d’Italia ma quel pomeriggio, noi non potevamo saperlo. Giocatori molto forti, come Giuliani, Tempestilli, Galia, Fusi, Fontolan, Soldà, Mancini, Palese, Nicoletti, Matteoli e Palanca. A disposizione dell’allenatore ancheRadaelli, Casilli, Borgonovo, Butti e Maccoppi. 

È una Lazio già in crisi. A nulla è valsa la prodezza di D’Amico, contro il Milan, all’ultimo minuto del 1982. Il 1983 è iniziato nel peggiore dei modi e il disagio incontrato nel mese di gennaio è culminato con la sconfitta di Campobasso, per 1 a 0, contro i modestissimi padroni di casa che provengono dai semi-professionisti. Abbiamo inoltre perso un’imbattibilità che durava da 13 domeniche e che ci conferiva un senso di sicurezza, una sorta di “coperta di Linus” cui aggrapparci. Ma adesso, è l’assenza di schemi precisi a preoccupare. Anche con il Como, la Lazio proverà a contare più sulla forza e sulla tenacia dei singoli, che su quella del collettivo. Enrico Vella, già da qualche settimana, appareil laziale più in forma. Ci aggrappiamo a lui, alla sua capacitàdi far diga a centrocampo e di dialogare con il repartod’attacco. Lui Manfredonia sono alla ricerca delle giocate risolutrici di Vincenzo D‘Amico e di Giordano, che francamente, a volte appare assente e avulso dalla manovra, come se fosse un corpo estraneo. Eppure, è proprio dai piedi di Bruno che nasce il gol del vantaggio, che giunge inatteso, un regalo del caso. Ma il Como non si scompone, anzi. Ha interpretato bene la partita, ha “letto” che le nostre difficoltà sono concentrate soprattutto in difesa. 

Burgnich ha piazzato Nicoletti al centro dell’attacco e la sua marcatura, con Spinozzi infortunato, spetta a Renato MieleCarletto Perrone gioca da libero, seppur con la maglia numero 6, ma non possiede le qualità tecniche del suo illustre predecessore con il numero 4. Dopo soli tre minuti dal vantaggio di Giordano, arriva il pari di Galia. Là, nel cuore della vecchia Nord, i cori diventano ancora più udibili, ma al24′ cala il gelo su tutto lo stadio. Il Como passa in vantaggio,Perrone va in bambola su un attacco di Paleari e quando questi riparte in un affondo, Miele cicca clamorosamente l’Intervento, consentendo a Nicoletti di battere a rete a porta vuota.

Piove sul bagnato. Con un occhio alla classifica (anche il Como si sta facendo sotto per un posto promozione) s’infortuna anche Podavini. Entra Tavola, dotato di buone geometrie ma poco incline agli assalti all’arma bianca. Nel secondo tempo, Clagluna richiama Ambu, per fare spazio a Chiodi, sperando in un sussulto sulle palle inattive. Il Como si arrocca in difesa e giocherà secondo la “visione” del suo tecnico, puntando tutto sul contropiede. Al 55′, abbastanza casualmente, Manfredonia ha la meglio in una mischia, e intravede Vella, liberissimo, ben posizionato per battere a rete.Enrico Vella fa resuscitare l’Olimpico, con un gran tiro a rientrare che vale il 2 a 2.

E adesso? E adesso, dobbiamo solo vincere. La Lazio si impegna ma l’impressione che se ne trae, è un patetico “vorrei, ma non posso”.

Giordano sbaglia due controlli, il secondo dei quali abbastanza elementare. Forse arriva qualche fischio, ma non ricordo bene. Probabilmente, il pubblico stava rimproverandotutta la squadra. La Serie A era ferma, la Roma non giocava.A sera, avremmo voluto vedere un Michele Plastino più festoso durante Gol di Notte, una volta tanto, monopolizzato dalla Lazio.

E invece dovemmo accontentarci di un pareggio davvero miserello. Avevo assistito ad un altro triste spettacolo che faceva il pari con il film che mi ero fatto imporre il sabato sera. Non proprio un fine settimana memorabile, vorrei dire.

Quanto alla musica che ci girava intorno in quell’inverno di 42 anni fa, parliamone. A parte due grandi nomi, c’era da mettersi le mani nei capelli – o i tappi alle orecchie – fate voi.

Perché la top10 dell’Hit Parade del 12 Febbraio ’83, il giorno prima di Lazio Como, era la seguente:

Prima posizione per la fanciullesca Carletto di CorradoA seguire (e ad alzare il livello qualitativo) Words di F.R. DavidLa canzone di cui vi ho parlato prima, la pallosissima Your Eyes dei Cook Da Books, in terza. Segue la Ballo ballo di una indimenticabile Raffaella CarràRiprende il tedio, con la prevedibilità di Non siamo in pericolo, dei PoohIn quinta posizione, uno dei pezzi più iconici dei ChicagoHard To SayI’m Sorry. In settima, ottava e nona posizione, tre veri casi clinicila Canzone dei puffi di Cristina D’AvenaGomma gomma di Luca e Manuela e Piccolo amore, degli immarcescibili Ricchi e PoveriA chiudere questa contraddittoria playlist, l’ipnotica Wot di Captain Sensible, che almeno detiene il pregio, al netto dei tanti limiti artistici, di saper cogliere al meglio il sound del momento.

Venerdì sera, tutti allo stadio. Abbiamo un solo risultato utile. 

Forza Lazio!

Ugo Pericoli

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