Le pagelle di Guido De Angelis – Commoventi per un’ora, fermiamo l’Atalanta. Gila-Rovella da Oscar, Tchaouna da horror, Dia spreca tutto. Ah, se Baroni avesse avuto dei cambi…!

Al termine di Lazio-Atalanta arrivano come di consueto le pagelle del nostro direttore, Guido De Angelis.

PROVEDEL 7 – Non deve compiere parate nella prima ora di gioco, ma deve fare ciò che è più complesso per un portiere: farsi trovare pronto al primo vero intervento del match. Per fortuna, questa sera mette le unghie sulla conclusione di Lookman, che avrebbe anticipato di un quarto di gara il pareggio dell’Atalanta. Il suo guizzo, nella circostanza, è risultato determinante. Viene salvato da Pellegrini sempre sul Pallone d’Oro africano. Incolpevole sul gol di Brescianini.

NUNO TAVARES 6,5 – Spinge tanto sulla catena di sinistra, e ha il grande merito di abbassare Bellanova per i primi 45’, senza mai farlo scendere. Nel duello tra due assist-men, non demerita. Combinazioni ad alta velocità con Zaccagni, non è sempre pulito nell’ultimo passaggio. Ma con un mancino avvolgente manderebbe fuori tempo la retroguardia dell’Atalanta mettendo Tchaouna davanti a Carnesecchi. L’ex Salernitana dovrebbe solo colpire la sfera, ma non è ben posizionato col corpo e sciupa tutto. Diligente e applicato, abbiamo visto qualche sgroppata degna di nota anche questa sera, sperando che si sia tenuto le più belle per domenica prossima. Esce all’ora di gioco quando c’è soltanto da difendere, entra Pellegrini.

LUCA PELLEGRINI 7 – Lo vorrei applaudire per l’atteggiamento volitivo e lo spirito indomito con cui è entrato in campo. Mura due o tre cross di Bellanova in calcio d’angolo, ma commette la piccola ingenuità di voler tenere in campo – spazzandolo via per evitare la rimessa laterale – un pallone che poi ci costa caro. Ma merita mezzo voto abbondante in più, perché a al 77’ (a 17’ dal fischio finale) salva sulla linea un gol già fatto di Lookman. In quell’ultimo quarto d’ora avremmo sofferto come dei pazzi. Affidabile.

GILA 7 – Sontuoso. Disputa una gara difficile, perché l’Atalanta è scesa a Roma senza Retegui e lo spagnolo non ha riferimenti precisi per vie centrali. Così, nella logica dell’uomo contro uomo si incolla a Lookman e non gli fa vedere la palla per la prima ora di gioco. Anticipi ben fatti, recuperi prodigiosi, ricordo nitidamente tre sgroppate in cui si è fatto tutto il campo con la palla al piede, mancando soltanto nell’ultimo passaggio. Quando rompe la linea va via che è una bellezza. Non ha preso il giallo, ed è un’altra discreta notizia, per tanti e tanti (e tanti) motivi. Una signora partita.

ROMAGNOLI 6,5 – Non è stato irreprensibile (per utilizzare un eufemismo) nell’occasione del gol di Brescianini all’88’. Da un giocatore esperto come l’ex capitano del Milan mi aspetto letture più rapide e intelligenti del potenziale sviluppo dell’azione. Ma questa sera va considerato lo spessore dell’avversario e va premiata la grande prestazione su De Ketelaere, che è stato completamente annullato dal campo. Il folletto belga era il migliore della stagione nerazzurra, e questa sera all’Olimpico è sembrato invisibile. Con l’assenza di Patric – affaticato e fuori dai convocati – diventa essenziale avere Alessio al meglio. Che sia una settimana di allenamenti intensi e determinati!

MARUSIC 5+ – La premessa obbligata è che non mi è dispiaciuto e nel complesso ha fatto una discreta partita. Il problema è la recidiva, costante e puntuale come un orologio svizzero. In avvio di ripresa, infatti, assistiamo al replay del gol di Dimarco con l’Inter: su un leggibile cross dalla destra, Cuadrado gli scappa alle spalle e colpisce di testa a botta sicura da un metro. Ancora una volta si è perso malamente l’uomo, e il colombiano ci ha graziato cercando di angolare la sfera. Il gol dell’1-1 non è colpa sua, ma arriva comunque dalle sue parti. Ha mantenuto costante la concentrazione, ma ogni volta gli bastano quei pochi secondi di disattenzione per rovinare tutto. Ha chance di giocare anche la sfida del 5 gennaio, speriamo che limiti al massimo le sbavature.

GUENDOUZI 7 – Dura 70 minuti ma li disputa alla grande, con coraggio e ardore da leone. Velocizza i ritmi, fa bene le preventive e si butta anche in avanti quando è il caso. Colpisce un palo clamoroso al termine di un’azione che ci vede andare tre volte ad un passo dal gol in un primo tempo maiuscolo. Rimanda ancora l’appuntamento con la rete all’Olimpico in Serie A. Nell’ultimo quarto di gara non si regge più in piedi, ma non ha cambi ed è eroico nel difendere con veemenza senza soccombere. Arretra – purtroppo – il raggio d’azione di qualche metro di troppo, e l’Atalanta ci entra in porta col pallone.

ROVELLA 7,5 – Vale il discorso fatto per Guendouzi, con la ciliegina dell’assist per Dele-Bashiru che stappa la partita. In fase di impostazione aveva dall’altro lato quello che – dopo Calhanoglu dell’Inter – è il più forte in Italia, un impressionante Ederson. Fa bella figura, segnalandosi nuovamente come uno dei migliori prospetti del nostro calcio. Difende in avanti e smista palloni su palloni per un’ora abbondante, quando tenta l’incursione in avanti sembra una gazzella. Cala visibilmente alla distanza e non ne ha più per lo sprint finale. Una risorsa imprescindibile.

DELE-BASHIRU 6,5 – Il meno brillante a centrocampo, nonostante la rete del vantaggio che al minuto 87 ci vedeva vittoriosi. Fa un primo tempo di sostanza e acume tattico, coronandolo con un grande gol che segue ad un ottimo attacco dello spazio. Mantiene lucidità davanti a Carnesecchi e lo trafigge guadagnandosi un coro personalizzato della (bella) gente laziale. Nella ripresa, però, palesa le grandi difficoltà di gestione della sfera, faticando a trovare la posizione in fase di filtro e non riuscendo a tenere un pallone. In condizioni normali, al 60’ sarebbe stato richiamato negli spogliatoi perché con la lingua di fuori, ma Baroni non ha cambi e deve tenerlo in campo. Nell’ultima mezz’ora è mancato proprio tanto un calciatore che tenesse la sfera e ci facesse salire, spezzando anche solamente a tratti il forcing infernale dell’Atalanta. Ad ogni modo, vederlo migliorare tatticamente in un test così probante è comunque positivo.

ZACCAGNI 6 – Sufficienza stiracchiata. Continua ad attraversare un periodo di forma a mio avviso non eccezionale. Gestisce bene la sfera con Tavares nel primo tempo, per poi scomparire col passare dei minuti. Esce con i crampi, senza aver mai cercato la porta e avendo spesso affrettato l’ultima giocata. Gli è mancata l’ultima scelta, ma anche la continuità in partita. Si becca, poi, il consueto cartellino giallo che lo farà entrare in diffida. Per poter consentire all’allenatore di ruotare gli uomini, sarà urgente recuperare qualche pedina, perché cominciamo ad essere corti anche in avanti.

DIA 5 – A malincuore, l’ha decisa in negativo. Entra in campo per l’ultima mezz’ora di gioco da fuori ruolo, dovendo adattarsi a sinistra nel ruolo di Zaccagni. Ormai disabituato a giocare vicino alla porta, cestina clamorosamente due enormi occasioni da rete. Col piattone destro grazia da due passi il portiere ospite, mancando il 2-0 che avrebbe (quasi) chiuso la partita. Qualche minuto dopo, si fa ingolosire dalla conclusione da fuori area invece di servire Castellanos, che sarebbe stato tutto solo davanti al portiere. Sono gli episodi sliding-doors della partita. E purtroppo li ha gestiti male.

CASTELLANOS 6,5 – Confermo: non è un bomber e l’istinto del killer non è roba sua. Lo si capisce dalla doppia occasione che ha nel primo tempo, quando chiama due volte Carnesecchi alla parata. Lo si era capito, a dir la verità, anche qualche istante prima, quando su un disimpegno errato degli ospiti aveva cercato di saltare l’ultimo uomo Hien invece di affrettare la conclusione, con Carnesecchi fuori dai pali. Sopperisce alle mancanze sotto porta giocando divinamente con la squadra. Sombrero e tunnel a Hien, giocate sopraffine sulla trequarti, poi l’egregia gestione del pallone che Rovella trasforma in assist per il gol di Dele-Bashiru. Gli manca la rete, spero sappia quando gli chiediamo di rifarsi. Esce a 10’ dalla fine per Castrovilli.

CASTROVILLI 5,5 – Non sarebbe giudicabile, ma l’atteggiamento con cui entra in campo mi porta a dire due paroline sul calciomercato. Deve coprire esattamente la zona di campo in cui operano Samardzic, Brescianini e Bellanova, cioè la fonte dei maggiori pericoli. Con una dozzina di minuti a disposizione, dovrebbe mangiarsi il campo. Invece, spesso tarda i tempi delle uscite in pressione e risulta troppo morbido, troppo leggero nelle chiusure e nel pressing. Quest’oggi il nostro allenatore non ha avuto la possibilità di pescare dalla panchina un sostituto a centrocampo. E’ bastato il forfait dei due senatori Pedro e Vecino per farci entrare in emergenza. Che sia di avviso ai naviganti. Serviva lungimiranza, forse non è ancora troppo tardi.

TCHAOUNA 4,5 – Si salvi chi può. Apprezzo la scelta del mister di dare una chance dall’inizio al ragazzo più acerbo e più bisognoso di mettere minuti nelle gambe. Non giocava dal 1’ in Serie A da 4 mesi (col Milan ad agosto) e il perché è facile ad intuirsi. Si applica, e sta certamente migliorando nella dedizione in copertura. Ma nel primo tempo perde due palloni in uscita identici agli errori commessi col Milan e l’Atalanta rischia di andare in porta. Quei palloni in orizzontale non sono da massima serie. Su un cross dalla sinistra di Tavares, avrebbe tutto il tempo per posizionarsi bene con il corpo e appoggiare in rete il pallone, invece si fa colpire goffamente dalla sfera, graziando Carnesecchi. Qualche istante dopo ce l’ha sul mancino dal limite dell’area piccola, ma invece di cercare lo specchio scaglia un missile che termina quasi in fallo laterale. Nella ripresa si rende protagonista di una giocata inconcepibile: sulla respinta di un calcio d’angolo avversario, pensa di superare in dribbling Samardzic in area di rigore, perdendo la sfera e consegnandola sul sinistro del serbo. Sono orrori da scuola-calcio. Esce per Isaksen. Si impegna, corre, ma fino adesso può essere adatto a certe tipologie di partite (dove si può sbagliare venendo perdonati) e non ad altre.

ISAKSEN 5,5 – Subentra a Tchauna e non riesco a capire come gli venga in mente – da diffidato – di entrare a mille all’ora su Cuadrado, falciandolo e venendo graziato dall’arbitro. Il giallo rimane nel taschino del direttore di gara Massa, e il pericolo è scampato. Sarebbe anche frizzante, ma non indovina la gestione di due o tre ripartenze che avrebbero potuto essere letali. Forza, ragazzo: dovrai giocare il tuo secondo derby dall’inizio, dopo essere stato sostituito all’intervallo nell’ultima stracittadina (l’unica dell’era Tudor). Servirà il fioretto, ma soprattutto la sciabola. Non sarà una specialità danese, ma vedere il calciatore ammirato al Maradona di Napoli sarebbe più che sufficiente.

BARONI 6,5 – Con il materiale a disposizione, opta per quello che forse era l’unico canovaccio possibile: giocarsi tutto a mille all’ora per la prima ora, sperando di portarsi sul doppio vantaggio. Piano che gli riuscirebbe quasi alla perfezione, ma manca il raddoppio e l’Atalanta la pareggia nel finale. Il lavoro che ha fatto fin qui avrebbe meritato una panchina migliore di quella che avevamo a disposizione oggi. Purtroppo per la prossima sfida non recupereremo nessuno, e continueremo ad essere corti. Il mercato, però, il 5 gennaio sarà già aperto da tre giorni. Che qualcuno non lasci inascoltato il grido di questa sera, che dovrebbe valere come avvisaglia. Abbiamo bisogno di (almeno) un centrocampista che già conosca il nostro campionato.

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