Cari fratelli Laziali,
oggi vi parleremo di un Lecce Lazio che si disputò esattamente trent’anni fa. Domenica 19 dicembre 1993, per essere ancora più precisi. In fondo all’articolo, vi proporremo – come sempre su questa rubrica – anche la relativa playlist, corrispondente ai brani che si trovavano in classifica il giorno della partita.
Per una volta, consentiteci di parlarvi prima di musica. Ricordate chi occupava il primo posto dell’Hit Parade dei dischi più venduti il giorno di quel Lecce Lazio?
Al Numero 1 incontravamo Penso positivo. Era un pezzo trascinante, un inno all’ottimismo con cui Jovanotti, all’inizio del suo nuovo e riflessivo percorso artistico, invitava la gente a pensare positivamente sul futuro. Proprio quel che dovrebbe fare in questo momento il tifoso Laziale, ferito da sei frecce in fondo al cuore scagliate da un’Inter spietata, incredibilmente forte e parimenti fortunata, nell’aver incontrato la Lazio più “emotiva” di questa prima parte di stagione.
Torniamo dunque a quel 19 dicembre del ’93. Si gioca la XVI giornata del Campionato. La Lazio targata Dino Zoff scende in Salento nell’ultima domenica d’autunno. Il Lecce è allenato da Rino Marchesi, subentrato al deludente Nedo Sonetti. Sono ultimi in classifica e schierano la seguente formazione: Gatta, Biondo, Altobelli, Padalino, Ceramicola, Trinchera, Gazzani, Gerson, Ayew, Notaristefano e Baldieri.
Zoff deve rinunciare a Signori ma può schierare una Lazio competitiva: Marchegiani, Bacci, Favalli, Di Matteo, Bergodi, Cravero, Fuser, Winter, Casiraghi, Gascoigne e Boksic.
Iniziamo maluccio. Convinti della nostra superiorità tecnica, prendiamo sottogamba l’avversario, ci divoriamo tre gol e dopo 22 minuti passiamo in svantaggio. Winter, Favalli e Bacci si sono fatti uccellare dal semisconosciuto Gazzani, il quale, con un bel colpo di testa, ha battuto l’incolpevole Marchegiani. Il Via del Mare s’infiamma e, in quella bolgia, fatichiamo a ritrovarci. Il più in difficoltà si direbbe proprio Gascoigne, al quale Zoff ha riservato un ruolo che lo solleva da doveri di marcatura. Biondo lo sta francobollando senza remore. Boksic, un altro che quando si gioca all’Olimpico sembra voglia sfondare le reti, appare intimidito al cospetto del modesto Trinchera.
Insomma, l’assenza di Beppe si fa sentire. Fortunatamente, durante una fase d’attacco, Winter riesce a liberarsi, per poi sgattaiolare e colpire al momento giusto. Sarà lui a siglare il prezioso pareggio che chiuderà di fatto la prima frazione.
Secondo tempo. Il Lecce si sarà sicuramente abbacchiato, e invece no. L’illusione che sia una scampagnata svanisce dopo cinque minuti, quando Casiraghi sbaglia un controllo facile-facile.
Per tutta la ripresa il Lecce si chiuderà a riccio. Impossibile contare tutte le occasioni sprecate di un soffio, per frettolosità ed anche, diciamocelo, imperizia.
Siamo arrivati al 90’, cresce il rimpianto per aver sprecato troppo, vista la palese differenza tecnica. Mentre pensiamo di aver perso l’occasione per riportare a casa punti importantissimi, Cravero effettua un traversone nel cuore dell’area leccese.
Giunti a questo punto, dobbiamo farvi una domanda: vi ricordate la Gialappa di Mai dire Gol? Quelle papere macroscopiche, quei gol divorati in modo grottesco che venivano sezionati fotogramma per fotogramma con un cinismo quasi sadico?
Ebbene, torniamo a quel cross di Cravero. Lui lo ha indirizzato verso l’area e Padalino lo giudica inoffensivo; si sfila quindi dalla traiettoria lasciando il compito al portiere. Si dà il caso che Gatta, il portiere, avesse valutato l’esatto opposto, ossia lasciar intervenire Padalino. Risultato? Gatta deve mettersi a correre per provare ad acciuffare il pallone, che sta rimbalzando in modo stranissimo, quasi un sombrero, che lo scavalca in modo esilarante, diventando un assist per Casiraghi che è a due passi dalla porta. A Gigi è sufficiente allungarsi in scivolata per indirizzare il pallone nella porta sguarnita. Il Lecce perderà la partita grazie alla doppia papera difensiva. Possiamo dire che nell’occasione fummo fortunati.
Tornando alla musica, vi proponiamo la seguente playlist che coglie in pieno il mood che si respirava in quel periodo. Era la Top10 di sabato 18 Dicembre ’93. Si stava chiudendo l’anno di Tangentopoli.
C’era voglia di cambiamento e di trasparenza. Oltre a Jovanotti e alla sua Penso positivo, incontravamo personaggi “immortali”, come Freddie Mercury, un monumento della musica contemporanea. La sua Living on my own viaggiava in seconda posizione.
Come mai, degli 883 & Fiorello, era in terza.
A seguire Your love del Dj Mario Fargetta mentre al 5° posto Stay (faraway so close) degli U2. 6° posizione per Both sides of the story di Phil Collins mentre alla 7° What’s up di DJ Miko. All’8° posto ritrovavamo ancora gli U2 con Lemon. In 9° posizione What’s up dei 4 Non Blondes. Chiudeva la classifica Tear it up degli U.S.U.R.A.
Sabato sera occorrerà calma, umiltà e tanta concentrazione. Le scorie nervose accumulate nel secondo tempo dell’imbarcata subita dall’Inter vanno smaltite in fretta.
Dovremmo prendere a prestito una vecchia canzone di Umberto Tozzi. Chi acquistò, in quel lontanissimo 1977 il 45 giri Ti amo, la ricorderà certamente. Aveva un mood molto diverso da Ti amo ma era egualmente bella, intima, a tratti perfino struggente. Stava sul lato B, il ritornello faceva così:
“Dimentica dimentica,
che il dispiacere scivola”
Facciamoci scivolare via la delusione e testa al Lecce. Corri Lazio, corri!
Ugo Pericoli