Le pagelle di Guido De Angelis – Caduta rovinosa con l’Inter, ma ora non gettiamo tutto alle ortiche…

Al termine di Lazio-Inter, posticipo della sedicesima giornata di Serie A Enilive, arrivano come di consueto le pagelle del nostro direttore, Guido De Angelis.

PROVEDEL 4  – Per la regola delle porte girevoli, torna dal 1’ dopo aver lasciato i pali europei a Mandas e dopo l’ennesimo attacco influenzale. Lo scorso anno subì due tiri e prese due gol senza colpe. Spiazzato dal calcio di rigore di Calhanoglu, non può nulla sul piazzato mancino di Dimarco. Nei primi 10’ della ripresa incassa l’eurogol di Barella e il colpo di testa di Dumfries, poi il tocco morbido di Carlos Augusto. Nel finale Thuram fa anche il sesto. Non ha fatto una parata, ad ogni tiro avversario prende gol. E non è accaduto soltanto questa sera.

MARUSIC 4 – Preferito a Lazzari per contenere le folate di Dimarco, desideroso di riscattare il retropassaggio a Lautaro che nel precedente dello scorso 17 dicembre costò di fatto la sconfitta. Purtroppo ci casca di nuovo, rendendosi l’esempio di come non si difende: salta sul posto pur avendo Dimarco solo alle spalle per il 2-0 che chiude virtualmente la partita. Nella ripresa fa addirittura il centrale della retroguardia a 4 e inevitabilmente ha sulla coscienza sia il quinto gol di Carlos Augusto (assieme a Tchaouna) che il sesto di Thuram. Strano si presenti in conferenza stampa lui e non il capitano.

GILA 6 – Ha rifiatato per la prima ora di Ajax-Lazio e oggi torna dall’inizio contro l’attacco più forte d’Italia. Disputa 28 minuti quasi perfetti ma prima della mezzora chiede il cambio e da quel momento finisce la partita. Al suo posto Gigot. I suoi giramenti di testa hanno cambiato le sorti dell’incontro. Direi che li ha trasmessi alla squadra intera.

GIGOT 4 – Purtroppo entra a freddo e causa il rigore per l’Inter, spartiacque della partita, saltando col braccio largo. E’ l’episodio che decide la gara: ci disuniamo e prendiamo subito il gol del raddoppio. Nella circostanza prende un calcio in faccia da Lautaro, che lo costringe a uscire al break. È entrato, ha combinato la frittata, è uscito. Ingenuo e sfortunato.

LAZZARI 4,5 – Entra per Gigot e fa spostare Marusic al centro della difesa. Impalpabile in entrambe le fasi, grave che non gli riesca un cross neppure sullo 0-4. Troppo morbido nei ripiegamenti, nel finale fa quasi tenerezza per la mancanza di mordente. Quelli dell’Inter sembrano giganti.

PATRIC 5 – L’infortunio di Romagnoli lo proietta titolare, la sfida a Thuram-Lautaro sembra proibitiva per uno come lui, che è una certezza per grinta, determinazione, impostazione e affidabilità temperamentale, ma non può essere certamente un marcatore. Nel primo tempo fa quel che può su Lautaro, contenendolo senza affanni per 35’. Dall’episodio del calcio d’angolo la squadra non capisce l’importanza di portare la gara all’intervallo. Ingiudicabile nella ripresa, quando guida una difesa arrangiata e improbabile contro Thuram, un osso durissimo da arginare.

NUNO TAVARES 4 – Torna all’Olimpico dopo un mese e mezzo nella partita difensivamente più complicata dal suo arrivo a Roma. Nel primo tempo non riesce a incidere in zona gol, il suo destro dopo un’azione personale viene deviato e alleggerito da Calhanoglu tra le braccia di Sommer. Stasera ha capito veramente poco, e in fase difensiva è naufragato con tutta la squadra, venendo bruciato nettamente di testa da Dumfries. Dietro ha palesato grandi lacune.

GUENDOUZI 4,5 – Riposato dopo la panchina di Amsterdam, deve arginare in mezzo al campo l’estro di Mkhitaryan e aiutare Marusic in copertura. Fa la solita partita di sostanza e applicazione, ma con il delirio tattico che c’è in campo dalla mezzora in poi va in bambola anche il francese. Gira a vuoto per tutto il campo.

ROVELLA 5,5 – Preciso e puntuale in Europa League, stasera si misura con un centrocampo che abbina fisicità, tasso tecnico elevato ed intelligenza calcistica. Nel primo tempo fa bene la fase di filtro, il direttore di gara lo ammonisce per protesta, così deve contenersi nei ripiegamenti. Fa da schermo davanti alla difesa e qualche istante dopo serve a Noslin un cioccolatino da scartare col destro. Abbandonato a se stesso in mezzo al campo, oggi non viene supportato dai compagni. Corre per tre, ed è l’ultimo a morire.

ISAKSEN 4 – Deve provare a dimostrare contro i campioni d’Italia che la performance del ‘Maradona’ di Napoli non sia stata solo una rondine che non fa primavera. E’ in fiducia e si vede: calcia da posizione impossibile, sguscia via a Bastoni e lo fa ammonire. Ancora troppo leggero per gare simili, purtroppo quando c’è da difendere lo fa poco e male. Innocuo nella ripresa, sostituito al 55’. In queste sfide profili come lui fanno il solletico alle grandi squadre. Visibilmente stordito.

TCHAOUNA 4 – Limiti tecnici fragorosi, entra in campo e sbaglia tutto il possibile. Regala il quinto gol all’Inter in modo imbarazzante. Il solo modo in cui stoppa il pallone è indice del fatto che a questi livelli serva ben altro. Non indovina un pallone, non lo difende con il corpo e glielo rubano sempre. Un cambio inspiegabile.

PEDRO 4,5 – Né Dele-Bashiru né Dia, tra i due litiganti il terzo gode. Lo spagnolo viene accentrato da Baroni, che lo piazza sulla trequarti per rendere più difficoltoso l’inizio azione di Calhanoglu. Nella prima mezz’ora disturba Calhanoglu, non facendo uscire l’Inter in maniera pulita. Pecca spesso nell’ultimo passaggio, e fa un po’ di confusione, senza riuscire a darci la consueta mano. Esce al 55’, serata storta.

DELE-BASHIRU 5,5 – Entra in campo quando la partita è ampiamente compromessa e dà il fritto.

ZACCAGNI 5 – Entrato male in coppa, non sta benissimo e fino a ieri si allenava con una vistosa fasciatura sul ginocchio. Ma stringe i denti per affrontare l’Inter di Inzaghi. Qualche spunto personale, un “coast-to-coast” a metà primo tempo che avrebbe meritato miglior sorte e tanta applicazione. Protesta in modo vibrante per un arbitraggio non certo casalingo e si innervosisce un po’ troppo. Nella ripresa prende tanti calci di punizione, i nerazzurri lo stendono sistematicamente e Darmian viene ammonito. Si becca il terzo giallo per proteste della sua stagione ed esce infuriato.

CASTROVILLI SV – Entra per i dieci minuti finali per prendere confidenza col terreno di gioco. Non credo fosse la serata adatta.

NOSLIN 4 – Castellanos è squalificato, Dia in panchina, l’olandese non è rientrato nei 16 “eroi” di Amsterdam. Così, Baroni prova a sfruttare l’effetto-Napoli nel duello con il connazionale de Vrij. Ci mette tanto impegno ma cestina col destro una chance importantissima al 22’. Da lì in poi non prende una palla. Il centravanti della Lazio è un’altra cosa.

BARONI 4– – Non rinuncia al 4-2-3-1 spregiudicato, ma deve fare a meno di Romagnoli e Vecino e arriva con diversi pezzi pregiati non al meglio. Disputiamo alla pari il primo terzo di gara, poi crolliamo sull’episodio del rigore di Gigot. Troppo spavaldo il modo in cui rientriamo nella ripresa, ancora con 4 punte, senza capire l’andazzo della partita. Gravissima la gestione delle sostituzioni nella ripresa: va bene fare sbagliare i giovani, ma sconfitte di queste proporzioni sono inammissibili e purtroppo non si cancellano. Non era mai accaduto in 125 anni di incassare 6 reti in casa nostra, e il voto non può che essere durissimo. Ora la Lazio non deve perdere la testa, ma sputare fuori tutto il dolore di questa sconfitta e renderlo generativo nelle prossime sfide. Potrei dire tante cose, ma sparare a zero non serve e oggi sarebbe come farlo sulla croce rossa.

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