Al termine degli ottavi di finale di Coppa Italia tra Lazio e Napoli, arrivano come di consueto le pagelle del nostro direttore, Guido De Angelis.
MANDAS 6,5 – Vedrà pure partire all’ultimo la conclusione di David Neres, ma è tutt’altro che irreprensibile sulla respinta. Lascia il pallone lì e – con la complicità di Patric – Simeone pareggia. Il suo salvataggio successivo col piede sul “Cholito” è però determinate per il prosieguo del match e gli vale la sufficienza ampia.
LAZZARI 6,5 – Spinge quasi per nulla, ma questa sera disputa una gara da terzino difensivo. David Neres lo salta secco in due frangenti nei primi 45’, poi Manuel gli prende le misure. Abile in chiusura, è molto applicato per tutti i 90’ e riesce finalmente a giocare una partita intera. Sfiora il gol col destro, chiamando Caprile ad un’ottima parata.
GIGOT 7 – Altra performance da 6,5, condita dall’assist per il gol di Noslin che ha stappato la partita. Difensivamente si perde soltanto in un caso Simeone, per il resto ha veramente poco da fare nei primi 45’ in cui il Napoli non offende mai. Ripresa da gigante negli anticipi su Simeone e Lukaku. Sorprende, in queste prime uscite, il fatto che sia anche pulito tecnicamente. Poi, quando c’è da spazzare via la sfera senza badare troppo al sottile, non ha problemi. Anche meno irruento del solito.
PATRIC 6 – Non può prendere i voti dei compagni perché sul gol del Napoli si fa anticipare da Simeone. Ma è l’unica macchia di una partita di grande sostanza. Non ha il fisico del tipico centrale, ma compensa con intelligenza tattica e tasso tecnico, oltre alla solita grinta da vendere. Esempio: nella ripresa, su un cross dalla sinistra, Simeone sale altissimo di testa. Lo spagnolo non può svettare, ma lo limita col corpo e l’occasione per i rivali sfuma. Sempre presente con la testa.
HYSAJ 8 – Fuori dalle liste per il campionato e l’Europa, ha dato in primis una lezione di professionalità e sgombrato ogni equivoco circa le sue condizioni psico-fisiche. Poi, ha dato una lezione di calcio agli scettici, disputando una partita strepitosa. Forcing continuo sulla catena sinistra, sovrappone sistematicamente a Zaccagni, va al cross, duetta con i compagni, è perfetto nelle chiusure. Non si fa mai saltare in fase difensiva, si incolla ad ogni rivale e spesso guadagna anche la rimessa laterale. Gioca ogni pallone con ferocia, e in avanti si veste da rifinitore, avviando l’azione che porta al rigore con un grande anticipo ed un pallone super per Pedro, imbeccato in profondità e poi steso dal portiere campano. Anche nella ripresa è uno stantuffo perpetuo, e riesce nell’impresa di non calare alla distanza. Tecnicamente perfetto, si concede anche colpi di tacco funzionali alla manovra, stop con sventagliate panoramiche, in una di quelle serate in cui gli riesce tutto. Eccezionale per applicazione e abnegazione, il mio mezzo voto in più del dovuto dipende dal motivo per cui Baroni lo elogia: pur sapendo di essere impossibilitato ad aiutare i compagni per mesi nelle gare ufficiali, non ha mai abbassato il livello di determinazione negli allenamenti della settimana, dimostrando un comportamento esemplare e facilitando così il lavoro dello staff tecnico. Da applausi a scena aperta, i suoi 93’ sono stati un concentrato di tasso tecnico, dinamismo, fiducia, eleganza, corsa e visione. Tra le sue migliori partite a Roma, gli auguro di ritagliarsi uno spazio in lista da qui a fine anno, perché stasera ha palesato di meritarlo. Per me, come si dice oggi, è il “man of the match”.
ROVELLA 6,5 – Non salta all’occhio perché ormai ci siamo abituati alla sua costanza. Poca verticalità, ma tantissima sostanza in mezzo al campo. Rischia un’altra frittata nella prima impostazione, ma recupera in modo eccelso, da ultimo uomo. E’ l’unico brivido di una gara di ordinaria amministrazione.
DELE-BASHIRU 5,5– Giocherebbe da mediano, ruolo inedito, ma in realtà si butta spesso in avanti. Il Napoli salta raramente la linea, ma quando lo fa il nigeriano si trova sempre a dover rincorrere. Sgasa soltanto una volta, tecnicamente fa grande fatica. Ciabatta un destro oltre la linea di fondo, sembra ancora lento, impacciato e non è certamente un centrocampista di rottura. Giocherà dall’inizio a Napoli per l’assenza di Rovella, sarà il nostro anello debole. Posso soltanto augurarmi che cresca in fretta.
CASTROVILLI 6 – Al rientro – a sorpresa – dopo l’infortunio, mi è sembrato già abbastanza dinamico. Ha assaggiato il campo nei venti minuti finali, cercando anche di creare qualche pericolo in area avversaria. Bentornato!
TCHAOUNA 5 – Resta in campo tutta la partita, ha il solo merito di calciare l’angolo da cui sgorga la prima rete del compagno e amico Noslin. Per il resto, è un disastro. Non salta l’uomo, si ostina nei pericolosissimi passaggi in orizzontale, sbaglia tutti gli stop possibili, e quando passa il pallone lo fa spesso sbagliando la misura o non dosando la forza. Lo stop approssimativo che fa senza proteggere la sfera a metà primo tempo regala al Napoli il gol del pareggio. Una serie di errori da calciatore ancora tutto da plasmare. L’atteggiamento che ha in campo deve cambiare drasticamente: gioca spesso con saccenza, quando a cinque metri da lui Pedro rincorre l’avversario come dovesse ancora dimostrare qualcosa. Insufficienza netta.
PEDRO 7 – Interpretazione eccelsa della partita, pur senza strafare. Parte da trequartista centrale e da quella posizione decide, fornendo a Noslin l’assist pregevole del raddoppio. Si era conquistato anche il rigore poi sbagliato da Zaccagni (o parato dal portiere, che dir si voglia). Ho la sensazione che a Napoli potremmo vederlo a destra. Dove lo metti, stupisce ogni volta di più.
ISAKSEN 6,5 – Ingresso molto positivo per la verve che mette in campo: conduce le ripartenze, fa ammonire gli avversari, allontana palloni pericolosi. Da generoso, si è messo al servizio dei compagni, prima da ala sinistra e poi a tutto campo. Impatto apprezzabile, seppur non in zona gol.
ZACCAGNI 7 – Pesa il calcio di rigore fallito a tu per tu con Caprile, il secondo in stagione dopo l’errore di Castellanos con l’Empoli. Ha il merito di non demordere e di fornire i (quasi) due assist che chiudono la partita: prima fa ammattire Zerbin e serve Pedro che col tacco apparecchia per il 2-1; poi si mette ancora in proprio e mette un cioccolatino sulla testa di Noslin per il tris. Richiamato in panchina quando il lavoro da fare è finito.
GUENDOUZI 6 – Ultimo dei centrocampisti rimasti per Napoli, gioca l’ultima mezz’ora per difendere il risultato. Per sperare di competere al Maradona servirà una delle sue più grandi prestazioni con la nostra maglia.
NOSLIN 8 – Segna una tripletta da centravanti vero, da giocatore istintivo. Tre gol non difficilissimi, ma che testimoniano la grande voglia di incidere. Saranno un’iniezione di fiducia importante per il suo percorso, pur se continuo a pensare che sulle corsie laterali non rappresenti un’arma spendibile. Due reti di testa senza essere un gigante: sa dove farsi trovare e in area piccola sembra accendersi. Non ha il phisique du role del centravanti classico, ma mi sembra abbia un buon fiuto in zona gol. Si porta il pallone a casa.
MARUSIC SV – Entra con l’unico obiettivo di concedere a Noslin la standing-ovation meritatissima dell’Olimpico.
BARONI 7 – Regolerà pure il Napoli-B, ma lo fa con autorevolezza e grande spirito. La Lazio gioca e vince, in attesa di domenica al Maradona, dove sarà un’altra partita. Intanto, passiamo il turno di Coppa e aspettiamo – probabilmente – l’Inter. Questa squadra ci sta stupendo sempre più, chissà…Le scommesse di questa sera sono state vinte ancora una volta, l’augurio è che Dele-Bashiru e Tchaouna possano diventare altre due pedine spendibili a questi livelli.