Napoli, Conte: “Finora sempre con 12 titolari, con la Lazio tante rotazioni per essere credibile. Raspadori dall’inizio”

di Niccolò Faccini

Il tecnico del Napoli Antonio Conte è intervenuto in conferenza stampa all’antivigilia di Lazio-Napoli, gara secca valevole per gli ottavi di finale della Coppa Italia Frecciarossa 2024/25. Giovedì sera allo stadio Olimpico si gioca la gara di cartello del tabellone, il vero big match della settimana, che sarà poi ripetuto a campi invertiti in campionato l’8 dicembre, quando al Maradona la capolista sfiderà in Serie A, per la seconda volta in 3 giorni, la Lazio di Marco Baroni. Preparazione speciale, in casa partenopea: gli uomini di Conte arriveranno a Roma soltanto giovedì mattina, nel giorno della partita, per poi dormire nella Capitale dopo il match di coppa e ripartire alla volta della Campania soltanto venerdì. Annunciate tante rotazioni: dopodomani ci sarà spazio per il portiere Caprile, per l’acquisto dell’estate Rafa Marin, per l’ex Roma Leonardo Spinazzola in difesa. A centrocampo avrà una chance dall’inizio Gilmour, mentre in avanti Lukaku e Kvaratskhelia beneficeranno di un turno di riposo. Pronti al loro posto David Neres e Simeone, che ha nella Lazio la vittima preferita di un’intera carriera. Sulla trequarti giocherà Giacomo Raspadori. Sarà della partita anche Cyril Ngonge, ex obiettivo di mercato della Lazio, che punta alla titolarità nel 4-2-3-1 infrasettimanale di Conte. Di seguito la conferenza integrale dell’allenatore del Napoli.

“Voglio mandare un grande abbraccio a Edoardo Bove. Spero possa tornare presto a fare ciò che fa meglio, cioè giocare a calcio”

La Coppa Italia è un obiettivo stagionale?

«L’obiettivo del Napoli è crescere, e per costruire qualcosa c’è bisogno di giocare e confermarsi. Noi quest’anno possiamo giocare poco, per alcuni aspetti è penalizzante, perché molti calciatori vorrebbero giocare tanto, ma per altri può essere un aiuto. Giochiamo una volta a settimana, con Modena  giocarono i titolari e col Palermo abbiamo ruotato, c’era la necessità di dare spazio a chi aveva giocato meno. Dopodomani testeremo la crescita da parte di tutti quanti. Credo sia importante andare avanti in Coppa Italia, significa avere altro spazio per dimostrare che si sta migliorando, e per capire il valore di chi gioca meno. Fino adesso siamo stati bravi e fortunati a non avere infortuni, l’unico caso è stato Pasquale Mazzocchi. Abbiamo puntato tanto su un ristretto numero di giocatori, domani sarà invece importante fare delle rotazioni».

Torino è stato un crocevia, avete dominato. A fine anno Antonio Conte sarà contento se…?

«Se avrò visto miglioramenti, se mi renderò conto che abbiamo posto della basi per essere ambiziosi. Noi dobbiamo andare oltre il risultato, altrimenti anche una vittoria può diventare effimera e fuorviante. Dobbiamo mettere le basi per ambire a lottare sistematicamente per il primo posto».

Marotta ha detto che il Napoli è favorito per lo scudetto. Cosa ne pensa?

«Può dire quello che vuole, ma io lo conosco e non penso che considererebbe la stagione dell’Inter buona se loro non vincessero lo scudetto. Ognuno deve recitare la propria parte, l’Inter ha 2 squadre e tre quarti. Parliamo del nulla cosmico. Si concentrano su di noi e non vedono chi può essere veramente la rivale scudetto (si riferisce all’Atalanta). Se non vinceranno lo scudetto, si dovranno fare delle domande».

Cosa pensa dell’Atalanta? Questo gioco delle parti sullo scudetto la diverte, la motiva, può essere funzionale alla gestione delle dinamiche mentali dello spogliatoio?

«Ogni club inizia l’anno con degli obiettivi, poi possiamo dichiarare quello che vogliamo, ma ognuno sa a fine stagione se gli obiettivi sono stati raggiunti. E’ il gioco dello scarica-barile, ma poi noi dobbiamo rispondere agli obiettivi che il club ha posto su di noi. Ciascuno conosce l’obiettivo. Forse una volta lo disse anche Aurelio De Laurentiis. Si tratta di un giochino che dà da parlare ai giornali, ma io devo portare a casa quanto mi è stato chiesto».

Domani si gioca con la Lazio, come domenica. Domani darà spazio alle seconde linee come Rafa Marin?

«Innanzitutto noi guardiamo partita dopo partita. La più importante è quella di giovedì. Io farò delle scelte perché ci sono tanti calciatori della rosa che devono giocare. Il merito di questo avvio di campionato non è dei 12/13 che hanno giocato. Va suddiviso all’intera rosa. Dobbiamo capire se siamo attrezzati sull’intera rosa, io darò spazio a chi ha dimostrato di meritare. Sono sicuro che ci daranno una grande risposta, come col Palermo. Con la squadra titolare abbiamo vinto col Modena solo ai calci di rigore, non so se mi spiego. Tutte le gare vanno giocate. Cercheremo con tutte le nostre forze di andare avanti. Molti meritano spazio ma ancora non lo hanno trovato».

Per qualcuno giovedì è un esame per capire se a gennaio andrà via?

«No, non ci sono esami. Farò giocare gente che ritengo meritevole di questa chance. Dal ritiro ad oggi io ho visto crescere tutti gli elementi. Glielo ho anche detto. Alle chiacchiere però devono seguire i fatti. Se dico ai ragazzi che stanno lavorando bene ma poi non li faccio giocare mai, non sono credibile. Il miglioramento del singolo fa crescere il livello della squadra, noi dobbiamo portare tutti al massimo. Giovedì chi andrà in campo avrà la possibilità di dirmi: “Mister, io ci sono!”. Non giochiamo in Europa, abbiamo il vantaggio di giocare una volta a settimana, ma abbiamo una squadra costruita per quest’unico torneo. Dobbiamo capire dove possiamo arrivare».

Raspadori giocherà dall’inizio?

«Jack è un giocatore forte, importante, che meriterebbe molto più spazio. Penso che faccia parte di quei 12/13 che hanno giocato di più dall’inizio della stagione. Mi aspetto delle conferme giovedì, lui ci alza la qualità del palleggio, anche quella delle conclusioni. Sarà della gara dall’inizio, voglio vederlo. Il campo è la verifica, altrimenti rimane solo teoria. Avevo pensato di organizzare amichevoli internazionali con squadre che sono fuori dalle coppe, ma è difficile. Sarebbe necessario, ma è difficile».

Come si trova l’equilibrio tra il turnover e la qualificazione? Le riserve hanno giocato insieme molto poco…

«Non è vero. Ci alleniamo 10 contro 10, la prima è fatta da titolari, la seconda è quella che scalpita per la titolarità. Non sono preoccupato, abbiamo automatismi. Col Palermo si sono visti. Quale è l’obiettivo principale per noi? Costruire qualcosa. Se utilizziamo sempre e solo 10 giocatori, gli altri non cresceranno mai. Siamo in costruzione, dobbiamo restare umili, sacrificarci, fare le cose per bene».

Si può vincere la coppa?

«Per voi è facile vincere. Vi alzate la mattina e pensate di vincere la Coppa Italia, lo Scudetto, la Champions League. Le vittorie vanno costruite. Noi dobbiamo costruire un gruppo solido, creare una squadra ambiziosa. Serve realismo, non servono i sognatori. Io il sogno non lo tolgo a nessuno, poi c’è la realtà. Se voglio costruire qualcosa che duri, devo giocare con l’intera rosa. Dobbiamo anche compattare l’ambiente, che spesso è diviso. Vincere non è bere un bicchier d’acqua, io ho esperienza su come si costruiscono cose durature. Era meglio che non facessi questa conferenza, mi state facendo arrabbiare».

A che percentuale è il Napoli di Conte?

«Io credo che serva pazienza. Col lavoro si cresce. Noi più che lavorare, non possiamo. Non potete svegliarvi e pensare di poter vincere subito. Serve un percorso. Grazie».

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