Al termine di Lazio-Ludogorets arrivano come di consueto le pagelle del nostro direttore Guido De Angelis.
MANDAS SV – Francamente inoperoso. Non deve compiere una parata, ci fa correre qualche brivido di troppo con i piedi.
MARUSIC 5,5 – Un discreto primo tempo a destra, nella ripresa con l’uscita di Pellegrini si sposta a sinistra e torniamo a rivedere il calciatore dello scorso anno. Che mi auguravo di non dover più vedere su quella corsia: non va mai al cross, è sempre assolutamente prevedibile.
PATRIC 6,5 – Al rientro dopo un mese, è il più lucido della retroguardia e ci fa uscire con velocità e pulizia. Suo l’assist per Pedro nel primo tempo, ma Noslin fallisce una chance ghiottissima. Ripresa da gigante.
GIGOT 6 – Vale la regola “Difensore scivoloso, difensore pericoloso”: ad ogni intervento si incrociano le dita. Gli va bene perché prende sempre il pallone e alla fine risulta anche spesso decisivo in anticipo, ma ci fa soffrire. E nel primo tempo mostra scarso intelletto calcistico quando invece di scaricare al portiere, nel tentativo di chiudere sull’attaccante bulgaro regala il pallone ad un altro rivale al limite dell’area. Partecipa all’azione offensiva spesso e volentieri. Sufficiente.
PELLEGRINI 6 – Seconda di fila da titolare in quattro giorni, non gli era mai successo a Roma. Primo tempo con due inutili giocate col tacco che gli fanno perdere ingenuamente il pallone, oltre a due falli poco furbi che spezzano i ritmi già blandi della squadra. È anche l’unico che va al cross tre o quattro volte. Con Marusic, mettere un pallone al centro dalla sinistra diventa impossibile. Il giallo e l’aria che tira impongono a Baroni di lasciarlo negli spogliatoi all’intervallo. Più per preservarlo che altro.
LAZZARI 5 – Entra per Luca Pellegrini all’intervallo ma non ne fa una giusta in fase offensiva: tre cross messi al centro, due fuori misura e il solito traversone addosso al diretto avversario. Gli ospiti sono tutti schiacciati all’indietro e la sua imprecisione non fa altro che aiutarli e farli respirare. Poco lucido, prova il velleitario tiro al volo su un cross dalla sinistra, e poi tenta un tiraccio senza senso dai 35 metri, un regalo per gli avversari.
GUENDOUZI 6,5 – Una buona partita con diverse imprecisioni al cross. In fase conclusiva gli manca sempre l’ultima giocata. Oggi deve attaccare più che difendere, e bravo a sventagliare con continuità cambiando spesso il gioco per Pedro. Ringhia in mezzo al campo e nel finale centra la traversa. Tra i pochi a volerla vincere.
VECINO 6 – Nei primi 45′ fa le veci di Rovella recuperando diversi palloni su Nwan Cruz e Chochev. Bene in fase di filtro, meno bene in avanti. Sbroglia qualche situazione potenzialmente pericolosa, nella ripresa si fa male. Baroni parla di infortunio muscolare, incrociamo le dita.
ROVELLA 6 – Altro ingresso prezioso. Dà velocità ad una manovra lenta e prevedibile. Prova anche il tiro, ma viene murato. Col senno di poi, avrebbe potuto giocare dall’inizio.
TCHAOUNA 4 – Sembra onestamente di livello inferiore. Non indovina un pallone: stop a due metri, passaggi in orizzontale, retropassaggi da brividi, colpi di tacco sterili, fase di ripiegamento nulla. Il tutto condito da un’inspiegabile supponenza e da un giallo per un intervento scomposto. Resta sotto la doccia al break. Per forza.
DIA 6 – Gioca dietro a Noslin. Perché non si sa, ma è così. È autore dell’unica conclusione della Lazio nello specchio nel primo tempo. Nell’ultimo quarto d’ora della prima frazione accusa il fallaccio subito e chiede il cambio. Il rischio è che si sia fatto male, e le parole del mister in conferenza non ci confortano.
PEDRO 5,5 – Parte a sinistra ed è effervescente come al solito, ma non incide in zona gol. Una telefonata al portiere rivale nella ripresa, prima poco o nulla. Chiede il cambio a dieci minuti dalla fine ed entra Zaccagni.
ZACCAGNI SV – Entra in campo in condizioni pessime, non è al meglio e si capisce il turno di riposo concessogli dal tecnico. Negli ultimi assalti non riesce a mettere in mezzo un pallone appetibile, del resto Marusic non sovrappone mai e non gli porta via l’uomo, costringendo il capitano al due contro uno sistematico. Speriamo che sia in grado di giocare a Parma.
ISAKSEN 6 – Entra all’intervallo e porta un po’ di vivacità, ma la presenza di Noslin lo fa giocare a sinistra, dove non mi sembra si trovi propriamente a suo agio. Si conquisterebbe un rigore che il VAR chiama l’arbitro ad assegnare, ma il direttore di gara inspiegabilmente conferma la decisione del campo. Vivace nel finale, è certamente più ordinato e presente di Tchaouna, ma ci voleva molto poco.
CASTELLANOS 5 – Il modo di giocare di Baroni lo fa sembrare forse migliore di quanto non sia. Fa tanto movimento, ma non conclude e non cerca mai la porta. Per un centravanti, non è proprio il massimo. La gestione dei palloni finali è da ufficio inchieste: rallenta il gioco invece di velocizzarlo. Gioca soltanto la ripresa e non determina.
NOSLIN 4,5 – Per farlo esordire dall’inizio in Europa buttiamo via il primo tempo. Gioca da prima punta, poi nella ripresa si sposta prima a sinistra e poi a destra. Si limita al retropassaggio, scompare tra le maglie dei bulgari e finisce per essere un uomo in meno. Avulso dal gioco, finisce inspiegabilmente la partita. Nel primo tempo aveva avuto una chance clamorosa, facendosi rimbalzare il pallone addosso e spedendolo a 6 metri dalla porta. Disastroso.
BARONI 5,5 – Che il Ludogorets si sarebbe chiuso alzando il muro lo sapevamo. Le scelte iniziali questa volta non premiano, e neanche l’atteggiamento, un pizzico presuntuoso. Calciamo in porta una volta nel primo tempo e una nel secondo, troppo poco contro una squadra che era tra le ultimissime della maxi-classifica. Era l’ultima gara abbordabile della prima fase, ora il finale di Europa League sarà tutto in salita: Ajax, Real Sociedad e Braga.