Nicolò Rovella si racconta dal ritiro Azzurro di Coverciano. Dopo l’ottimo momento in maglia Lazio, il giovane centrocampista è stato premiato dal ct, Luciano Spalletti, con la prima convocazione in Nazionale. Sceso in campo 14 volte in stagione, con un assist messo a referto in Europa League, l’ex Juventus ha avuto modo di parlare del suo stato di forma ai microfoni di Rai Sport. Tra i vari argomenti trattati, spazio a una speciale dedica d’amore alla Lazio e i suoi tifosi.
Di seguito le sue parole:
-Sulla Lazio e Sarri: “La Lazio è stato un passo importante per la mia carriera. A Roma ho trovato tutto quello di cui avevo bisogno. Baroni mi sta dando tanta fiducia, ma anche Sarri che mi ha voluto lì, e per me è stato fondamentatale. Senza Sarri non sarei mai andato alla Lazio. Sono molto felice di essere alla Lazio, anche l’ambiente stesso, non mi aspettavo una cosa del genere. Ho una sintonia e un trasporto con i tifosi molto bella, già adesso devo ringraziare Sarri perché mi ha voluto proprio per quel ruolo, quello che preferisco il mediano davanti alla difesa. Mi ha dato tanti consigli”.
-Su Baroni: “Baroni mi da libertà di gioco, anche di spaziare sia a destra che a a sinistra. Non sono nato laziale perché non sono nato a Roma, ma lo sono diventato perché è un ambiente straordinario. Avevo tanti amici di Roma che tifavano Lazio, per cui quando sono arrivato mi hanno iniziato a far vedere video della storia biancoceleste. Mi ha affascinato tanto il mondo laziale, è qualcosa che non traspare tanto da fuori, ma quando ci sei all’interno è incredibile. La Lazio la si vive come un sentimento. Se rimarrò laziale a vita? Assolutamente sì, 100%. Mister Baroni è stato bravo a trasmetterci questa concorrenza, a farci capire che tutti potevamo giocarci il posto, ma è una concorrenza sana perché il nostro è uno spogliatoio di amici, questo ha aiutato me come anche i nuovi che sono arrivati quest’anno. Usciamo spesso fuori a cena con le proprie mogli e fidanzate. Credo che sia questo aspetto a darci quel qualcosa in più nel nostro campionato”.
-Sul suo idolo: “Modric sempre stato il mio idolo, ma mi piaceva molto anche Marchisio. A San Siro ci sono cresciuto, rappresenta tanto per me. I miei genitori abitavano a cinque minuti di distanza dallo stadio, dopo il debutto in Serie A andai a piedi dal ‘Meazza’ a casa loro”.
Di Alessandro Sciacqua