Il difensore biancoceleste Nuno Tavares, nel corso della vigilia di Lazio-Porto, match in programma domani allo Stadio Olimpico (ore 21.00) e valido per la quarta giornata di Europa League, ha parlato in conferenza stampa. Di seguito le sue parole.
È giusto dire che in Italia ci sono più tatticismi che in Europa? Che differenze hai trovato tra il tuo calcio e quello italiano?
“Non sarà una partita difensiva. Io penso sia difficile giocare con chi non lotta per il titolo perché devono difendersi, cosa che non accade con le più grandi. Abbiamo già fatto diversi test contro Milan, Juventus e Fiorentina contro cui avremmo meritato di più. Dobbiamo continuare a fare ciò che stiamo facendo”.
Cosa ti ha aiutato ad inserirti così? Pensi di poter tornare in nazionale a breve?
“Il mio arrivo qui è stato reso facile dal gruppo che è fantastico. Senza il tecnico, lo staff e i compagni i miei numeri non sarebbero gli stessi. Penso alla nazionale, ma non costantemente. Se dovesse arrivare una chiamata sono contento, d’altronde gioco in un grande club che lotta per il titolo, in caso contrario andrebbe bene lo stesso”.
Il presidente Lotito ha detto che non ti venderebbe nemmeno per 70 milioni, pensi di essere tra i migliori nel tuo ruolo?
“Mi rivedo più in Alaba che in Cancelo. Ho sentito le dichiarazioni del presidente e fanno capire quanto la società tenga a me. Io voglio sempre fare meglio e anche più di quello che sto già facendo”.
Hai già affrontato il Porto: qualcuno ti ha chiesto che tipo di squadra è?
“No, nessuno mi ha chiesto nulla sul Porto anche perché è una squadra di livello mondiale. Tutti sanno che ci mettono il cuore e i nervi sempre”.
Lazio e Porto hanno un valore da Champions?
“Sono due squadre di livello mondiale che hanno tutte le qualità per giocare la Champions, stiamo lottando per entrare entrambe in Champions e speriamo di qualificarci per il prossimo anno”.
A che obiettivo puntate come squadra?
“Puntiamo ad andare lontano sia in Europa League che in Serie A. Dobbiamo sempre guardare alla prima della classe, questo è un fattore di mentalità”.
Hai avuto un impatto straordinario in Serie A , che differenze ci sono rispetto alla Premier League e alla Ligue 1?
“Se tu ti riferisci al cartellino rosso che ho preso ho sicuramente imparato qualcosa. Il calcio è tutto uguale in qualsiasi paese, cambia da squadra a squadra, ci sono squadre che lottano per il titolo e ti mettono in difficoltà. Qui ci sono 6-7 squadre che lottano per il titolo come in Premier League, per il mio percorso di adattamento e crescita non possono bastare 5-6 partite, posso ancora crescere tecnicamente e tatticamente e fare di più”.