Nel corso della trasmissione “Quelli che…” in onda sui 98.100 di Radiosei è intervenuto l’ex difensore di Lazio e Verona Ernesto Calisti. Di seguito le sue parole:
-Sulla partita: “Come prima cosa mando un forte abbraccio a tutta la famiglia di Flavio. La partita non è stata facile, un po’ una trappola. Dopo il vantaggio immediato la squadra si è abbassata troppo. Vincere queste partite è fondamentale, ora siamo li al terzo posto. Calo fisico? Non molto, è andata in gestione della gara mentalmente. Non lo devi fare. Anche le medio piccole fanno calcio, non è più come una volta. A parità di condizione fisica vince chi ha più qualità. Forse ieri pensavamo di avere vita facile, anche in 11 contro 9 abbiamo rischiato. Atteggiamento sbagliato ma anche queste partite possono capitare, vincere partite sporche è importante”.
-Su Guendouzi: “Ogni calciatore non vuole mai uscire dal campo, ognuno poi reagisce in maniera diversa. Lui è uno con molto carattere, per me è una cosa positiva. Poi magari in privato Baroni lo avrà rimproverato”.
-Sulla difesa: “Il fatto di attaccare in tanti ti porta a subire di più. A me piace l’atteggiamento propositivo della squadra ma anche Baroni non sarà contento della fase difensiva. Bisogna lavorare di più sulle marcature preventive e sulle distanze tra i reparti. Succede spesso che questa squadra si sbilancia per attaccare”.
-Su Lazio-Porto: “Partita importante. Abbiamo fatto nove punti vincendo in maniera netta. Secondo me Baroni non cambierà troppi giocatori. Mi aspetto in campo Tavares. Con il Porto non ti puoi permettere di cambiare 7/8 giocatori. Loro subiscono pochi gol e ne fanno tanti, bisogna stare attenti. Guendouzi e Rovella lavorano molto per dare equilibrio alla squadra, difficile rinunciare a uno di loro due”.
-Sulla classifica: “Può succedere un calo fisico. Proprio per queso Baroni sta facendo delle rotazioni. Quando c’è il calo fisico è chiaro che non può succedere a tutti i giocatori della rosa, li è intelligenza dell’allenatore fare le giuste scelte. La cosa che mi piace è che questa squadra ha fame”.
Di Alessandro Sciacqua