Il presidente della Lazio Claudio Lotito, all’uscita del consiglio federale, ha parlato ai microfoni dei cronisti presenti. Di seguito le sue parole.
“Riconquistato l’affetto dei tifosi? Questo lo dite voi, ieri hanno continuato a fare cori. Penso che nella vita contino i fatti ed io ho sempre lavorato con questa logica. Hanno contestato allenatore e giocatori, ma ora mi sembra che il cammino della squadra stia smentendo tutto in modo ineluttabile. Noi camminiamo con i piedi per terra e abbiamo umiltà, determinazione e spirito di gruppo partita dopo partita. Cosa manca per non contestarmi? Chi ha studiato sa che Nemo propheta in patria, purtroppo quando si diventa ingombranti, si ha visione e si fanno cose che magari altri non riescono a fare allora si diventa oggetto di contestazione. Vorrei ricordare che sono da vent’anni presidente della Lazio e sono l’unico che ha preso una squadra in Eccellenza, l’ha fatta ripescare in Serie D pagando un contibuto straordinario come previsto dalla norma e l’ha portata in Serie A vincendo tutti i campionati anno per anno e vincendo anche Supercoppa di Lega e Coppa Italia, parliamo della Salernitana. La Lazio aveva 550 milioni di debiti, fatturava 84 milioni e ne perdeva 86,5. Oggi ha un Centro Sportivo all’avanguardia sul quale farò un documentario specifico così si renderanno conto di cos’ha fatto la società. Abbiamo vinto sette titoli e dopo la Juventus siamo quelli che ne hanno vinti di più. Accetto la critica a patto che sia funzionale al miglioramento. Sapete quante cose ho preso dalle considerazioni dei tifosi? Però devono essere critiche costruttive, non distruttive. Hanno fatto uno striscione agli arabi dicendo di comprare la Lazio, ma la società non è in vendita dunque questo non è possibile. Poi mi sembra che se andiamo a vedere quello che accade nel sistema sportivo italiano l’80%, che sono società estere, non mi sembra stiano brillando. Il primato cittadino lo abbiamo sempre avuto. Da quando sono presidente io la Roma è, a parte l’anno scorso, è sempre stata in posizioni inferiori ed in termini di trofei vinti parlano i numeri. Poi la mia competizione non è con loro, dato che io vivo a casa mia e mi interessa risolvere i problemi della mia società. La nostra è una famiglia in cui io metto la faccia, tant’è vero che attaccano tutti me, ma mi pare che anche da altre parti si stia iniziando a dire ‘se avessimo noi un presidente come Lotito’. Nella vita se ti assumi la responsabilità di una gestione devi farlo fino in fondo. Ho in testa di portare la Lazio a raggiungere certi obiettivi, sia in termini organizzativi che di risultato sportivo. Ho detto sempre a tutti che io sono un presidente tifoso e non viceversa. I tifosi presidenti sono tutti morti dal punto di vista imprenditoriale. Il denaro è un elemento importante ma non è indispensabile. L’Atalanta lo scorso anno ha vinto l’Europa League e c’erano squadre ben più attrezzate”.
Lo stadio? Stiamo lavorando anche per quello, a metà novembre ci sarà lo studio di pre-fattibilità. Guardate quanti fronti abbiamo aperti. Abbiamo finito il centro sportivo, la prossima settimana inizieremo i lavori dell’academy: ci sarà una scuola, uno studentato, la foresteria per i ragazzi. Quindi “coltiveremo” i bambini dalla scuola calcio, fino a tutti i settori giovanili. Poi ci sarà la chiesa. Per me è fondamentale, perché io voglio educare i giovani ai valori cristiani. I valori del calcio sono il rispetto dell’essere umano, il merito, l’umiltà, la dedizione, il rapporto con gli altri. Il calcio deve stare al servizio della gente, non al servizio di Claudio Lotito. Io sono il proprietario dal punto di vista civilistico, perché proprietario della società”.
Io coltivo passioni, che sono nate nel 1900 quando è stata costituita la società e che sono state coltivate, quindi ho l’obbligo di preservarle, mantenerle e tramandarle. E poi, come ricordo sempre, il calcio è di didascalico e moralizzatore, il calcio deve insegnare qualcosa, deve aiutare le persone meno abbienti, meno fortunate. Immaginate quanta gente c’è che non ha la fortuna di avere né le disponibili economiche, né le condizioni fisiche e che attraverso la vittoria della propria squadra del cuore, con la prestazione che viene fatta col cuore e con la determinazione da parte dei giocatori, superano le difficoltà della vita quotidiana e diventano stimolo, forza.
Ho realizzato la fondazione appositamente, la quale sta lavorando nelle carceri, negli ospedali, da tutte le parti, perché ritengo che il calcio abbia proprio questo potere mediale, questa grossa capacità di coinvolgere le persone. A tempo delle Olimpiadi si fermavano le guerre, perché il calcio, lo sport era il bene supremo, al di sopra dell’interesse politico, interesse materiale, economico. Dobbiamo essere utili alla società e soprattutto riportare il sorriso nelle persone che sono meno fortunate e che tutti i giorni soffrono per motivi vari.
Il rinnovo per Baroni? L’ho scelto con una funzione e la sta interpretando nel migliore dei modi, perché si sente parte integrante di questa famiglia. Noi abbiamo creato una famiglia dove sono tutti i figli, Baroni è colui che coordina questa grande famiglia dal punto di vista tecnico. Per la squadra deve essere un maestro di vita, come Tommaso Maestrelli. Io non voglio più i nomi, ma i combattenti”.