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Lazio, Guendouzi: “Qui sono felice, non apprezzavo il calcio di Tudor”. E su Dybala nel derby…

Il centrocampista della Lazio Mattéo Guendouzi, ai microfoni di FreeFoot, ha parlato del momento attuale della squadra biancoceleste soffermandosi anche su alcuni episodi passati. Di seguito le sue parole.

IL PRESENTE CON LA LAZIO – “Sono molto felice qui, sta andando bene. Mi diverto, gioco l’Europa League e ho una bella squadra. Gioco con dei giocatori con cui ho giocato all’Olympique come Nuno Tavares e Samuel Gigot. Adesso penso al presente e il presente è la Lazio”

GRENWOOD – “Greenwood un super giocatore che ha delle bellissime qualità e numeri, credo che sia il miglior attaccante della Ligue 1 attualmente. So che la Lazio lo voleva questa estate, c’è stata una piccola disputa per quanto lo riguarda e lui ha deciso di firmare per l’Olympique. Bene per il club perché è un giocatore che farà bene. La scelta dei giocatori a fine stagione viene fatta in base ai risultati ottenuti e alle aspettative.

PASSAGGIO DA SARRI A TUDOR – “Apprezzo molto lo stile del primo perché devi sempre avere possesso palla e fare giocate, attaccare forte in porta verso l’obiettivo. Ho fatto molti progressi a livello tattico con lui e poi è tornato Igor Tudor. Il suo non è il calcio che amo di più, ma bisogna adattarsi a qualsiasi sistema di gioco. Sono sicuro che è stato un momento non troppo felice”.

DERBY E QUESTIONE CON DYBALA – “È un match veramente molto importante per tutti, per la società e per tutti quelli che amano la Lazio. È un’atmosfera che raramente ho vissuto e ho cercato di fare del mio meglio giocando gare importanti, che non ho mai disputato in Francia e in Inghilterra. Questo derby va oltre in termini di entusiasmo anche sul terreno di gioco. Io darò sempre tutto per il mio club e per me perché è la cosa più importante. Dybala mi ha dato un colpo, poi ha visto che stavano vincendo e si è un po’ allargato. Non mi è piaciuto e l’ho preso con le mie mani al viso. Non sono cose che vanno fatte, ma lui ne ha approfittato per mostrarmi il suo parastinco che per lui era sinonimo di vittoria con l’Argentina campione del Mondo. Questo però è il derby e poco importa chi hai di fronte. Io mi batterò sempre”.

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