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Le pagelle di Guido De Angelis – Debutto europeo sontuoso: Dia e Dele-Bashiru trascinatori, Vecino e Pedro da senatori

Al termine del debutto europeo della Lazio ad Amburgo con la Dinamo Kiev, arrivano come di consueto le pagelle del nostro direttore Guido De Angelis, che ha dato voti e giudizi alle aquile.

PROVEDEL 6,5 – Mister Baroni era stato chiaro: quello del portiere è un ruolo delicato e non segue la regola delle rotazioni, per cui alla prima in Europa dell’anno c’è ancora Ivan e non Mandas. Al netto del parziale al 45’, nel primo tempo è sollecitato in continuazione dagli ucraini: blocca a terra al 39’ un mancino insidioso, al 42’ sventa una punizione dai 30 metri di Brazkho volando all’incrocio e al 45’ si ripete su Yarmolenko. Al 71’ copie una paratona su un destro da lontano di Brazkho, ma l’arbitro ferma tutto per espellere Braharu. All’88’ risponde presente sulla punizione di Vanat. Amministrazione straordinaria.

MARUSIC 6 – Per la prima volta in stagione parte da titolare nel ruolo di terzino destro per far rifiatare Lazzari. Nella prima mezz’ora è approssimativo negli anticipi e va sistematicamente fuori tempo su Kabaiev. Tra i meno fluidi, commette numerosi errori tecnici ed è spesso impreciso in uscita. Quando riconquista la sfera, la riperde in un battibaleno. Arruffone e certamente non bello da vedere, ma tutto sommato efficace. Partecipa all’azione del 3-0, premiando l’inserimento di Dele-Bashiru. Nella ripresa tiene botta e combatte su ogni pallone. Sufficiente.

PATRIC 6,5 – A Firenze aveva formato la coppia con Gila, oggi torna al fianco di Romagnoli. Comincia la gara uscendo a vuoto in mezzo al campo, si riprende disputando un primo tempo di ordinaria amministrazione. Nella ripresa un tentativo di chiusura acrobatica gli costa caro: sente tirare, ma continua a correre come un pazzo verso l’avversario facendosi tutta l’area di rigore, da infortunato, per murargli il tiro. E ci riesce. Speriamo non sia nulla di grave, questo ragazzo ormai è uno dei nostri. Esce al 55’ per Gila.

GILA 6 – Appena entra compie un salvataggio provvidenziale in area di rigore. Puntuale negli anticipi, è molto concentrato nonostante l’ingresso a freddo. Quando si incolla all’avversario è un ostacolo duro da superare. Mantiene alta l’asticella dell’attenzione anche nel finale di gara. Un ingresso che fa ben sperare, temo che debba giocare in coppia con Romagnoli tutte le gare fino alla sosta.

ROMAGNOLI 7 – Con la Fiorentina aveva beneficiato di un turno di stop, del resto prima di domenica era stato l’unico calciatore di movimento a non aver saltato un minuto. Nella prima frazione si rende protagonista di due o tre anticipi che ci salvano, è abile a rompere la linea e guidare la difesa con personalità. Fa una partita quasi perfetta, ho contato almeno una dozzina di chiusure importanti. Peccato per il (discutibilissimo) giallo finale, che non macchia minimamente una partita davvero confortante.

LUCA PELLEGRINI 6,5 – Fa l’esordio assoluto in stagione, non aveva giocato neppure un minuto, forse perché chiuso dall’exploit di Nuno Tavares, forse perché nell’ultimo anno e mezzo ha costantemente deluso. Parte malino con due cross completamente fuori misura, ma si sovrappone con continuità. Frizzante, va in tackle e ci fa uscire in maniera pulita. Nel secondo tempo non si fa mai saltare e si fa notare per chiusure ben fatte. Ha dato l’anima, questa sera, e ha retto benissimo sul temibile ed esperto Yarmolenko.

ROVELLA 7 – In campionato era stato risparmiato e aveva giocato soltanto l’ultima mezz’ora, ad Amburgo torna titolare con Vecino. Sempre dinamico, francobolla chiunque capiti dalle sue parti, con le buone e con le cattive. Un po’ scolastico nelle giocate, anche oggi la verticalizzazione è un miraggio. Ma ha sporcato tanti palloni e ha corso per due, disputando una delle sue migliori partite stagionali. Recuperi, corsa, sacrificio per la causa.

VECINO 7,5 – Messo da parte da Baroni in maniera abbastanza inspiegabile, oggi ha appena la seconda opportunità stagionale dopo la titolarità di Udine. Entra subito nell’azione del gol che stappa la partita con un ottimo recupero alto. Non contento, serve a Dele-Bashiru l’assist del raddoppio. Poco appariscente ma sempre funzionale. E’ l’equilibratore della squadra, avendo un’intelligenza calcistica sopra la media che gli consente di trovarsi sempre nel posto giusto. Va in pressione, accorcia su Shaparenko riuscendo a limitare l’uomo più pericoloso della Dinamo. Ha meritato di iniziare e finire la partita.

TCHAOUNA 6,5 – Con Venezia e Verona era entrato bene in campo, meno con la Fiorentina. L’unica dall’inizio l’aveva giocata col Milan, pagando lo scotto dei riflettori del big match. Alla prima da titolare in una competizione europea, torna a destra, nel ruolo in cui aveva spesso giocato a Salerno. Fa tanto movimento, alla metà del primo tempo scaglia un sinistro che impensierisce il portiere di casa. Attacca la profondità, cerca di ripiegare in difesa, va a contrasto: non è sempre pulitissimo, ma l’ho visto in crescita. Esce al 58’ per Isaksen.

ISAKSEN 6 – Entra al 58’ al posto di Tchaouna e avrebbe subito la ghiotta chance del tap-in che segue al palo di Pedro: il danese, invece di sfondare la porta, la passa al centrale ucraino che salva sulla linea. Sarebbe anche partecipe, ma le sue sgroppate non hanno mai l’esito atteso: tanto fumo, ancora pochissimo arrosto. Ad ogni modo, quando se ne va in velocità non lo prendono, e nel finale fa ammonire il terzino avversario, costretto al placcaggio. Gli serve un pizzico di convinzione in più, i mezzi ce li ha tutti.

DELE-BASHIRU 7,5 – Calciatore da costruire per esplicita ammissione dell’allenatore, ma dopo Venezia e Udinese era stato completamente accantonato. E’ all’esordio assoluto in Europa, gioca da trequartista e va sistematicamente a disturbare il primo portatore avversario. Nella prima mezz’ora si scrolla di dosso l’emozione, al 33’ attacca lo spazio e col destro la mette all’incrocio. Gasato dal gol, si incunea sulle destra e serve a Dia l’assist del tris. Ha un’ottima gamba, ha lavorato una marea di palloni e ha fatto sempre salire la squadra nei momenti di difficoltà. Quel lavoro, per una squadra che si fa attaccare, è cruciale: ci ha fatto respirare e ripartire. 

NOSLIN 4 – Entra al 79’ con la chance di partecipare al banchetto di Amburgo, ma impiega appena 190 secondi per farsi cacciare per una gomitata. Dele-Bashiru, incredulo, se la ride dalla panchina. Un disastro gratuito, il suo. Non lui, pagato quasi 20 milioni IVA compresa.

PEDRO 7 – Sembrava fosse destinato al ruolo di “uomo dell’ultimo quarto d’ora”, invece al debutto nella nuova Europa League il tecnico lo schiera dal 1’ in virtù della sua esperienza. Domenica era entrato sulla trequarti, questa sera parte dalla corsia sinistra, da vice-Zaccagni. Molto mobile, dopo i marcatori è il migliore del primo tempo: effervescente, è un moto perpetuo e risulta fastidiosissimo per la retroguardia ucraina. Da una sua iniziativa nello stretto nasce l’assist per il vantaggio. Nella ripresa si divora un gol già fatto a tu per tu con l’estremo difensore rivale ed esce qualche minuto dopo. L’Europa lo stuzzica, i mesi di settembre e ottobre son sempre stati i migliori della sua carriera, questa sera sembrava un ragazzino. Performance da trascinatore.

ZACCAGNI 6 – Nemmeno entra in campo che il numero 45 tenta di stroncargli la carriera con un fallaccio: l’arbitro va al VAR e lo caccia. Entra in campo per non farsi male, la sensazione è che si sia risparmiato per le prossime sfide. Ci aveva procurato la superiorità numerica, subito stroncata da un’ingenuità colossale di Noslin.

DIA 8 – Castellanos viene dallo stop per infortunio, Noslin non ha convinto per nulla da centravanti, così Baroni non rinuncia al numero 19, che in campo internazionale ha preso parte soltanto ad un’edizione della Champions League (segnando al Liverpool in semifinale con la maglia del Villarreal), ma non ha mai giocato in Europa League. Nelle ultime settimane il mister aveva affermato di non volerlo spostare dalla trequarti, dove aveva ben figurato con Milan e Verona. Questa sera gioca da punta e dimostra di vedere la porta: il primo gol europeo della nuova Lazio parla senegalese, così come il terzo gol di testa, pregevole. Svaria sul fronte offensivo che è una bellezza: al 52’ manda in porta Marusic con un pallone delizioso, sette minuti dopo pesca Isaksen con un’apertura panoramica col mancino. Disegna calcio: due minuti dopo manda Pedro in porta ma lo spagnolo prende il palo. Esce al 68’ il “man of the match”, e sarà difficile toglierlo dal campo. 

CASTELLANOS 6 – Rivederlo in campo è bello: pur senza allenamenti in gruppo, ha comunque voluto mettersi a disposizione dei compagni. Nell’ultima mezz’ora scarsa non ha occasioni da rete, ma fa un gran lavoro di sponda e manda i compagni nello spazio. Ha messo minuti nelle gambe per riprendere confidenza col rettangolo verde. 

BARONI 7,5 – Conferma gli otto cambi su dieci per il suo esordio personale in una manifestazione europea. Provedel, Romagnoli, Rovella e Dia non si discutono, per il resto si affida – come annunciato – a chi fino ad oggi aveva avuto meno spazio, facendo riposare in vista del Torino i “senatori” Lazzari, Tavares, Guendouzi, Zaccagni e Castellanos. Ha avuto ragione su tutta la linea: disputiamo una gara autoritaria, e chiudiamo la pratica già nel primo tempo. Premiata la sua insistenza sulla rosa lunga: i nuovi si sono messi in mostra e hanno deciso la gara. Nella ripresa avremmo anche potuto arrotondare. 

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