di Niccolò Faccini
“La Lazio ha giocato a Firenze con due terzini che facevano le ali, con Castrovilli nei due mediani, con due ali come Zaccagni e Isaksen, e due punte come Dia e Noslin. Non è eccessivo?“. Risposta: “No!“. E’ stato questo il punto centrale, lo snodo cruciale della conferenza stampa di Firenze del tecnico della Lazio Marco Baroni. La Lazio prosegue nel cercare un’identità offensiva, ma quando si crea tanto è doveroso provare a concretizzare. Gli 11 tiri totali, abbinati ai 5 in porta, rappresentano – come raccontato ieri dalla nostra redazione – il record dell’ultimo anno in casa bianacoceleste per quanto riguarda le prime frazioni di gioco in Serie A. Alla produzione offensiva non si accompagnano però le conclusioni degli offendenti: di sei attaccanti della Lazio che sono scesi in campo a Firenze, hanno tirato in porta soltanto in due, e una sola volta. Zaccagni – come con il Milan – ha sciupato una ghiotta chance su assist di Isaksen nel primo tempo. Boulaye Dia, sempre nei primi 45′, ha chiamato col destro De Gea ad una grande parata. Al 96′, però, i numeri parlano di un solo tiro in porta di Zaccagni, uno per Dia, mentre gli altri restano a secco: 0 conclusioni nello specchio per Isaksen, 0 per Noslin (in campo 96′), 0 per Tchaouna, 0 per Pedro (il sinistro che ha tentato è stato respinto). Insomma, per la mole di gioco costruita e le conclusioni tentate, il fatto che gli attaccanti non cerchino e non trovino lo specchio non può passare sotto traccia.
TRASFERTE – Il vero peccato riguarda la sconfitta. Non solo la migliore Lazio della stagione avrebbe meritato i 3 punti in terra toscana, ma non ne ha portato a casa neanche uno. E comincia a rappresentare un problema, perché le prime due gare lontano da Roma sono due sconfitte, e nei prossimi quattro giorni le aquile andranno prima ad Amburgo (mercoledì alle 21.00 c’è la Dinamo Kiev), poi a Torino (domenica alle 12.30). Quello delle gare esterne può cominciare a diventare una sorta di psicodramma. Etichetta non ingenerosa, se si considerano le performances esterne della squadra da agosto scorso (2023) ad oggi. La Lazio ha perso 15 trasferte tra Italia ed Europa: da Lecce a Bologna, da Torino a Salerno, da Milano a Madrid, da Bergamo a Rotterdam: una marea di sconfitte lontano dall’Olimpico. Alla fine di febbraio la Lazio aveva perso male al Franchi, 7 mesi dopo la sconfitta è stata ben diversa, ma i punti in cascina sono gli stessi. Nella seconda parte della stagione 23/24 erano arrivate le sconfitte con la Juventus (2-0 in coppa Italia) e della stracittadina. Marco Baroni ha cominciato con due punteggi speculari lontano dalla Capitale: Udinese e Fiorentina hanno avuto la meglio di una Lazio sbadata negli episodi. Se in Supercoppa con l’Inter e a Monaco di Baviera si può perdere – e farlo anche nettamente (doppio 3-0) -, il discorso è ben diverso per le recenti prestazioni fuori casa. In Serie A, la Lazio andrà due volte a Torino (con Toro e Juventus), non esattamente una città comoda da espugnare dato il valore delle prossime rivali.
RIGORI, REBUS – A Firenze, nel lunch match della domenica, Ivan Provedel non è stato certamente tra i peggiori in campo, tutt’altro. Ad inizio gara la parata con i piedi su Colpani è stata tanto istintiva quanto provvidenziale. Tuttavia, il doppio rigore trasformato dall’ex Genoa Albert Gudmundsson evoca più di qualche spettro e ci permette di stilare una griglia relativa al rapporto dell’estremo difensore biancoceleste con i tiri dagli undici metri. Da quando è a Roma, Provedel ha fronteggiato 8 calci di rigore e in 7 casi ha subìto gol. La curiosità è che Ivan si è sempre tuffato a destra, ed è stato sempre spiazzato. Tranne in un caso, quando in Midtjylland-Lazio 5-1 si è tuffato a sinistra contro Evander, neutralizzando il penalty (dopo aver però già incassato un gol da rigore da parte dello stesso Evander). Alla prima con la Lazio, da subentrante a Maximiano, si è tuffato a destra contro il Bologna ed è stato spiazzato da Arnautovic, che ha calciato dall’altro lato. Provedel ha scelto di andare a destra anche in casa contro il Feyenoord, quando Santiago Gimenez ha accorciato le distanze dal dischetto sfruttando il fatto che il portiere si fosse tuffato a destra con una frazione di secondo in anticipo. A Bergamo, nel 3-1 con l’Atalanta, lo stesso è accaduto con De Ketelaere, da cui Provedel è stato spiazzato. Come sul doppio rigore di Gudmundsson: il numero 10 della Fiorentina ha calciato a destra al 49′ e centralmente al 90′, spiazzando il custode dei pali capitolini. Non un para-rigori provetto, ma anche una certa ripetitività nel cercare il tuffo a destra e raccogliere la sfera dalla rete.
Mercoledì sera, a prescindere dal rendimento del numero uno della Lazio, si capirà la gestione dei pali secondo Marco Baroni. Christos Mandas spera nella prima da titolare in stagione: da valutare la scelta del tecnico sulla possibile alternanza tra primo e secondo in Italia ed Europa. Alternanza che ad oggi non è comunque per nulla scontata: ad Amburgo dovrebbe essere comunque avanti ancora Provedel.
N.F.