di Niccolò Faccini
Nel mercoledì di Formello, nel centro sportivo si sono presentati Boulaye Dia e Samuel Gigot. Dopo l’ex Salernitana, è stato il turno dell’ormai ex difensore dell’Olympique Marsiglia, che ha risposto alla stampa alle ore 14.30. Di seguito le parole del nuovo centrale biancoceleste, che nella rosa della Lazio andrà a sostituire Casale, accasatosi al Bologna.
Che idea avevi della Serie A? Che lavoro ti viene chiesto in fase difensiva?
L’Italia ha avuto grandi difensori, ha una tradizione incredibile in quel ruolo. Io amo difendere e quindi ho imparato molto da giocatori italiani, ho avuto anche molti allenatori italiani. Sono pronto a lavorare con Baroni, cerco di ascoltare quel che mi chiede.
Hai avuto qualche difensore italiano come modello? Dove pensi possa arrivare la Lazio?
Fin da piccolo mi ispiravo molto a Cannavaro, un idolo è Nesta, hanno fatto la storia. Noi dobbiamo fare il massimo e rendere fieri i tifosi, poi vedremo.
Il direttore ha parlato di un tuo conciliabolo con Guendouzi. Cosa vi siete detti?
Con Matteo ho parlato tanto, ma non doveva convincermi, io volevo una sfida. A Marsiglia ho imparato che bisogna uscire con la maglia sudata. Io posso giocare con tutti i centrali, loro parlano molto in allenamento, sono bravi. Chi gioca di noi, deve fare il massimo.
Hai segnato spesso nei derby, quando giocavi a Mosca! E da giovane dicevi di essere esaltato dagli allenamenti sotto la pioggia…
Ero giovane! (ride, ndr). Con l’età le cose cambiano. Il derby? Voglio conoscerlo, so che è un match importantissimo, non sarà cruciale fare gol ma vincerlo, conta solo vincere.
Quale idea avevi della Lazio prima di arrivare qui?
Voglio rimettermi in forma e giocare il più possibile. (Interrompe il traduttore: “E’ importante non solo giocare, ma giocare bene!”). In passato conoscevo la Lazio, ho giocato già con Marusic.
Sei pronto per giocare?
Domanda da fare al mister, devo essere al 100% per giocare, ho voglia di conoscere il pubblico della Lazio. Col Milan c’era un’atmosfera incredibile.
Hai avuto Tudor, Gattuso, Vanoli, Carrera, Tedesco, tutti allenatori italiani. In cosa ti hanno migliorato gli allenatori italiani?
E’ vero, sia a Marsiglia che a Mosca ho avuto tanti italiani. Tutti avevano la voglia di vincere, la voglia di fare male all’avversario, Baroni ha tanta voglia di vincere, come loro. La corsa, la preparazione forte, la fatica, ma anche tanta tattica, non vedo l’ora.
Hai sfidato l’Atalanta da capitano in una semifinale europea, fu difficile per te. E’ la sfida più difficile per la tua carriera, l’Italia?
Assolutamente sì. La sfida più difficile è sempre la prossima, lo dico sempre. Qui il livello è alto, in Italia le squadre ti pressano alto, vanno uomo contro uomo, l’ho visto con l’Atalanta. Farò il massimo.