È la stagione 1999/2000, anno che i tifosi della Lazio non dimenticheranno mai, quello dello scudetto conquistato il 14 maggio alle 18.04. Domenica 4 ottobre 1999, allo Stadio Olimpico di Roma arriva il Milan di Zaccheroni che pochi mesi prima aveva sfilato da sotto al naso della squadra di Eriksson uno scudetto al fotofinish tra mille polemiche. Le due compagini sono in un momento brillante dal punto di vista della qualità in campo, i capitolini schierano Nesta, Mihajlovic, Veron, Boksic, Salas, mentre i rossoneri possono vantare sul rettangolo verde calciatori del calibro di Maldini, Serginho, Weah e soprattutto il neo acquisto Shevchenko. I biancocelesti, ancora con il dente avvelenato, partono a mille, affidandosi alle falcata di Veron, schierato largo sulla sinistra nel classico 4-4-2 “Erikssoniano”. L’argentino è imprendibile e in un paio di occasioni sfiora la via del gol trovando l’opposizione di un super Abbiati. Proprio il numero 23, sfruttando una giocata super di Boksic e un batti e ribatti in area, scaraventa in porta la sfera al minuto 18 per il vantaggio casalingo. Il Milan non indietreggia, l’infortunio di Negro fa sbandare la retroguardia biancoceleste e dopo poco più di un quarto d’ora la squadra di Zaccheroni trova il pari con una grande incursione di Serginho sulla destra: il brasiliano serve Weah ma il destro del centravanti milanista trova la deviazione di Mihajlovic per l’autorete del pari. Neanche 60′ dopo è ancora la Lazio a segnare: calcio d’angolo radiocomandato di Mihajlovic per il piede di Simeone, Abbiati esce alla disperata per impedire il tap-in, ma inavvertitamente si butta il pallone in porta per il secondo autogol di giornata, 2-1 al 36’. Il Milan è palesemente stordito dalla rete appena subita e sbanda pericolosamente. Le aquile sono ciniche e dopo soli due minuti allungano sul 3-1: azione fantastica a liberare Conceiçao sulla corsia di destra, il portoghese pennella sulla testa del “Matador” Marcelo Salas, che incorna prendendo in controtempo Abbiati insaccando. L’Olimpico è in festa per un primo tempo stellare assaporando già la goleada, i rossoneri però non mollano mai e prima della fine dei 45’ accorciano le distanze: giocata fantasmagorica di Shevchenko, dribbling netto su Favalli, l’ucraino salta Marchegiani e spedisce in rete il gol del 3-2. Al rientro in campo dagli spogliatoi il club di Berlusconi dimostra la sua forza, il Diavolo produce gioco impedendo alla Lazio di giocare di rimessa. Sheva e Serginho fanno impazzire la retroguardia biancoceleste e proprio l’ucraino pareggia e poi rimonta il punteggio nel giro di 5’. Minuto 63, calcio di rigore in favore dei milanesi, Shevchenko è freddo e batte Marchegiani. Cinque minuti e il numero 7 fa hat-trick (tripletta): assist di Weah per l’ex Dinamo Kiev, che salta come un birillo Pancaro per poi bucare Marchegiani in uscita con una rasoiata a filo d’erba. Sven risponde facendo entrare Mancini per uno sfinito Boksic e tentare di riagguantare una gara che sta sfuggendo sul più bello. La Lazio ci prova ma Abbiati è strepitoso in più occasioni, servono però solo altri 4’ ai capitolini per segnare la rete del 4-4: palla di Veron per Salas, il cileno a botta sicura appoggia in rete e pareggia una gara spettacolare. Il gol destabilizza Zaccheroni, la squadra non uscirà più dalla propria metà campo. Nella mezz’ora restante Salas, Mihajlovic e Veron sfioreranno ripetutamente il 5-4 ma il protagonista ad apporsi è sempre lo stesso, il portiere milanista Abbiati che, nonostante i 4 gol incassati, risulterà uno dei migliori sul rettangolo verde. Al triplice fischio è 4-4 tra Lazio e Milan, le due avversarie dello scudetto del ‘98 hanno dato tutto in campo per la gioia dei 50 mila dell’Olimpico e dei milioni di spettatori a casa che si sono potuti godere uno dei più belli big match della Serie A di fine anni ‘90.