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Europa League, guida al sorteggio: ecco le 36 rivali della Lazio

di Niccolò Faccini

La Lazio sta per conoscere le 8 rivali della prima fase dell’UEFA Europa League 2024/25. Un cambiamento epocale, se si considera che le avversarie della consolidata fase a gironi erano soltanto 3. La grande differenza starà nel fatto di non sfidare gli altri club sia in casa che in trasferta ma soltanto una volta, o tra le mura amiche o in casa loro. Andiamo a vedere le maggiori insidie del sorteggio.

PRIMA FASCIA (ROMA, MANCHESTER UNITED, PORTO, AJAX, RANGERS, EINTRACHT, LAZIO, TOTTENHAM, SLAVIA PRAGA)

La squadra col maggiore coefficiente UEFA è la Roma di De Rossi, favorita alla vittoria finale. I giallorossi hanno cambiato tanto sulle fasce, inserendo Soulè e Dovbyk, capocannoniere dell’ultimo campionato spagnolo. La prima urna comprende, oltre alle romane che non potranno sfidarsi tra loro, tanta Italia. Infatti, il nuovo Manchester United vanta in rosa una marea di calciatori che abbiamo conosciuto nella penisola. Da Onana, portiere ex Inter, a de Ligt della Juventus sarriana, da Bruno Fernandes a Hojlund, che alla Lazio ha già segnato con la maglia dell’Atalanta; da Zirkzee del Bologna a Eriksen. Le cose non cambiano se si guarda in casa Tottenham: il portiere titolare inamovibile è Vicario, ex Empoli che piaceva tanto a Formello. In difesa l’ex Atalanta Romero e l’ex Genoa Dragusin, con Udogie (ex Udinese e nazionale azzurro) sulla corsia. In regia c’è Rodrigo Bentancur, che con Sarri fece bene alla Juventus, così come Dejan Kulusevski che a Torino ha giocato senza essere protagonista. I tedeschi dell‘Eintracht hanno già sfidato e battuto la Lazio in Europa League ma ora sono una squadra diversa. In difesa gli ex italiani sono Theate (che ha segnato alla Lazio con il Bologna di Mihajlovic) e Kristensen che con la Roma si ricorda solo per un gol a Sassuolo. Occhio anche a Gotze e al 22enne nigeriano ex PSG Ekitikè, bimbo prodigio dell’attacco tedesco. Il Porto è cambiato molto, non è più l’armata di Conceicao che eliminò la Lazio di Sarri tre anni fa, ma ha interpreti che si conoscono bene: da Varela all’ex capocannoniere dell’Europa League Galeno, da Pepê (ex Arsenal) a Diogo Costa, portiere del Portogallo. Il sostituto di Taremi, andato all’Inter in estate, è il nigeriano ex Deportivo Alaves, Omorodion. Ne sentiremo parlare. L’Ajax è approdato alla competizione con un percorso nei preliminari decisamente accidentato. Come vi avevamo raccontato per Lazialità, ci sono voluti 34 rigore (record UEFA di sempre) per battere il Panathinaikos al terzo turno preliminare, poi i Lancieri hanno liquidato senza patemi lo Jagiellonia. L’ex capitano del Liverpool Jordan Henderson è una garanzia, come Brobbey e Berghuis, pilastri del club. È arrivato l’ex obiettivo della Lazio Daniele Rugani, con l’obiettivo di prendersi un posto nella retroguardia olandese. Non è da sottovalutare lo Slavia Praga, che di semifinali e quarti di UEFA ne ha disputati diversi negli ultimi anni: non ha nomi altisonanti, ma una scuola di veterani: dai difensori Kolar e Holes al talentondi Masopoust, Boril, Sevcik e Schranz. Il Milan non ebbe problemi lo scorso anno, ma andare a Praga non è semplice, e lo sa bene la Roma di Mourinho che finì seconda nel girone con i biancorossi nell’ultima Europa League. Sarà decisivo incontrare le squadre più morbide in casa. Si pensi ai Rangers di Glasgow: andare in Scozia è proibitivo, mentre sfidare i “Blu” a Roma è sulla carta più semplice. Il capitano è Tavernier, un mito da quelle parti, in avanti è da tenere sotto controllo l’ex Cremonese Dessers.

SECONDA FASCIA (REAL SOCIEDAD, AZ, BRAGA, OLIMPIACOS, LIONE, PAOK, FENERBAHCE, MACCABI TEL-AVIV, FERENCVAROS)

Nella seconda urna 9 squadra tra loro diverse. Gli ungheresi del Ferencvaros sono la squadra da incontrare: hanno perso qualità negli ultimi anni e si sono qualificati per il rotto della cuffia contro la meteora Borac, squadra bosniaca alle prime partecipazioni UEFA. Non sarebbe proibitivo se non a livello logistico l’accoppiamento con il Maccabi Tel-Aviv, che tuttavia in avanti ha un fenomeno del calcio europeo. Eran Zahavi a Palermo segnò due reti, ma tra PSV, Hapoel e Maccabi ne ha messe a referto oltre 360 in carriera. L’Olympiacos di Mendilibar è da evitare per diversi motivi: Atene è città calda, e Mendilibar ha dimostrato di saperci fare contro le italiane: nelle ultime due stagioni ha battuto la Roma col Siviglia in finale di Europa League e poi si è ripetuto alla guida dei greci contro la Fiorentina, nell’ultima finale di Conference League. El Kaabi è diventato lo spauracchio, dopo l’exploit dell’ultima Conference, ma Yaremchuk è un compagno di reparto con grande esperienza internazionale. I turchi del Fenerbahce di Mourinho sono un ostacolo da evitare. In porta il veterano Livakovic, una vita alla Dinamo Zagabria, poi tanti calciatori dalle carriere altisonanti: da Soyuncu (Leicester) a Dusan Tadic, da Edim Dzeko a El-Nesyri, oltre all’ala rapidissima Saint-Maximin che ha già sfidato la Lazio in Europa. Ci sono anche gli italiani Rodrigo Becao (Udinese), Muldur (Sassuolo), Krunic (Milan) e Zajc (Empoli), oltre a Cengiz Under (ex Roma e Marsiglia) e all’ex obiettivo del mercato di gennaio, Ryan Kent, il cui trasferimento nella Capitale è sfumato il 31 gennaio scorso. Preoccupano meno il PAOK Salonicco, ex squadra di Marcos Antonio, ora guidata dall’ex Shakhtar Taison, e lo Sporting Braga. I portoghesi sono la squadra col maggior numero di partecipazioni in Europa League, ma oltre ai fratelli Horta (André e Ricardo) e al temibile centravanti congolese Banza le insidie non sono insormontabili. Meglio pescarli a Roma che al Municipal di Braga, stadio che rappresenta un unicum in Europa, avendo un lato corto del rettangolo verde che coincide con una parte rocciosa di una vecchia cava, e dunque non prevede una curva. Da evitare di certo il Lione, squadra esperta e piena di calciatori che hanno ben figurato in Italia, dall’ex Roma Matic al centrocampista del Venezia Tessman. In difesa Caleta-Car ha affrontato la Lazio sia con la maglia del Salisburgo che con quella del Marsiglia, a centrocampo Cherki era il sogno di mercato delle aquile (destinato a rimanere tale), in avanti il georgiano Mikautadze viene da un signor campionato mondiale e Lacazette è la certezza assoluta del club. Tutto da scoprire invece è il nuovo AZ di Alkmaar, che ha eliminato la Lazio di Sarri dalla Conference League. L’uomo da copertina è l’ex Southampton (e obiettivo di Igli Tare) Jordie Clasie, mentre in avanti il greco Pavlidis, accasatosi al Benfica, è stato rimpiazzato dalla scommessa irlandese Parrot, classe 2002. Il talentino da seguire  è Ruben van Bommel, figlio di Marc, una leggenda da quelle parti. La compagine che crea il panico nella seconda urna è la Real Sociedad. Solida, compatta, dal gioco spumeggiante, ha iniziato malissimo l’ultima Liga ma in Champions League non ha fatto vedere la sfera all’Inter di Inzaghi. Zubimendi in regia, Brais Mendez sulla trequarti, il giapponese Kubo in avanti e la punta Oyarzabal (in gol all’Europeo in Germania) danno alla squadra una dimensione europea. San Sebastian è un gioiello da trasferta, e i giovani Sucic (ex Salisburgo) e Zakharyan (ex Dinamo Mosca) erano sul taccuino della Lazio negli ultimi anni, ma oggi giocano con i biancoazzurri di Spagna.

TERZA E QUARTA FASCIA
La terza urna, da cui la Lazio pescherà due rivali, crea meno ansie della quarta. Qarabag, Galatasaray, Viktoria Plzen, Bodo/Glimt, Union Saint-Gilloise, Dinamo Kiev, Ludogorets, Midtjylland e Malmo sono avversari di livello, ma che non mettono enorme paura. I belgi dell’Union sono stati la squadra rivelazione delle ultime due stagioni, mentre con Galatasaray, Dinamo Kiev, Ludogorets e Midtjylland per la Lazio sarebbe una rivincita. La quarta urna, come detto, è paradossalmente più ricca di insidie per la Lazio. Il Nizza è stato già sfidato e battuto (gol anche di Wallace) in Europa League, ma oggi è una squadra di grande velocità, con l’ex Sassuolo e Atalanta Boga e l’ex BVB Moukoko a creare scompiglio in avanti. Rocciosa e dotata di buon palleggio, sarebbe una rivale ostica. Così come l’Hoffenheim. I tedeschi non sono abituati a questi palcoscenici, ma hanno operato bene sul mercato e hanno tre stelle in squadra. La prima è il centrocampista austriaco Florian Grillitsch, vecchio pallino di mercato dei capitolini. La seconda risponde all’identikit di Alexander Prass, centrocampista e geometra della squadra. In avanti il ceco Hlozek si è divorato una serie infinita di gol contro la Roma con la maglia del Bayer Leverkusen nell’ultima semifinale di Europa League, ma segnerà parecchio. Il Besiktas è la squadra da incontrare per ragioni di cuore. Non solo Ciro Immobile, ma anche gli ex obiettivi della Lazio Rafa Silva (ex Benfica e sogno di Sarri, che lo avrebbe voluto a Roma “alla Mertens”) e Milot Rashica, ala albanese seguita da Tare che con la maglia del Vitesse mise in crisi la Lazio ad Arnhem. Anderlecht e Twente non destano troppi grattacapi. I belgi sono in ricostruzione, mentre gli olandesi puntano molto sull’ex Atalanta e Eintracht Sam Lammers e sul gioiellino (fortissimo) Sjtjein, uno dei migliori 2001 del pianeta. Lo spauracchio, neppure a dirlo, è l’Athletic Bilbao. I baschi giocheranno nello stadio che ospiterà la finale alla fine di maggio. Il San Mames è un impianto da 53mila posti situato in pieno centro città, a due passi dal museo del Guggenheim. Unai Simon è un estremo difensore di tutto rispetto, e la bellezza del calcio di Nico Williams, stella dell’ultimo Europeo con la Spagna, sarà un fattore. Occhio anche all’altro William, Iñaki, storica bandiera del Bilbao. Che in avanti ha anche una vecchia conoscenza della Serie A come Alex Berenguer, che col Torino trafisse le aquile. La finale in casa sarà uno sprone in più per i biancorossi.

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