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Le pagelle di Guido De Angelis – La nostra Lazio alla deriva, i nuovi da horror. A Udine una squadra da brividi

Al termine della sfida della Dacia Arena tra Udinese e Lazio, arrivano come di consueto le pagelle del nostro direttore, Guido De Angelis, che ha dato voti e giudizi ai protagonisti biancocelesti del match in Friuli per Lazialità.

PROVEDEL 6-  – Il nostro custode dei pali aveva sofferto poco al debutto col Venezia, esibendosi comunque in un paratone nel finale. L’Udinese riporta alla mente brutti ricordi: proprio con i bianconeri si fece male nell’ultima gara di Sarri, ma in area avversaria per tentare il disperato 2-2 nel finale. Quella partita fu fatale e gli fece saltare l’ultimo terzo di stagione, praticamente l’intera era-Tudor. Oggi ha un approccio blando e Brenner quasi gliela soffia sul primo rinvio. Cinque minuti e, di nuovo, raccoglie la sfera dal sacco a gara appena iniziata, come accaduto col Venezia. Errore di Casale, con la difesa rimasta imbambolata dopo aver visto la bandierina alzata. Alla mezz’ora salva su Thauvin. Nella ripresa il francese lo buca per il raddoppio. Poco sollecitato, tra i meno colpevoli. Sufficienza striminzita.

LAZZARI 6,5 – Il gioco di Baroni gli consente un raggio d’azione che ne esalta le caratteristiche, ma a Udine è sempre dura, data la grande fisicità dei rivali e la loro velocità che fa concorrenza al nostro Speedy. Inizia male, carbura lentamente, qualcuna delle sue scorribande proverbiali, fa ammonire Giannetti alla mezz’ora. Ha il merito di accelerare e ogni tanto ricordarci che anche un singolo può provare una giocata. Mette al centro due o tre cross degni di nota, prova a mettersi in proprio, fa spiovere diversi palloni dalle parti di Okoye. L’input di andare maggiormente al cross lo farà certamente crescere nell’ultima scelta. Il migliore dei nostri, sia oggi che col Venezia.

CASALE 4 – C’è Lucca da marcare, oltre ai due trequartisti dietro alla vera punta che per stessa ammissione di Baroni avevano creato tanti problemi alle due linee con il Venezia, gravitando alle spalle dei centrocampisti. Il peggiore della prima giornata ha l’occasione di riscattarsi. Neanche quattro minuti e si perde completamente Lucca sul gol dei padroni di casa. Tra 20′ e 30′ combina una o due sciagure in uscita e fa calciare indisturbato Brenner. Si prende il richiamo di Romagnoli, che è quello di tutti noi. Esce al break per problemi fisici. Il colmo.

PATRIC 5,5 – Esordisce in campionato, voglio soltanto sapere per quale motivo sia partito per due gare su due dalla panchina per farci vedere questo Casale. Non è Nesta né Beckenbauer, ma perlomeno ha la tigna che chiediamo. Mistero, e mi fermo qua. Sul secondo gol friulano partecipa alla difesa da incubo.

ROMAGNOLI 4 – Nell’ultimo anno ha sofferto e ha dovuto portare anche la croce del compagno di reparto Casale, alle prese con una crisi di identità che lo ha reso protagonista di una serie infinita di errori. Entra tardi in partita, come tutta la retroguardia. A cosa serve alzare il braccio e fermarsi? L’azione va seguita fino a quando l’arbitro non fischia. Al 27′ stacca di testa su una punizione di Zaccagni, senza trovare la porta. Nel primo tempo ha un compito in più, richiamare Casale all’ordine, con risultati scadenti. Poco reattivo in entrambi i tempi di gioco, salva il salvabile e perlomeno non perde la testa. Ma sul secondo gol si addormenta completamente. Inutile protestare, se le prestazioni sono queste.

MARUSIC 4,5 – Ogni volta ce n’è una: la mancanza di acquisti sul mercato, il forfait degli altri, l’infortunio di Tavares, l’incidente di Pellegrini. Alla fine, siamo sempre costretti a vederlo giocare a sinistra, lui che è di piede destro. Il cross del vantaggio friulano arriva dalla sua parte, ma è il meno. Passivo, poco propositivo, la solita storia. Non riusciamo più neppure a cullare la speranza di vedere un cross, dalle sue parti. Due tempi identici, senza idee né acume tattico. Esce a 10′ dalla fine per Hysaj.

HYSAJ SV

GUENDOUZI 4,5 – Gli equilibri e le dinamiche del nostro centrocampo sono difficilmente leggibili, ma in un posto o nell’altro il francese va sempre dentro. Regista col Marsiglia, mezzala destra del centrocampo a tre con Sarri, trequartista in alcune amichevoli, mediano con Tudor, con Baroni si consacrerà tuttocampista: il nuovo calcio non posizionale fa sì che la canonica “mappa di calore” lo veda correre in tutti gli angoli del campo, fatta eccezione per la linea di porta. Per dover essere ovunque, finisce per stare malino in ogni zona di campo, e Thauvin lo brucia segnando il gol del raddoppio. Una delle sue peggiori prestazioni con la nostra maglia, certamente disabituato dalla mancanza totale di organizzazione palesata dalla squadra. Non è un palleggiatore, ha bisogno di gente di qualità al suo fianco. Qualità che non c’è.

VECINO 4,5 – In un centrocampo di strappi, anarchia e movimenti frenetici, l’uruguagio può essere il motore immobile, l’equilibratore. È certamente il più ordinato del reparto, ma anche il meno mobile quando c’è da andare allo smarcamento. L’anno scorso l’aveva risolta nel finale consegnandoci i tre punti, oggi compie 33 anni e gioca dal 1′, evidente bocciatura non tanto per Rovella quanto per Cataldi. Chiamato inspiegabilmente a dettare i tempi a centrocampo, con i registi in panchina l. In una brutta partita, non è l’uomo che possa cambiare le sorti del centrocampo. È vero, è l’unico a calciare in porta, nel secondo tempo colpisce anche una traversa. Ma è assurdo che sia rimasto in campo (per la prima volta nel biennio) 97 minuti: possibile che Rovella e Cataldi non potessero ragionare di più e guidare meglio la manovra?! Questo chiedevamo al mercato: gente che ci desse almeno un briciolo di qualità…

DELE-BASHIRU 4 – Se c’è una gara in cui far valere la sua gamba, è quella di Udine. Dopo il Venezia Baroni aveva confessato che il ragazzo, pur non essendo prontissimo, andasse premiato: due premi, adesso, fanno una prova, la società ci crede. In campo però è inesistente, non si vede mai e commette diversi errori marchiani per la categoria. Fa enorme confusione. Oggi è sembrato inadatto a questi livelli. Sostituito al 60′. Andava preso un centrocampista alla Samardzic, non l’ennesima scommessa…

DIA SV – Primi minuti in campo con la nuova maglia nella circostanza più difficile e con una squadra in balia del rivale. Gestisce qualche pallone ma la squadra è in piena confusione a livello tattico e non lo facilita. Gioca troppo poco per essere giudicabile.

ZACCAGNI 5 – Tra i migliori col Venezia, deve comunque alzare i giri del motore e incrementare la sua leadership sul rettangolo verde, offrendo sempre un’opzione ai compagni. Primo tempo in chiaroscuro, sbaglia sistematicamente la battuta dei corner, cercando con troppa insistenza la soluzione tesa sul primo palo. Avremmo anche dei discreti saltatori, che così non possiamo sfruttare. Non riesce a mettersi in proprio, deve venire a prendersi la sfera quasi in difesa e finisce per essere troppo lontano dalla porta. Qualche conclusione velleitaria, poco più. Se questo è il trascinatore, non ci siamo. Baroni lo toglie ancora una volta qualche minuto prima della fine. Fino a qualche mese fa le sue prestazioni grigie potevano essere nascoste dall’estro di Luis Alberto, dalla poesia di Milinkovic e dall’istinto killer di Immobile. Ora, se stecca anche lui siamo in un mare di guai.

TCHAOUNA SV – Entra al posto di Zaccagni e ha una manciata di minuti. Non è giudicabile, ma queste prime due partite ci fanno capire che non sia stato un acquisto pronto da subito. Le scelte del tecnico sembrano chiare.

CASTELLANOS 6 – Oggi è la gara in cui attenderlo al varco. L’esordio casalingo con gol e rigore procurato e la convocazione con la nazionale argentina rischiano di indurre a giudizi affrettati: sono quelle come oggi le gare in cui valutare il suo spessore. Si fa notare soltanto per qualche calcio di punizione guadagnato, all’interno di un primo tempo spigoloso in cui non si calcia in porta. Ha una sola chance gigante al terzo di recupero della prima frazione ma se la fa murare sulla linea. Nella ripresa non trova la porta di testa su cross di Lazzari. Fa la guerra, ma non cerca la porta con continuità. Nel finale, da un suo tiro respinto nasce il gol che accorcia le distanze, ma è troppo tardi. Senza segnare vincere le partite non sarà facile. A differenza degli altri, però, quantomeno lo si può considerare sempre dentro alla partita. È l’unico a dare la sensazione di provarci.

NOSLIN 4,5 – Anche oggi viene preferito a Tchaouna e Isaksen, che lo scorso anno avevano entrambi disputato prestazioni brillanti alla Dacia Arena (il primo segnando un gol meraviglioso e seminando panico; il secondo guadagnandosi la punizione del gol di Luca Pellegrini e facendo ammattire la retroguardia di casa). Quello di ala destra era il ruolo ricoperto (con risultati non altisonanti) per un’intera carriera, ma in tutto il precampionato non lo aveva mai fatto. Primo tempo da giocatore non all’altezza del palcoscenico: non incide mai in avanti, non salta l’uomo ma neanche lo punta, e sbaglia anche appoggi elementari che fanno ripartire i bianconeri. Sufficiente e apatico, anche nella ripresa, quando servirebbe la voglia di fare male al rivale. Delusione totale, credo che abbia sbagliato tutti i palloni giocati. Sostituito al 60′, anche troppo tardi.

ISAKSEN 6 – Non ha mai avuto l’atteggiamento corretto, si è visto superare in estate da Tchaouna e Noslin nel suo ruolo di ala destra. Entra in campo e fa espellere Kamara, è tra i pochi a provarci. Ma dare uno scossone a questa squadra sembra complicato. Sigla anche il primo gol stagionale ribadendo in rete un tiro di Castellanos. La sua gestione in estate da parte del club è letteralmente incomprensibile.

BARONI 4 – Le linee guida del mister sono chiare: prima aggressione feroce, pressing alto, corsa, ritmi alti, interscambiabilità e dinamismo in modo tale da non dare punti di riferimento agli avversari in fase di possesso e da non concedere loro di pensare ad inizio azione in fase di non possesso. Funziona poco o nulla. Conferma la formazione che ha battuto il Venezia e anche l’assenza di gerarchie in regia, inserendo il solo Vecino al posto di Rovella. Ma anche oggi si comincia a giocare al ventesimo, e nella ripresa si rientra in campo senza voglia, facendo subito terminare il match, invece di provare a riprenderlo. Noi laziali ne abbiamo visti tanti di questi atteggiamenti, caro mister…il problema è che quest’anno non manca solo la precisione in zona gol, ma manca anche il tasso tecnico per trovare la giocata che possa sistemare le cose. Non ho visto nulla in termini di gioco, se non qualche ripartenza. Non si riesce a trovare la porta, neanche nel quarto di gara con l’avversario in dieci uomini. La Lazio non può giocare così, sterile, piatta, senza impronta. 11 iniziale e cambi non convincono. Ma in assoluto, se da questa squadra non possiamo pretendere qualità e risultati, che almeno si veda la ferocia! Gli inizi dei tempi sono stati disarmanti.

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Guido De Angelis

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