Il portiere della Lazio Ivan Provedel è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Radiosei Lazio. Riportiamo i passaggi più rilevanti della lunga intervista del pomeriggio, direttamente dal ritiro di Auronzo di Cadore.
“Io sono come dissi due anni fa, quando arrivai alla Lazio. Ero felicissimo di esserci arrivato e volevo dare la mia parte di contributo per il bene della Lazio. Penso di averlo dato perché ho sempre dato tutto me stesso. Le considerazioni iniziali che si facevano su di me, se ero il primo o il secondo portiere, sono sempre interessate poco. A me interessa solo fare bene sul campo ogni giorno. Cerco sempre di dare il mio contributo, anche nello spogliatoio. I risultati arrivano con tutto, non solo nei 90 minuti”.
“L’esclusione da Euro 2024? Al di là delle scelte del ct, quello che decide va rispettato, cosa che ho fatto. E’ chiaro che ci resti male, però fa parte del gioco. Io sono stato anche fuori (per infortunio) per diverso tempo, anche se sono rientrato con una discreta condizione. In ogni caso, per me questo è uno stimolo per crescere ancora di più e per dimostrare di poter meritare un’eventuale convocazione futura. Comunque ho sfruttato questo tempo per riposare e recuperare al 100% da quell’infortunio”.
“Io capitano della Lzio? Prima di tutto, voglio ringraziare i ragazzi che sono andati via perché hanno dato tanto alla Lazio e anche a me negli anni in cui sono stati qua. Con loro ho condiviso lo spogliatoio e il campo e sono felice perché mi hanno fatto capire cosa vuol dire stare nella Lazio. Riguardo alla fascia da capitano, per come la vedo io, in questo momento il capitano è Danilo (Cataldi). Poi mi dispiace che se ne parli così, però Danilo è da tanto tempo che è qui ed è una di quelle persone che, più di tutte, mi ha fatto capire cosa vuol dire stare alla Lazio. Al netto di quelle che possono essere le considerazioni della società, o non so chi decide queste cose, questa è la mia idea e non cambia il mio lavoro e il mio modo di fare perché, soprattutto con i giovani che sono arrivati, la cosa che bisogna fare è dare l’esempio”.
“Interessamenti dalla Premier? Dovreste chiamare il mio agente e chiederlo a lui. Lui mi dice le cose quando sono concrete. Di concreto, effettivamente, non c’è mai stato nulla da quello che so io. Perciò, questo è. Ho letto anch’io, poi perché è uscito da tutte le parti qualche cosa, però, che io sappia, niente di concreto e poi io qua sto molto bene per cui non ho neanche avuto farfalle particolari in testa”.
“Cosa dovrebbe fare Mandas? Rimanere o andare in prestito? Io non parlo di lui, penso che il discorso sia a prescindere. Dipende dal percorso che si vuole fare con un ragazzo. Lui è un bravo ragazzo, un grandissimo ragazzo, un grande lavoratore e per me, per quanto mi riguarda come portiere, il portiere deve giocare. Quindi se dobbiamo parlare della crescita di un ragazzo, un ragazzo deve giocare, deve fare più esperienza possibile, anche per poi valutarlo e per cui io, se devo consigliare un ragazzo che fa il mio stesso ruolo, dico sempre che deve giocare, aldilà di tutto. Dopodiché rientriamo in quelli che sono i nostri ruoli e la società sicuramente saprà fare le proprie considerazioni per il bene della squadra e del ragazzo. Questo è il mio pensiero”.
“Sarri? Beh, intanto ci tengo a ringraziarlo particolarmente perché comunque se sono qui tanto è dovuto a lui e al di là del fatto che sono qui, mi ha comunque dato la possibilità di poter giocare per la Lazio e di poter dimostrare quanto valgo e questo mi ha fatto crescere tanto. Ho cercato, non lo nego, di convincere o comunque di fargli capire insomma quello che era il punto di vista mio e anche di altri. Il mister comunque è stato irremovibile perché è una persona coerente con quello che dice quello che fa aveva preso una decisione e così è stato. Con Tudor purtroppo non ho vissuto molto lo spogliatoio perché ho dovuto curarmi parecchio tempo. Ho cercato di stare con la squadra il più possibile, anche quantomeno per le gare, casalinghe e non. Comunque è cambiato tanto nella metodologia del lavoro, nell’approccio, quindi il momento era anche un po’ particolare, i risultati facevano fatica ad arrivare e magari ha fatto un po più fatica ad entrare in sintonia con quello che era la squadra. E sai, poi è stata anche un’annata molto particolare, quindi c’era un po’ tutto. Poi sembrava anche molto più difficile di quello che in realtà era. Si creava sempre anche un caso dietro ogni cosa ed è stato tutto molto più difficile. E prima per Sarri, poi per tutto, quindi tutto andava un po’ storto. Ecco”.
“Baroni? Allora, il mister intanto ha iniziato ad avere un approccio molto morbido, nel senso che non è arrivato subito in modo integralista, non ha stravolto niente anzi. Ha saputo prendere la squadra perché ha visto che in noi ci sono delle qualità. Ci sono anche tante cose invece che bisogna migliorare; sta cercando di farlo con molto tatto e infatti vedo che i ragazzi stanno lavorando con grande entusiasmo, non sono stravolti da questo. Sicuramente il mister vuole giocare, vuole che ci sia un inizio di manovra, non è una cosa esasperata. Dobbiamo fare le cose con testa e con equilibrio e adesso stiamo iniziando a trovare delle soluzioni che possono essere sia utili in fase di possesso nell’attrarre anche l’avversario sia poi per verticalizzare, perché il mister vuole verticalizzare”.
“Questo scetticismo iniziale su di noi? Come ho detto prima, sono partiti dei ragazzi che hanno fatto veramente tanto, erano di livello altissimo e sicuramente sono una perdita importante. E’ normale che chi ci segue possa avere una sorta di scetticismo, di scoramento. Però anche loro, prima di diventare quello che sono diventati anche loro sono partiti diciamo non dal basso però dovevano farsi conoscere come magari tutti noi dobbiamo farci conoscere e io vedo che i ragazzi giovani che sono arrivati sono di qualità, di grande voglia e che si vede che vuole dimostrare di poter meritare questa maglia. Per cui io penso solo che ci vuole del tempo e ci vuole fiducia. Come ho detto, capisco il sentimento del tifoso e non lo biasimo nel senso normale. I ragazzi che sono arrivati, che stanno arrivando meritano fiducia e anche noi poi dobbiamo fare del nostro per coinvolgere l’ambiente per meritare la carica. Secondo me dobbiamo cercare di caricarci a vicenda perché facendo così anche chi è nuovo entra bene, con lo spirito giusto. Facendo così, si possono fare grandi cose per la Champions. Io dico che ci sono squadre sulla carta più attrezzate di noi. Il calcio però non è una scienza esatta: noi vogliamo innanzitutto diventare una squadra forte perché comunque abbiamo cambiato tanto. Vogliamo diventare una squadra forte, vogliamo diventare compatti e questo non ci vieta di assolutamente di fare bene. Anzi ci aiuterà a migliorare quello che è stato un piazzamento che ci ha portato in Europa League e noi volevamo puntare più in alto”.
“I 20 anni di Lotito alla Lazio? Perché ancora non sboccia il feeling coi tifosi? E’ complicato per me perché io sono qua da due anni ed è una cosa che non è mai sbocciata nell’arco di vent’anni. Il Presidente con noi ha un rapporto molto diretto, ultimamente non lo stiamo vedendo molto. Quando viene comunque cerca di farci arrivare quello che è il suo tenerci ai risultati di tenerci e quello che dobbiamo fare. Secondo me c’è qualche mancanza; un po’ come quando c’è un rapporto che non va di coppia. Magari basta un qualcuno che fa da intermediario. Ecco, è un peccato perché io sto capendo veramente il tifoso laziale cosa sente dentro, l’amore che prova per questi colori. Sento che anche al nostro interno c’è tutto questo e manca magari un po’ questa connessione che sicuramente i risultati aiutano. Però non devono nemmeno essere, l’unico anello che tiene la catena collegata. Ecco però, come ho detto prima, noi adesso ce la stiamo mettendo tutta per contattarci per per far vedere comunque che noi ci siamo che siamo tosti e che vogliamo arrivare in alto. E sicuramente noi facciamo la nostra parte cerchiamo di andare oltre i nostri limiti augurandoci che che il tifoso veda questo che lo apprezzi e penso che poi insieme possiamo fare veramente grandi cose”.