Una serata tutta a tinte biancocelesti quella svoltasi ieri nel Comune di Giulianello (LT) a pochi passi da Velletri, dove, grazie all’unione di 5 ragazzi si sta formando un nuovo circolo, probabilmente nel mese di settembre. Intanto si stanno mettendo le prime pedine come, ad esempio, la cena di ieri sera a cui ha partecipato anche Matteo D’Amico, figlio del grande Vincenzo. Intercettato dalla nostra redazione, Matteo ha commentato la serata, la situazione attuale della Lazio e ha raccontato l’amore viscerale di papà Vincenzo per i colori biancocelesti.
Di seguito l’intervista completa.
Siamo qui con Matteo D’Amico, figlio di Vincenzo, uno dei calciatori e non più rappresentativi della Lazio. Cosa ne pensi della serata, dei tifosi presenti e dell’organizzazione?
“Una serata di Lazialità, di tanta voglia di Lazio, di tifo, di passione e di amore come i laziali sanno fare. Vedo tanto entusiasmo e voglia di condividere l’amore per la Lazio”.
La Lazio entra nel cuore anche per personaggi come Vincenzo, un vero emblema della Lazialità. C’è qualche aneddoto che ci può raccontare o qualche gesto che faceva per dimostrare questo amore, al di là della varie dichiarazioni?
“Non era nel suo stile fare dei lunghi proclami, era il suo carattere. Ha sempre coltivato la sua Lazialità con fatti, sia in campo che fuori. Da troppa semplice quale era, da calciatore fino all’ultimo istante. Il suo amore era profondo, sincero e forte. Io l’ho visto in vita sua piangere solo per questioni di famiglia e per la Lazio, quindi questo credo sia sufficiente a spiegare la grandezza del suo amore”.
Vincenzo è stata una vera e proprio bandiera per la Lazio. Nel calcio di oggi, le bandiere sono rare. Oggi per la Lazio c’è Ciro Immobile, cosa ne pensa di questa situazione viste le voci di mercato e del neo allenatore Marco Baroni?
“Ciro è senza dubbio una bandiera della Lazio, indipendentemente da quello che succederà in queste giorni. Sembrerebbe intenzionato a chiudere il suo rapporto con la Lazio forse, da un certo punto di vista, potrebbe essere anche giusto. Rimarrà indiscutibilmente una bandiera, per i gol, per le presenze e per le generazioni che si sono ispirate a lui e sognato di diventare come Ciro. Baroni? Mi dicono sia una brava persona e preparata, arriva magari un po’ tardi dal punto di vista anagrafico. Come dice lui è alla sua prima grande esperienza ma con un bagaglio importante. Gestire una piazza come quella di Roma non è facile, i laziali sono un pochino, anche giustamente, sul piede di guerra ma non è di certo colpa del mister. Speriamo che possa fare bene lui e trovare la quadra giusta, così come i nuovi innesti”.
È vero, Roma è una piazza molto calda è difficile da gestire. Qual è l’augurio che fa alla società e ai tifosi? Dove può arrivare questa Lazio?
“Al momento è impossibile fare previsioni, deve quanto meno finire il mercato e vedere la squadra al completo. Ogni stagione è a sé, speriamo che l’allenatore trovi l’assetto giusto e riesca a fare combaciare i giocatori veterani con i nuovi acquisti. Ci saranno anche da gestire equilibri nello spogliatoio, i giocatori che prima magari non era in “copertina” ora lo sono per forza di cose e bisognerà vedere anche quell’aspetto. L’augurio lo voglio fare ai tifosi, di vivere una stagione serene e con qualche soddisfazione senza troppo pretese”.