Nel mercoledì della settimana dell’inizio del ritiro di Auronzo di Cadore, dalla sala stampa del centro sportivo di Formello è intervenuto il nuovo attaccante della Lazio, Tijjani Noslin. Ecco di seguito la conferenza stampa di presentazione dell’ex Verona.
Si presenta
E’ il mio salto più importante, sono molto contento di essere qui, lotterò con tutto quello che ho per questa maglia. Ho 24 anni, anzi 25, compiuti poco fa (ride, ndr).
Sul fatto che la vita sia cambiata
Sì, ero un driver di Subway, la maggior parte delle persone mi conoscono per il Fortuna Sittard mi hanno aiutato in molti in questo mio percorso. Il Verona mi ha dato la chance di crescere, ora sono qui per fare bene.
Sugli insegnamenti di Baroni e sul prezzo del cartellino che dà tante responsabilità
Sono felice che Baroni mi abbia voluto qui, è importantissimo per me avere la sua fiducia. Qui la qualità è maggiore, la pressione c’è ma non la sento, io gioco solo il mio calcio, so che la gente ha aspettative, ma io posso solo fare il mio meglio.
Sul ruolo più adatto
La cosa più importante è giocare, non importa se a sinistra, destra o al centro. In ogni posizione voglio aiutare la squadra a raggiungere la Champions League.
Sul ruolo da motivatore di Baroni e sull’eredità di Immobile
La sua fiducia è importante, io non so se Ciro rimarrà o andrà via, ma io lotterò per fare il massimo ed aiutare la squadra, se possibile.
Sull’obiettivo realizzativo della doppia cifra
Ho segnato 5 gol e fornito 4 assist, aiutando il Verona a non retrocedere. Qui le cose sono diverse, il livello è diverso, ogni partita è difficile, non importa con chi segnerò, voglio solo aiutare la squadra
Sull’exploit a Verona e sull’eredità di Felipe Anderson, tra i più amati
La Lazio ha e aveva tanti giocatori forti, tante leggende, spero di essere uno di loro. In Italia ho fatto bene, spero solo di continuare, ora gioco con giocatori più forti di prima, che mi aiuteranno di più
Sui punti di forza e i punti deboli
Devo migliorare in tutto, non si finisce mai di imparare, nella velocità, nelle situazioni di gioco. Spero che i compagni possano aiutarmi a migliorare
Sulla trattativa per arrivare a Roma e sul derby
Grazie al direttore per avermi dato la chance di essere qui, spero di meritarla. Due settimane prima dell’inizio della stagione mia sorella dai social ha saputo dell’interessamento e me lo ha comunicato, c’era anche il Torino su di me. Poi sono andato in vacanza e l’agente mi ha fatto sapere che ero vicino alla Lazio. Da lì sono stato felice. Sul derby, spero di giocarlo presto, tutti parlano del derby, anche fuori dall’Italia, è un derby davvero grande e spero di vincerlo
Su Lazio-Verona 1-0 e sulle possibilità di arrivare in nazionale
Lo stadio non era pienissimo ma era pieno a metà ed era pazzesco, pensate a quando sarà pieno! Ero un rider, devo essere umile, devo fare autocritica, crescere, lavorare mi ha sempre aiutato tanto a mantenermi focalizzato sugli step successivi. Conta dare il meglio in allenamento
Sull’Olanda all’Europeo e sui modelli a cui si ispira
Chiaramente tifo Olanda dall’inizio e lo farò anche stasera contro l’Inghilterra, penso che ancora abbiano margini di crescita. Chiaramente Vinicius, Mbappé, Yamal, Dembelé sono idoli assoluti, posso solo imparare da loro.
Sull’amicizia con Sneijder
Sì, è stato fondamentale il suo aiuto e il suo consiglio per venire qui.
Sul rapporto controverso con i rigori
Spero di poterne tirare, è una mia debolezza (ride), ho avuto un rapporto strano con i rigori e non ne ho mai segnato uno, spero di iniziare a farlo qui.
Sull’aneddoto per cui sarebbe diventato ala perché da punta prendeva troppi colpi
E’ vero, ma alla fine quello che è più importante è essere nel vivo del gioco, fare il tuo calcio, a prescindere dalla posizione.
Sulla volontà di trovare finalmente un ruolo definito
No, la mia qualità è di non avere un ruolo classico, posso giocare dappertutto, indifferentemente
Su de Vrij
Chiaramente lo conosco bene, so che ha giocato qui. Tutti conosciamo i giocatori che sono stati qui alla Lazio. Mi concentro su me stesso, non ho idoli, spero di raggiungere il livello più alto possibile.
Sull’accoglienza dei compagni
Sono qui solo da due giorni e mezzo, non ho ancora fatto grandi chiacchierate con i compagni, certamente mi hanno accolto bene. Mi sono sentito benvenuto, ci siamo salutati con tutti, non vedo l’ora di partire per il ritiro.
Sul miracolo di Verona e il rapporto con Baroni
Baroni è una grande parte della mia vita, posso dirlo, perché non è scontato che un mister che cambia squadra chieda alla nuova società di prenderti. Mi ha aiutato dall’inizio a Verona, lui vuole vincere sempre, ci diceva che dovevamo battere la Juve, l’Inter, il Milan, lui crede tanto nei calciatori. E se l’allenatore crede in te, tu credi nel tuo allenatore. E’ importante.